QUEL CANE D'UN BARBONCINO
Cosa si
può nascondere dietro una storia da tutti conosciuta e che è stata,
più o meno sempre uguale, proposta e riproposta? La storia del
diluvio universale e dell'arca di Noè si è prestata ad una infinità
di rappresentazioni e anche nel panorama recente dell'editoria per
ragazzi non ne sono mancate: ricordo, ad esempio, C'è posto per
tutti di Massimo Caccia e Passo passo di Emilie Vast. Qui,
nella fortunata collaborazione fra Nicola Cinquetti e Gek Tessaro,
c'è qualcosa di diverso, una storia che reinterpreta il mito, per
dar ragione di uno strano fatto: perchè Noè si è dato tanto da
fare per mettere in salvo gli animali, se poi molti di questi sono
destinati ad una brutta fine? E come mai alcuni di questi vivono fra
gli ozi, mentre altri finiscono in padella? La domanda non è banale
e il testo, rigorosamente in rima, una risposta se la dà.
Infatti,
ne Quando Noè cadde dall'Arca, si immagina che, ad un certo
punto della perigliosa traversata, sotto un cielo in tempesta, il
patriarca cada in acqua e che la scialuppa che lo raccoglie sia
travolta da un'onda gigantesca. Il povero Noè non può che chiedere
agli animali rimasti sull'arca di calare una fune; una scimmia,
lesta, riesce a trovarla, ma viene fermata dal saggio maiale che
ricorda ai suoi consimili che destino li aspetta, quando il diluvio
sarà passato e gli uomini avranno ripreso la loro vita di sempre.
L'assise animale comprende che il porco ha ragione e la fune vien
presto riposta, ma...sappiamo bene com'è andata a finire la storia.
Dunque
una versione all'insegna dell'ironia, che ridisegna un po' i confini
del mito per indurre il bambino lettore a riflettere sullo strano, si
fa per dire, rapporto che c'è fra noi e il resto del regno animale;
Noè tanto buono sì, e non per sua iniziativa, ma un po' corruttore,
un po' ingiusto verso tutti quegli animali che nella storia umana
sono stati sfruttati, mangiati, annientati.
Dietro
il racconto di una delle storie più raccontate, ecco spuntare la
spiegazione del perchè abbiamo soggiogato il mondo animale,
approfittando della debolezza di un animale che si è venduto non per
un piatto di lenticchie, ma per un cappottino.
Il
testo non semplicissimo mi sembra sia adatto per bambini non
piccolissimi, almeno dai cinque sei anni. Anche la scelta della
scrittura in rima baciata, senza sostanziali interruzioni, senza
punteggiatura, lo rende adatto soprattutto alla lettura ad alta voce,
più che all'uso diretto del giovane lettore.
Le
illustrazioni di Gek Tessaro sono come sempre vivacissime e piene di
dettagli. Da Carle riprende ancora una volta la particolare tecnica
che unisce pittura e collage, affollando ogni immagine di tanti
dettagli, costruendo così questo bestiario un po' stravagante che
accompagna il ritmo serrato della storia. Già si può immaginare la
performance che l'ottimo Gek potrebbe trarne, per la gioia dei
bambini, e dei grandi, che lo seguono.
Eleonora
“Quando
Noè cadde dall'Arca”, N. Cinquetti e G. Tessaro, Lapis 2013
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