mercoledì 17 gennaio 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


L'ARTE E LA STORIA


Una novità interessante, che coniuga, ancora una volta, narrazione e Storia. Partendo dal proprio romanzo, Julia Billet realizza insieme a Claire Fauvel una graphic novel di rara intensità: La guerra di Catherine, pubblicato ora da Mondadori nella collana Contemporanea.
L'autrice si è ispirata alle reali vicende di sua madre, ospite da bambina, durante la Seconda Guerra Mondiale, di una scuola speciale, la Maison di Sèvres, dove pedagogisti d'avanguardia non solo sperimentavano metodi d'insegnamento innovativi, ma, soprattutto, nascondevano bambine e bambini ebrei. La madre di Julia Billet era una di queste, una delle fortunate che hanno avuto salva la vita.


Ovviamente se questo episodio è lo spunto da cui parte la narrazione, sono molte le invenzioni; la protagonista, Rachel/Catherine, è una ragazzina i cui genitori sono scomparsi e noi lettori possiamo facilmente immaginare che non faranno ritorno; lei non lo sa, non sa cosa esattamente stia succedendo, si consola soprattutto attraverso la fotografia. La sua è una vera passione: possiede una Rolleiflex e sa sviluppare e stampare i rullini fotografici, grazie al prezioso insegnamento di Pinguino, uno dei suoi professori.
Nel corso del tempo, la pressione degli invasori nazisti e del governo collaborazionista di Petain aumenta sempre di più, e ai bambini ebrei viene cambiato il nome, organizzandone la fuga verso località più sicure. Sono anni terribili e il nascondiglio di Catherine cambia continuamente; lei non si perde d'animo e nel corso dei suoi spostamenti conosce il lato migliore dell'umanità in tempo di guerra: quelli che riescono a restare umani, che riescono a opporsi all'orrore e alle atrocità del nazismo. La fine dell'incubo arriverà e Catherine riuscirà a rientrare nella Parigi liberata e festante. Ma non ritroverà i suoi genitori, mentresi ricongiungerà ai suoi insegnanti della Casa dei Piccoli e ad altre persone incontrate durante la fuga.
A questo punto può iniziare la vita da persona libera, dedita all'arte e piena di curiosità per il mondo.


E' vero, il 27 gennaio è una data che induce a una certa ritualità nel ricordare l'Olocausto. Ma ci sono testi che questa ritualità la superano d'un balzo grazie all'originalità della storia e dell'impianto grafico. La riscrittura come graphic novel del romanzo della Billet riesce a rendere una efficace immediatezza del racconto, fermando l'attenzione sulla quotidianità apparentemente normale di questi bambini e bambine, che cambiano nome, soffrono di nostalgia per i cari lontani, imparano a mangiare cibi sconosciuti o proibiti; parallelamente a questi 'scatti' fotografici, che ci raccontano la vita, le fughe, la paura, c'è l'onnipresente Rolleiflex della protagonista, strumento di memoria e di riscatto per questa ragazzina dalla grande forza d'animo.
L'arte come rappresentazione e interpretazione del mondo, nello stesso tempo è anche l'unica fuga possibile per restare se stessi nonostante tutto.
Mi sembra una bella lettura, intensa e misurata nello stesso tempo, semplice e diretta, capace di coinvolgere anche ragazzi e ragazze a partire dagli undici anni.

Eleonora

“La guerra di Catherine”, J. Billet e C. Fauvel, Mondadori 2018


Nessun commento:

Posta un commento