VIVERE CON LENTEZZA
PICCOLO STUPIDO CUORE, Xavier-Laurent Petit
San Paolo edizioni, 2011
NARRATIVA PER MEDI (dai 9 anni)
"«Il cuore è una pompa. Una pompa molto sofisticata che immette in continuazione nel corpo un sangue bello rosso e pieno d'ossigeno. Ma la tua pompa, Sisanda, è conciata male: ha dei buchi e non riesce a fare bene il suo lavoro...» A questo punto disegna un altro cuore accanto al primo. Un piccolo cuore tutto fasciato. Il mio." (p.22)
Piccolo stupido cuore è il secondo libro di Xavier-Laurent Petit che leggo quest'anno.
Ne avevo letto una recensione di Silvana Sola (zazienews.blogspot.com) che di libri ne sa molto e, siccome ne parlava bene, sono andata a leggermelo. Inoltre, volevo verificare anche il giudizio non proprio positivo che avevo espresso riguardo a Be safe, l'altro libro di Petit che avevo letto tempo fa.
Alla fine della lettura di Be safe ne avevo riconosciuto la scrittura garbata, ma lo avevo trovato un libro a tema: un libro di cui si intuisce il percorso fin dalle prime pagine; un libro che non poteva far del male ma neppure del bene.
Per Piccolo stupido cuore la questione è leggermente diversa. Ancora una volta la scrittura è gradevole (anche se la traduzione talvolta zoppica su congiuntivi e sintassi), ma non è un libro a tema: si tratta di una storia realmente accaduta che Xavier-Laurent Petit ha ricavato da un articolo di giornale.
In Piccolo stupido cuore, ironia della sorte, è proprio un articolo di giornale la chiave di volta, una sorta di deus ex machina, dell'intera vicenda.
Sisanda, bambina di un villaggio africano, ha una malformazione cardiaca. La sua vita è fatta di riposo, lentezza, tranquillità, nessuna emozione forte. E' del tutto diversa da quella dei suoi coetanei, ma Sisanda ne è consapevole e vive serena le sue giornate, contandole una dopo l'altra come traguardo strappato al suo piccolo e stupido cuore che da un momento all'altro potrebbe decidere di fermarsi. La fine di tutti i problemi di Sisanda risiederebbe in un'operazione chirurgica molto costosa e inarrivabile per le finanze della famiglia. Un giorno, tuttavia, sua madre che ha la passione della corsa , una vera e propria antilope per leggerezza e velocità, vede su un giornale la notizia di una maratona sportiva. Se partecipasse e vincesse potrebbe, con il premio in palio, pagare finalmente l'operazione. Ma uno scorpione giallo si mette di traverso sul sentiero che porta alla salvezza di Sisanda.
La storia - già di per sé struggente se si pensa che è un fatto vero - si carica di ulteriore tensione.
Taccio sull'esito, ma non sul fatto che ho trovato questo breve romanzo un po' troppo didascalico. Sebbene sia ben descritto l'ambiente del piccolo villaggio, come pure le enormi difficoltà del vivere quotidiano, il tutto è troppo raccontato e spiegato, sottraendo spunti di immaginazione per il piccolo lettore.
Lo definirei un libro 'didattico' e forse non a caso, visto che Xavier-Laurent Petit, prima di dedicarsi alla letteratura, era maestro, certamente un bravo maestro.
Carla
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