MANIFESTI, MANIFESTI, MANIFESTI!
Attacchino,
Bruno Tognolini, Gianni De Conno
Gallucci 2013
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 7 anni)
"Piero Colla,
Carlo Tacca, Mario Piccia in quella giornata fecero cose
straordinarie.
Se nelle fiabe si
incontrano tipi che messi alla prova sanno arare e seminare e
raccogliere tutto in un giorno, loro in quel solo unico giorno fecero
molto di più.
Taglia e incolla,
strappa e attacca, appiccica tutto e via!
Strade e piazze,
muri e pali, facciate, vetrate, inferriate, avanti avanti!"
Tre attacchini che
lavorano alacremente ad appiccicare sui muri della città residui e
pezzi di poster di passate pubblicità. Loro che, invece, per
contratto sono chiamati ad essere precisi e minuziosi nel far
combaciare immensi lenzuoli di carta con pezzi di automobili o
porzioni di faccioni... Ma la gravità della situazione lo richiede:
il figlio di 11 anni dell'attacchino Piero Colla, Giovanni, è andato
via di casa. Ha lasciato un biglietto con scritto basta ed è
sparito. Voleva due piccioni da allevare, ma i genitori hanno detto
no, voleva dei pantaloni larghi alla moda ma i genitori gli hanno
detto no. Alla gita con la scuola hanno detto no, al computer hanno
detto no. Troppi no, e allora basta!
La madre in ansia e la
polizia che lo cerca, ma lui ha preso la sua decisione: almeno per
tre giorni a casa non si torna. Non ha fatto però i conti con
quell'inaspettato sistema di comunicazione che ha messo in piedi suo
padre.
"Prosciutti e
profumi, cieli e computer, orti e vallate, fresche fragranze, donne
spogliate, viaggi e vacanze, vecchi sereni, medici
onesti...manifesti, manifesti, manifesti!" questi sono gli
attrezzi da lavoro di Piero Colla, questo il lessico che nella città
si usa per parlare, questo è il modo che suo padre sa essere
efficace. E così Piero Colla e i suoi due colleghi 'costruiscono' un
discorso con le parole dismesse della pubblicità per rendere grandi,
anzi, più grandi, grandi come facciate di palazzi, i desideri di
quel ragazzo. E desiderio dopo desiderio, sogno dopo sogno, Giovanni
-con il naso per aria a guardare ciò che i tre avevano usato per
incartare la città- si lascia convincere da quella pubblicità senza
parole, si lascia condurre come per magia a tornare sui suoi passi,
sui suoi passi ... verso casa.
Ah, che bella idea.
Tognolini ancora 'ronza intorno' al tema della pubblicità
(Manifesti, Franco Cosimo Panini 2011), per raccontare una bella
storia di padri e figli. Una storia di incomprensioni e di chiusure
che poi diventano aperture e avvicinamenti.
Che bello far partire
tutto dalla poesia di questo mestiere 'nascosto' che sta proprio
nell'essere invisibile rispetto alla vistosità del suo risultato. E
Tognolini, come anche a me è capitato più volte, deve essersi
soffermato a guardare con ammirazione il certosino lavoro di uomini
armati di secchi di colla, spazzoloni e grandi fogli di carta
sottile, lì comporre con precisione estrema figure e immagini di
misura esagerata. Quelle figure ci guardano e ci chiedono di essere
guardate al nostro passaggio in quel preciso punto del nostro
percorso.
E che bello
organizzarci intorno una storia di difficili relazioni tra genitori e
figli, con un padre che
finalmente capisce il disagio del figlio e cerca di fargli sapere che
lui è dalla sua parte, che lui condivide i suoi desideri di ragazzo,
che lui gli vuole bene.
E che bello affidare
una storia così delicata a un illustratore, tre i miei prediletti,
così onirico e poetico come è Gianni De Conno.
Suggestive come sempre
sono le grandi tavole che, tuttavia, a mio parere, nella parte
centrale del racconto non riescono ad eguagliare le 'immagini' della
parola scritta.
Veri e propri cammei
in rima si incastonano nella narrazione come a volerci ricordare una
cosa importante da sapere nella vita: Tognolini, di mestiere, fa il
poeta.
Carla
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