IL SACRIFICIO DELLA BIDELLA
GLUB!, Cristine
Naumann-Villemin, Marianne Barcilon
Il Castoro 2013
Già nella pancia della sua mamma
Glub non si comportava bene. 'Ehi! Ahi! Fai il bravo, piccolino mio!'
'Glub!'
Quando era piccolo, era talvolta un
po'... monello. 'Dai Glubbino mio, stai buono.' 'Glub!'"
Qui comincia l'avventura di questo
esserino verde, pelosetto, pieno di denti e con lo sguardo un po'
strabico. E con un destino nel nome. La sua è una vita è segnata da
un'unica raccomandazione che come un mantra gli ronza nelle orecchie
costantemente: non si può fare sempre tutto quello che ci pare!
A scuola fare il bravo con la maestra e
non divorare i libri della biblioteca, a non schiacciare Ciccio, a
non mangiarsi Martino che è proprio troppo vicino, o la deliziosa
Giulia. Persino il pesce rosso sembra correre un gran pericolo. Ma Glub lo sa, non può fare quello che
gli va. Ogni volta c'è qualcuno che glielo ripete, o addirittura la
sua coscienza lo mette sull'avviso. Ma se così è, arriverà alla
fine anche per lui il momento di poter fare quello che gli pare?
Gran problema, quello del poter fare
ciò che ci pare senza mettere in pericolo le libertà (o, come in
questo caso, l'incolumità) altrui... Imparare le regole della convivenza è
mestiere che viene richiesto di imparare quando si è piccoli, al
principio della nostra 'carriera' di esseri umani. Il piccolo Glub,
che ha per storia genetica ed indole quella di essere un po' monello,
fa grandi esercizi di temperanza, ma, come tutti i piccoli (e i
grandi), su cui si agisce con grande pressione, anche lui ha bisogno
di dare a se stesso una via di fuga, di trovare, almeno una volta,
durante una lunga e dura giornata di bravo bambino, i 5 minuti di
matto.
Peccato per la povera bidella, ma,
d'altronde, con quel vestitino tutto ciliegie e dolcetti, sarebbe
stato davvero impossibile resistere.
E così è toccato a lei
sacrificarsi...
Albo pieno di sorrisi nel constatare
gli sforzi che un piccoletto deve mettere in atto per imparare a
stare in mezzo agli altri, albo in cui si ride nel finale a
sorpresa. E ancora si sorride nel riconoscere Nina, a dieci anni
esatti di distanza, ormai cresciuta e senza ciuccio (lo aveva dato al
lupo d'altronde: Il ciuccio di Nina, Il Castoro 2003), tra le
compagne del piccolo Glub... Noi che siamo cresciute professionalmente leggendo a torme di ragazzini il buffo linguaggio storpiato da un ciuccio fempre prefente, non possiamo che gioire in un nuovo libro della coppia Naumann-Villemin/Barcilon.
Carla
La
principessa, quella che faceva storie sui vestiti o sul mangiare
(Sono una principessa,
Il Castoro 2003; Piccola principessa non vuole mangiare,
Il Castoro 2008), invece l'abbiamo persa di vista. Deve essere andata
in un'altra scuola, una scuola privata, adatta al suo rango...
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