GHOST
E’ uscito da poco in libreria un
altro romanzo di Jason Reynolds,
questa volta tradotto da Francesco Gulizia per Rizzoli. Come già
sottolineato nel post relativo al romanzo precedente, Reynolds è un
giovane autore afroamericano di successo, successo che ha
accompagnato anche l’uscita di questo romanzo, 'Ghost. Per quanto
veloce tu corra, non potrai mai scappare da te stesso’, finalista
del National Book Award.
‘Ghost’ è il primo di quattro
romanzi dedicati a una squadra di giovani atleti, i Defenders, e
racconta in prima persona le vicende di un ragazzo, Castle Cranshow,
detto Ghost, con una vita molto complicata, dei piedi molto veloci e
una grande rabbia in corpo.
La vita complicata nasce dal rapporto
con un pessimo padre, alcolizzato, che in una notte di delirio ha
cercato di uccidere lui e la madre. Ora è in carcere, ma il trauma
non è passato per niente e il ragazzo e la madre dormono ancora in
soggiorno, pronti a scappare.
Come tanti altri ragazzi, anche Ghost
è un appassionato di basket e aspira a entrare in una squadra. Ma
non sarà questo il suo destino, che gli fa invece incontrare Coach
Brody, un ex campione olimpionico di corsa, che allena una piccola
squadra di atleti. Dunque, la corsa: Ghost ha un grande talento,
nonostante corra in jeans e con le scarpe sbagliate. Coach Brody lo
accoglie nella squadra, di cui il ragazzo deve velocemente acquisire
le regole, accettando la supervisione ‘paterna’ del suo
allenatore. Coach Brody, infatti, lo segue, lo accompagna a casa ogni
volta, lo punisce severamente quando serve.
Ghost ha un problema: la sua immensa
rabbia lo fa reagire in modo esagerato quando capitano degli
‘alterchi’, il termine eufemistico usato dal preside, con altri
ragazzi della scuola. E la sua impulsività lo spinge a commettere
anche un altro errore, che rischia di pregiudicare quello che sembra
un momento di svolta della sua vita: ruba un paio di scarpe da corsa
in un negozio di articoli sportivi, da cui fugge a gambe levate. Ma,
come recita il sottotitolo, non è sufficiente scappare dal proprio
passato e dai propri errori: arriva il momento in cui vanno
affrontati, pagandone le conseguenze, ma trovando anche le risorse
per andare avanti.
Questa in sintesi la trama, di cui non
svelo il finale. Il tema principale, i ragazzi, e le ragazze, e lo
sport. Ma non come lo può intendere la maggioranza dei genitori,
come un utile esercizio fisico. Lo sport, nel romanzo di Reynolds,
che rispecchia la difficile condizione dei ragazzi afroamericani che
vivono nelle periferie, è in primo luogo uno strumento di riscatto
dall’emarginazione, da un destino che sembra spingerli
inesorabilmente verso la ghettizzazione.
Perché questo riscatto abbia luogo,
sono necessarie persone capaci di convogliare, come fa Coach Brody,
la rabbia in disciplina, in volontà di affermazione; persone che
magari hanno fatto lo stesso percorso, che conoscono la solitudine di
chi si sente diverso.
Negli Stati Uniti, paese dai
grandissimi contrasti fra metropoli e provincia, fra centro e
periferia di una città, nascere in un quartiere invece che in un
altro può segnare un destino. Ed è un lavoro difficile quello di
modificare quella che sembra una storia già scritta.
‘Ghost’ è un romanzo sullo sport,
sulla corsa, sul valore del fare squadra e costruire solidarietà
dove c’è solitudine; è scritto con uno stile immediato, una
storia in presa diretta che attinge direttamente dall’esperienza
del protagonista; si legge tutto d’un fiato e può risultare
convincente anche per il più pigro dei lettori.
Eleonora
“Ghost. Per quanto veloce tu corra,
non potrai mai scappare da te stesso”, J. Reynolds, Rizzoli 2018
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