venerdì 27 dicembre 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL CAPITALE... UMANO

Il denaro, Marie Desplechin, Emmanuelle Houdart
Logos, 2013


ILLUSTRATI PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Dice che i ricchi si innamorano dei ricchi e i poveri dei poveri. C'è una logica in tutto questo. Quando si frequentano gli stessi ambienti, si condividono gli stessi ricordi, le stesse abitudini, non è difficile stare insieme. Ci si lega più facilmente. Anche nelle favole, i principi sposano le principesse..."

Virginie stava frugando in un cassonetto per tirar fuori cibo in buone condizioni per poterlo ridistribuire a chi proprio non ha nulla, quando ha conosciuto Ernesto che, uscito dal locale, andava a prendere il suo mercedes coupé.


Cosa hanno in comune questi due? Apparentemente nulla, a parte gli studi in economia fatti da entrambi, eppure sono loro il centro di questa storia: sono loro gli sposi e intorno al loro matrimonio in allestimento ruotano tutti gli altri personaggi. Ricchi che vogliono essere sempre più ricchi, ricchi che hanno scelto di essere poveri, poveri che vogliono ad ogni costo diventare ricchi, e moltissime donne, ognuna con un sogno di riscatto da realizzare.
Dodici personaggi, compresi lo sposo e la sposa, che raccontano se stessi e il complicato intreccio che li vede tutti -in un modo o in un altro- legati fra loro.
Ciascuno, sembra necessario, per raccontare la propria storia deve far riferimento al suo rapporto con il 'capitale' accumulato nel corso della vita.


Che questo capitale sia in denaro, come nel caso di Edward, zio della sposa, un arrivista senza scrupoli assetato di ricchezza ad ogni costo e incapace di amare, o nel caso di Arturo, padre dello sposo, narcotrafficante senza scrupoli che ha sperimentato la povertà più nera durante l'infanzia e non rinuncerebbe per nulla al mondo all'agio raggiunto. O per altri il 'capitale' è in realtà rappresentato dal prossimo, come capita a Virginie, la sposa oppure a Bonnie, la hacker che ruba ai ricchi per reinvestire sui poveri. Mai il capitale è anche il lavoro, come accade per Camil e Sylvia, genitori della sposa, che come unica risorsa hanno quella di sapersi rimboccare le maniche quando occorre, o il know how, come per Sofie e Nana, due imprenditrici di se stesse, vincenti comunque. 


Il capitale è anche non avere capitale, come Franz, lo zio povero, che francescanamente ha fatto una scelta radicale nel rinunciare alla ricchezza.

Tutto, in questo bel libro, ruota intorno a due parametri: l'amore e il denaro. Ogni invitato al matrimonio si confronta necessariamente con entrambi: ragiona su se stesso e ne racconta in base a queste due misure. Quanto amore sia in grado di dare, quanto sia amato dagli altri, quanto sia in cerca di amore e quanto lo tema e se ne tenga lontano. Allo stesso modo lo fa con il denaro, come se questo secondo criterio sia altrettanto imprescindibile ago della bilancia nella nostra vita. Lo è, purtroppo.
In occasione di un matrimonio, questa carrellata di personaggi, vere e proprie icone di tipologie umane, si trovano a dover fare i conti, ironia della sorte, con il loro posto nel mondo. Dietro ciascuno, i lettori possono riconoscere parti di sé o di altri, possono stigmatizzare o condividere posizioni o atteggiamenti, ideologie e scelte, ma soprattutto possono ragionare sul percorso che l'umanità che abita la parte più ricca del mondo ha fatto per arrivare a diventare quello che è. Nel bene e nel male.
Si può leggere come un godibile feuilleton, con intrighi di famiglia e intrecci tra personaggi, ma anche come un pamphlet di sociologia o economia e, non ultimo, come un inno alla libera imprenditoria femminile. Le donne di questo libro, dalle ragazzine fino a quelle più anziane, sono specchio di una bella umanità: capace, consapevole, generosa, instancabile e coraggiosa.


L'Houdart è perfetta per la complessità del libro che si rispecchia nelle sue tavole, vere e proprie miniere di suggestioni rese attraverso un segno colto, di rara raffinatezza e inconfondibile.
Ancora una volta si conferma illustratrice intelligente e mai convenzionale di una umanità prototipica che racconta di sé attraverso una trama serrata di particolari e temi ricorrenti che arriva ad un effetto finale e generale dirompente e di grande impatto: qualcosa di simile a un sogno che può trasformarsi in incubo da un momento all'altro. Ma, come capita sempre davanti a qualcosa che ci turba non riusciamo a non guardare: elle tavole della Houdart gli occhi spaziano da un dettaglio all'altro e non riescono a staccarsi dall'immagine, come ammaliati dalla fascinazione di tanta bellezza.

Carla

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