QUATTRO(CENTO) PASSI IN FIERA
Come ha
ben descritto Carla, sono stati quattro giorni di su e giù per gli
stand, fra un dibattito e l'altro, con incontri casuali e cercati.
Vediamo a caldo cosa mi sembra più interessante: per cominciare la
geografia della produzione editoriale, che si allarga sempre di più,
con alcuni fenomeni evidenti. Quasi tutti i paesi del centro e sud
America hanno una produzione interessante, quando non raggiungono,
come il Messico, dei livelli da primato e non a caso il Messico ha
avuto il primo premio e le segnalazioni della giuria per il settore
New Horizons.
Produzione, come dicevo, rilevante dal punto di vista
qualitativo in Venezuela, Argentina, Brasile, ecc. Quantitativamente
non paragonabile ai più grandi paesi europei, Francia, Gran
Bretagna, Germania, ma frutto di situazioni politiche che incentivano
la produzione culturale e in particolare l'editoria.
Si affacciano
nuovi paesi, nuovi continenti, incredibilmente l'Africa, con tutti i
problemi di povertà, di guerre e simili orrori, riesce a produrre
pochi ma significativi titoli dal valore internazionale un esempio è
The Magic Formula, di Ibrahima Ndiaye e Capucine Mazille, segnalato dall'Ibby: non lo troverete su
Amazon, ma vi garantisco che è un buon libro, ben illustrato e che
potrebbe piacere ai nostri bambini. L'editoria dei paesi europei
s'interroga con qualche ansia sul futuro del libro cartaceo nell'era
dell'e-book. Il problema, in realtà sembra lontano e, a dir il vero,
il digitale potrebbe essere un'interessante interpretazione nel
settore dell'edutainment, ovvero della divulgazione divertente: in
questo settore, in cui l'editoria anglosassone è capofila, le novità
scarseggiano riproponendo in sostanza varianti delle stesse soluzioni
grafiche: pop up, finestrelle, libri animati. Senza nulla togliere
alla validità dei testi.
Dunque
una grande ricchezza, e politiche di sostegno all'editoria, di fronte
alle quali verrebbe da piangere pensando al nostro disgraziato
paese, che non riesce ad avere una politica culturale, ad immaginare
la propria rinascita attraverso la diffusione della cultura, e del
senso civico. E' di pochi giorni fa la pubblicazione di una ricerca
internazionale che testa in diversi paesi il livello di
alfabetizzazione. Bene, se l'analfabetismo in Italia è stato
formalmente sconfitto, quello di 'ritorno' fa sì che il 5% degli
italiani fra i 16 e i 65 anni non sappia leggere un bugiardino, il
33% non è in grado di leggere delle semplici istruzioni di montaggio
e 80% fatica a leggere grafici e tabelle. La padronanza della lingua
diminuisce progressivamente, grazie anche all'uso di strumenti
tecnologici che nascondono le dirompenti lacune. Servirebbe secondo
voi incentivare lettura, soprattutto nella scuola? E' una domanda
retorica, cui rispondono da anni con un pizzico di stanchezza editori
librai bibliotecari che anche in questa occasione, in modo un po'
rituale, si sono succeduti in dibattiti sulla promozione della
lettura e sul futuro dell'editoria. E' un po' triste vedere sempre le
stesse facce, magari un po' appassite, dire più o meno sempre le
stesse cose. Fa eccezione l'iniziativa I libri? Spediamoli a
scuola!, nata da un'idea di Della Passarelli della Sinnos e che
faticosamente si fa strada esclusivamente grazie all'interessamento
di insegnanti, librai, ovvero singole persone animate di buona
volontà. Se volete saperne di più, guardate qui
Dunque,
speranze, per la crescita della cultura del libro nel mondo ci sono e
devo dire che quest'anno mi è sembrato che la produzione più
squisitamente commerciale avesse un ruolo ridotto rispetto alle
edizioni precedenti, anche se ancora consistente. E poi la Fiera
continua ad essere un'imperdibile occasione d'incontro con artisti,
come è stato il dibattito fra Roberto Innocenti e Peter Sís, due
grandissimi illustratori. E poi scrittori, editori coraggiosi che
ancora non si sono stancati di produrre bei libri.
Eleonora
Nessun commento:
Posta un commento