MARGHERITA,
NON VIOLETTA
Il
caso ha voluto che nel giro di poco tempo ci lasciassero alcune
'cattive ragazze', che davvero lasciano un vuoto , sia pure per
motivi diversi: da Rita Levi Moltalcini a Franca Rame alla
meravigliosa Margherita Hack; Margherita l'ho sentita parlare questa
primavera a Bologna , nel corso dei festeggiamenti per i 20 anni di
Editoriale Scienza, ed era come sempre generosa di sé, piena
d'ironia e di intelligenza. Molti commentatori l'hanno ricordata per
l'opera di divulgazione, indiscutibile e prolifica, e per
l'intrasigente impegno politico, dimenticandosi che era stata la
prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico.
Donne
straordinarie, dal fascino incrollabile a prescindere dall'età e
dallo stile, dalle biciclette, ai colletti alti alle gambe
mozzafiato. Belle, a prescindere. In nessun momento hanno rinunciato
ad essere se stesse, con il corpo e con la mente. E che mente. Che
intelligenze, che capacità, che incrollabili volontà.
Di
fronte a questa grandezza, a questi esempi di successo vero, che ha
reso più ricco il nostro miserando paese, cadono le braccia, ci
viene quasi da piangere nel vedere quali miti inseguono le nostre
bambine, le nostre ragazze. Davvero la bellezza è di plastica,
l'arrendersi acritico ad un modello estetico, promosso e sostenuto
dalla televisione e dai libri correlati? Davvero le nostro ragazze
sono belle solo attraverso lo sguardo maschile, ovvero,
prosaicamente, del mercato, che ti dice come vestirti, truccarti
muoverti per essere ammessa nell'empireo (?) del mondo dello
spettacolo, ma quale spettacolo!, unico giudice e garante della
presentabilità sociale.
Basta.
Diciamo basta, dite basta ai desideri posticci, alle mode che invece
di valorizzare le diversità e i talenti omologano tutto in nome
delle merci che così vengono spacciate come una droga.
Bambine,
mamme, dite basta a Violetta, raccogliete l'eredità di Margherita e
di Franca e di tutte le donne che hanno praticato la via della
libertà. E leggete insieme Pippi Calzelunghe.
Eleonora
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