mercoledì 26 settembre 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LE SALSICCE SONO MEGLIO DELLA GUERRA!

IL BAMBINO CHE SI ARRAMPICÒ FINO ALLA LUNA, David Almond
Salani, 2012


NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Inclinarono la scala fino ad appoggiarla alla luna. Le estremità della scala si fermarono sul bordo, dove l'orlo argentato incontrava l'orlo della notte.
'Vai' sussurrò Benjamin all'orecchio di Paul. Paul cercò gli occhi della mamma, gli occhi del papà.
'Forza, figliolo' dissero. 'Vai. La teniamo ben stretta'.
Paul inziò a salire, allontanandosi da loro. Un piolo, poi un altro e un altro. Si arrampicò nel cielo, nella notte splendente, verso la luna."


Paul è un bambino timido che vive in un seminterrato con i propri genitori. Talvolta fa pensieri strani. Uno di questi è stato: la luna non è come tutti la immaginano, ma un grande foro luminoso nel nero della notte.
Contornato da personaggi surreali, e dall'affetto incondizionato dei suoi genitori, il piccolo Paul persegue il suo sogno, ovvero andare a verificare che la luna sia davvero solo un gran buco nel cielo.
Un podista sempre in movimento, un vicina di casa con un cane parlante, una buffa signora all'ultimo piano che intreccia sempre bugie e verità e un fratello di questa, Benjamin, ragazzo provato dalla guerra e vero e proprio sprone per il piccolo Paul, sono tutti quelli che lo seguono e lo incitano in questa impresa.
Con un sistema immaginifico quanto surreale Paul raggiunge la luna e la luna è davvero uno strappo fatto ad arte nel cielo. Se tu arrivi al bordo e ti affacci, vedrai tutte quelle cose che nel cielo sono andate perdute e tra queste, una bambina di nome Fortuna, sparata da un cannone un po' troppo carico di polvere da sparo.


David Almond ha sempre messo insieme un mondo fatto di inconsistenza, di sogno, di surrealtà, di magia con il mondo che tutti conosciamo, fatto di realtà, tangibilità, quotidianità, autenticità: Skellig, un angelo, vecchio e catarroso accanto a due ragazzini alle prese con la difficile arte di stare al mondo tra mille difficoltà; Mina, una ragazzina con un mondo interiore e un immaginario piuttosto sviluppati; il 'salvaggio' creato da Blue sempre sul sottile confine tra realtà e fantasia o ancora le magiche creature di argilla costruite da Stephen.
Ma in questo racconto lungo, accanto alla magia di certe irrealtà, Almond sperimenta un linguaggio tutto nuovo, inatteso.
Nello sviluppo della storia sembra di cogliere quasi una voce bambina sotto dettatura della quale Almond sta scrivendo.
Ma il grande pregio di questo libro sta ancora una volta nel nocciolo, o sarebbe più corretto dire nei noccioli, di significato che si ricavano dopo averlo letto.


Almond ha sempre molto da dire.
Un inno alla libertà di pensiero e al coraggio, un emblema di come dovrebbe sempre essere la relazione tra genitori e figli, un j'accuse netto e tagliente nei confronti della guerra, e, sul finale, un vero e proprio trionfo dell'immaginazione.
Tutto questo è il libro di Almond.
Un piacere profondo nel leggerlo e, nel rileggerlo, ancora di più, visto che ogni volta se ne possono cogliere valori ulteriori.
Un particolare merito va all'ottimo lavoro di traduzione fatto da Guia Risari, che riesce, se possibile, a rendere ancor più poetico il già poetico testo e ai disegni di Federico Appel, mai esornativi o didascalici, ma sempre intelligenti, ironici e teneri al contempo.

Carla

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