I RIFLESSI DEL POTERE
LA REGINA DELLE
RANE non può bagnarsi i piedi, Davide Calì, Marco Somà
Kite Edizioni 2013
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 6 anni)
"Le corone di
solito si trovano sulla testa dei re o delle regine. Così quando
videro la rana con la corona le altre rane dissero: 'Guardate! La
Regina delle Rane!'
Nessuna rana aveva
mia visto una Regina delle Rane, né sapeva cosa si doveva dire o
fare davanti a una regina. Poi una rana disse: 'Evviva la regina!' e
cominciò a battere le mani."
E
dietro le andarono tutte le altre. Nello stagno all'improvviso era
caduto dall'alto un oggetto. Una rana, la più veloce, si era tuffata
ed era riemersa con una corona in testa.
Tutto
è cominciato da qui.
Il
consenso ha fatto il resto: ovvero intorno alla prima rana plaudente,
forse più bisognosa di altre di avere un capo che la comandasse,
tutte le altre si sono adeguate. Sebbene la regina stessa non sapesse
bene quali erano i suoi compiti, le altre cominciarono a dispensare
consigli: la regina non deve bagnarsi i piedi, deve avere una ninfea
tutta sua e deve mangiare mosche grasse, deve comandare molto e deve
punire chi non obbedisce.
Immediatamente
intorno al potere della Rana Regina si formò un alone di potere
'gregario', ovvero tutte quelle rane che l'avevano consigliata al
principio della sua carriera, ora erano lì ad illuminarsi di 'potere
riflesso'. Mosche grasse anche per loro, in cambio di organizzare e
gestire il consenso. Solo una voce critica che si poneva domande
critiche: perché proprio lei deve fare la regina? Perché chi ha la
corona deve essere regina? La risposta non tarda ad arrivare: lei è
stata la più veloce e quindi fa le cose meglio degli altri...
Ma
se così stanno le cose, alla gara di tuffi organizzata per
divertirla lei non potrà sottrarsi e dovrà tuffarsi, e dovrà farlo
meglio di chiunque altra. Il regio tuffo ci fu, ma la conseguenza
inevitabile fu la perdita della corona, che tornò sul fondo di
quello stagno.
Niente
corona, niente regina. Così nello stagno tornò a 'regnare'
l'uguaglianza...ma prima palle di fango contro la ex regina!
E
anche la corona trovò un uso più consono... ma non vi svelerò
quale.
Ecco
un'altra storia di corone e sovrani inaspettati.
Davide
Calì riflette anche lui su cosa ruota intorno al potere. Rispetto
alla storia di Ghirighiri alcune
sostanziali differenze: una su tutte la mancanza di consapevolezza da
parte della rana regina, che pare essere soprattutto un burattino
manovrato dalla sua corte di consigliere. E quindi le riflessioni che
ne derivano sono tutte intorno al tema del consenso da una parte e
dall'altra al tema del privilegio che si genera tra chi il potere lo
detiene o chi semplicemente lo sfiora.
In
questo senso mi pare di grande attualità la lettura che Calì ci
offre. Noi che siamo cresciuti tra portaborse e sottosegretari, non
possiamo fare a meno di notare che il potere si espande a macchia
d'olio e che la costruzione del consenso è organizzata da squadre di
fedeli collaboratori che sanno che se il sovrano cade si porterà
dietro anche loro...
Ulteriormente
mi pare che Calì ironizzi anche su un vezzo tutto nazionale che vede
un popolo sempre pronto ad acclamare come vincitore il primo venuto,
salvo poi coprirlo di fango nel momento della sconfitta. Per la Rana
Regina alterno sentimenti di pena per questo suo essere un fantoccio,
a momenti di antipatia per il suo sapersi approfittare. Le sue
consigliere, invece, mi sembrano solo molto pericolose...
In
uno stagno degli anni Venti del Novecento, dove ranocchi in gilet e
farfallino sorbiscono cocktail alla moda, dove orchestrine jazz
fanno concerti tra le ninfee, dove sembra di sentire 'il gracidare'
di una radio di bachelite e dove i bagnini indossano costumoni a
righe ha luogo l'intera vicenda. Ancora una volta il lavoro di Marco
Somà è frutto di una ricerca iconografica molto puntuale. Le
prospettive sempre diverse, dal basso, i colori sono quelli consueti:
i toni caldi del marrone, declinati secondo molte sfumature, dal
grigio al rosso passando per il verde rana. Spiritoso in molte delle
soluzioni figurative, Somà si conferma lettore attento, maturo e
largamente allusivo del senso più profondo di questa storia di rane,
storia che ha il piglio di un apologo: come a dire, chi vuol
intender, intenda.
Carla
Noterella
al margine. Prosegue dal libro precedente l'uso di un motivo
iconografico, sorta di pattern, che diventa quasi un suo marchio di
fabbrica: Service, visto nella Gallinella rossa che qui si rivede,
tutto tagliuzzato, nei tavolini e altrove. Che cosa vorrà dire?
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