NEGRIN È IL PESCE GATTO
BESTIE, Fabian Negrin
BESTIE, Fabian Negrin
Gallucci 2012
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"In quella zona del bosco gli
alberi intrecciavano le chiome a formare un tetto di foglie che a
malapena lasciava passare la luce.
Giulia improvvisamente si fermò.
'Hai paura?' le chiesi. 'Un po''
rispose lei."
Persi. Un barca blu
cobalto in tasca e un ruscelletto: è facile perdere l'orientamento.
Fare pipì, metterla in acqua per vedere se galleggia e il gioco è
fatto. Per seguirla nella sua navigazione, i fratellini si
allontanano. Basta un attimo, girare un angolo e cambia lo scenario:
non c'è più mamma e papà e la macchina, blu cobalto. Al loro posto
una fitta foresta, una radura costellata di grandi rocce, e di nuovo
un bosco altrettanto fitto. Sembra proprio il precedente 'Ma di qui
ci siam già passati...'
Togliersi una
scarpa e camminare con un piede scalzo e l'altro no per lasciare
tracce più chiare. Tracce più chiare. E' davvero un'idea
furbissima. Dopo aver attraversato questo bosco lussureggiante, è
stato altrettanto furbo arrampicarsi su un alto albero per riuscire a
vedere in lontananza.
Girato lo sguardo,
per fortuna si vede laggiù la macchina con i due genitori: furiosa
come un'orsa, la madre e in lacrime come un coccodrillo il padre. Che
bestie!
Il gioco sottile,
raffinato, ironico dell'intero libro sta in questo piccolissimo
meccanismo: mettere in scena il continuo cambiamento di stati d'animo
attraverso l'assimilazione ad un comportamento animale. E farlo
attraverso quello che è il nostro comune immaginario: furbo come una
volpe, lento come una lumaca, agile come una gazzella.
Una buona e
piccolissima idea, intorno a cui si costruisce una altrettanto buona
ma anche piccolissima storia: una sosta per pipì durante un lungo
viaggio in macchina pare essere sufficiente ad accendere in Negrin un
intero mondo.
Un mondo che ha un
piede nella realtà e una zampa nell'immaginazione.
Un mondo fatto di
avventura pura.
E il resto lo fa il
disegno.
In un vero e
proprio 'crescendo' musicale, le immagini assumono ruoli e spazi
sempre più importanti rispetto al testo che si fa da parte fino a
scomparire del tutto in una grande pagina quasi centrale. Da quel
momento in poi il gioco è dichiarato: la parola racconta, il disegno
immagina e trasfigura.
Una bambina che
corre veloce, al girare della pagina è una gazzella che salta, un
papà che si dispera dietro un finestrino della macchina è un
coccodrillo.
Questo
fantasmagorico gioco della trasformazione ci coglie ad un punto del
libro quando è già molto evidente, ma se sfogliamo le pagine a
ritroso siamo in grado di interpretare nella medesima prospettiva
anche le tavole precedenti dove la metamorfosi non è ancora avvenuta
ma è già 'nell'aria' e penso a un coniglietto quando si allude alla
paura e a un canarino quando si parla di buona voce nel cantare.
Come sempre i raffinati libri
di Negrin, soprattutto quelli che sono il frutto di un suo 'concept',
sono ricchi di vie di fuga per la fantasia del lettore.
Ricordo, per
l'appunto un anno fa, proprio Negrin teorizzare che nei libri
illustrati occorre lasciare sempre uno 'spazio vuoto' tra le parole
scritte, una sorta di 'sospensione' del racconto che permetta
all'illustrazione di insinuarvisi.
Bestie
sembra essere paradigmatico in questo senso.
Fin dalla
copertina, attraverso il disegno, siamo di fronte ad una vera e
propria dichiarazione di intenti: lettore, io non ti farò vedere
tutto ciò che c'è da vedere ma nello stesso tempo ti farò vedere
molto di più di quanto sentirai ascoltando le parole.
Mi pare di poter
cogliere - in una sorta di meritato omaggio a se stesso - un continuo
riferimento a libri passati: la bambina sembra uscita da Chiamatemi
Sandokan! (Salani 2011), il fiume da In riva al fiume (Gallucci, 2010), certe pastose
chiome di alberi così rosse mi ricordano la luce degli Inferi dove
finiscono Frida e Diego (Gallucci, 2011) e probabilmente questi non sono gli
unici.
Ancora una volta mi
pare sia chiaro che Negrin nell'ambito del grande formato dell'albo
illustrato è come un pesce gatto nel lago: ne è il sovrano
assoluto!
Carla
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