Il MUHALLABIA del canguro
Molte cose nascono dal caso. Lo
sosteniamo spesso dalle pagine di questo blog. Ad agosto mi rintano
con la famiglia in un paesino ligure dell'interno dove l'unico
alimentari ha pane, prosciutto, qualche pesca, due zucchine e poco
altro.
Questo fa sì che ciclicamente si
'scenda a valle' a procurare ingredienti più esotici. Mi ero
intestardita a voler fare dei biscotti francesi alle tre farine (nei
prox la ricetta) così ero in cerca di tre diverse farine. Non avendo
trovato quelle richieste nella ricetta avevo ripiegato sulla farina
di riso, poi, incerta se il risultato sarebbe stato soddisfacente, ho
deciso di non usarla e così è rimasta lì.
E qui arriva il caso: il professore,
archeologo che a lungo ha bazzicato il Medio Oriente per questioni di
studio, la vede e riesuma dalla sua memoria una vecchia ricetta
imparata in Turchia: il muhallabia.
Si mette a farlo e ottiene un grande e
inaspettato successo di pubblico e così per tutta l'estate continua
a produrne (siamo un po' monomaniaci, alle volte).
Nessuno di noi però lo chiama con il
nome giusto, ma viene volgarmente chiamato in famiglia: wallaby
(uallabi), il nome di un tipo di canguretti un po' più piccoli del
canguro standard.
Non lo facciamo per sciatteria o per
altre ragioni politicamente scorrette, ma solo perché ci piacciono
tanto tanto i soprannomi...
INGREDIENTI
1 litro di latte
100 gr di zucchero
50 gr di farina di riso
pistacchi non salati o mandorle
Versate in un pentolino capiente la
farina di riso e lo zucchero, aggiungete due cucchiai di latte e
mescolate per ottenere una crema.
In un altro pentolino portate a
ebollizione il restante latte.
Quando bolle toglietelo dal fuoco e
lentamente versatelo nell'altro pentolino, quello con la crema di
farina di riso e zucchero. Girate in modo che non si formino grumi.
Mettelo sul fuoco basso e riportatelo a ebollizione, senza mai
smettere di girare e fatelo bollire per otto minuti, quando cioè si
sarà un po' rassodato.
Versatelo nelle ciotoline e sola da
freddo grattuggiateci sopra o pistacchi o mandorle.
Finito.
Carla
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