giovedì 17 novembre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


L'ORA VUOTA

DORMI BENE, ORSACCHIOTTO MIO, Quint Buchholz
Beisler, 2011

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Di sera l'orsacchiotto si prepara per la nanna.
Si toglie i calzoncini con le mele
e si infila il pigiamino con le stelle.
Prima di dormire reclama la sua favola, recita la preghiera della buonanotte
e si lascia cullare da una dolce ninnananna.
Riceve i suoi cinque bacetti
e beve l'ultimo sorso d'acqua dalla tazza blu
perché gli rimane sempre un briciolo di sete.
Si ricorda di aver dimenticato i calzini da notte color rosso ciliegia
e da bravo se li mette.
Si accomoda nel suo lettino, ma...che freddo fa sotto le coperte!
L'orsacchiotto soffia il caldo con il fiato."

E' l'ora in cui i bravi bambini e i bravi orsacchiotti vanno a letto.
E' l'ora vuota.
Anne Herbauts chiamava così l'ora in cui c'è ancora troppa luce per accendere la lampada e già troppo buio per continuare a leggere, a cucire.[...] Pensiamo, sogniamo. E' l'ora grigia, tra il giorno e la notte, in cui l'ombra è luminosa, la terra scura e il cielo ancora chiaro. L'ora blu. Gli oggetti sembrano aspettare il silenzio.[...] E' lo spazio dei ricordi. Ora triste, ora bella, che torna ogni giorno uguale, immutabile, appena diversa da quando esiste, arriva e poi si spegne.(L'ora vuota, Fabbri 2003)

E' quel momento della nostra giornata che segna il limite tra il giorno rumoroso, colorato, movimentato e la notte tranquilla, scura e silenziosa. E' un momento che vado cercando alla fine di ogni mio giorno e che mi piace tanto.
Ma a me piacciono tanto anche le storie che parlano degli orsi di peluche (fino ad oggi, la mia preferita: Axel Hacke, Michael Sowa, Un orso di nome Sabato, edizioni e/o 2007 l'ho letta centinaia di volte a centinaia di bambini). 

 
L'orsacchiotto di Quint Buchholz non ha sonno: su una scala fatta di libri si arrampica e guarda fuori dalla finestra. Tutto è fermo come se fosse in sospeso, e lui dà spazio ai suoi ricordi e immagina la sua giornata di domani. E' un attimo e scende la notte. Vede arrivare i musicanti del chiaro di luna, mentre alle sue spalle c'è un amico bambino che in silenzio lo porta con sé sotto le coperte per cominciare la notte assieme.
E' una porzione infinitesimale di una giornata, ma di una intensità che toglie il fiato.
Che meraviglia!
Buchholz, che considero l'illustratore del silenzio, della solitudine, della malinconia, del surreale, dell'immaginario, dello stupore e del non detto, mi emoziona da morire. Le atmosfere sospese che caratterizzano tutte le sue tavole generano meraviglia nel loro essere così tanto vicine al reale (sembrano fotografie, talvolta) e nel contempo così sideralmente lontane dal reale stesso. La fantasmagoria del surrealismo di Buchholz, così vicino allo stupore che si prova davanti ai quadri di Magritte, è un modo di leggere il mondo che credo simile a quello dei bambini.
Nelle sue tavole c'è un mondo misterioso, aperto, affascinante, sorprendente, luminoso, fatto di grandi spazi e di oggetti piccolissimi, di prati sconfinati e di particolari impercettibili. Un mondo in cui, agli occhi di un bambino, tutto può accadere.
Sono rari, a mio parere, gli illustratori che riescono attraverso l'immagine a raccontare con così tanto rispetto, grazia e profondità il mistero che c'è dentro l'infanzia, Quint Buchholz è uno di questi*.


E' bello starsene all'asciutto mentre fuori scende la pioggia
e l'aria profuma di fresco, soprattutto quando si ha la merenda con sé.

*(se ne farete richiesta, vi dirò anche gli altri nomi della mia lista).

Carla


Noterella al margine: visto che di Buchholz sono pochi i libri che circolano in Italia considero ottima la scelta di Beisler di pubblicarne uno e ne riconosco la grande cura editoriale e anche la bella traduzione.
Vi consiglio di cercare anche la prima edizione di Mattia e il nonno (R. Piumini, Einaudi Ragazzi 1993), da lui magistralmente illustrata.
Se poi voleste godervi quasi 7 minuti di tavole mozzafiato, mettetevi comodi e guardate qui:


Nessun commento:

Posta un commento