GRAZIE, LUIS!
Se
qualcuna/o di voi ancora si sta chiedendo a che servono i librai, la
risposta è presto detta: a vendere, nei limiti dei possibile, buoni
libri, a mettere un limite alla stupidità dilagante, a frenare
l'impero del merchandising che sta invadendo le librerie con
tonnellate di 'oggettini' legati a questo o quel programma dedicato
ai bambini e alle bambine. Si potrebbe dire, parafrasando Marguerite
Yourcenar, ad arginare il sopraggiunto inverno dello spirito.
Dove
si vede la differenza? Eccola qua: mentre nelle librerie cosiddette
di catena, ma non solo, si predilige la vendita facile, quella che
non richiede la mediazione di un libraio/a, o si organizzano gli
spazi espositivi affittandoli a grandi gruppi, in altre librerie
ancora è possibile vedere all'opera libraie/i, che magari cercano di
costruire e consolidare lettori, scelgono libri, alcuni ne rifiutano
o, in ogni caso, ne limitano l'esposizione, promuovendo, magari,
quella di altri titoli, altri editori, resistendo alle sirene del
libro autovendente.
Per
fortuna ci sono libri che ci aiutano nel nostro lavoro, libri
'facili', perché trainati dal nome del loro autore e dall'ampia
leggibilità, ma che hanno una storia da raccontare e sanno come
raccontarla; sono libri che fanno argine alla marea di prodotti
mediocri se non infimi, spinti solo dalla pubblicità e dai programmi
televisivi, oggetti che del libro hanno solo l'aspetto. Per questo
ringrazio Luis Sepúlveda, perché col suo ultimo libro, Storia di
una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza, ha ancora
stracciato, nella libreria in cui lavoro, le Violette e le Peppe,
relegate al ruolo che dovrebbero avere. La storia della lumaca,
infatti non è solo in testa alla classifica dei più venduti, fra i
libri per ragazzi, del mese di dicembre, tanto da entrare nella
classifica generale, ma è anche il libro per ragazzi più venduto
del 2013, seguito a ruota dal Diario di una schiappa nelle sue
diverse versioni. Violetta. Diario di un successo, che credo
abbia spopolato nelle rilevazioni ufficiali, non va oltre il
ventesimo posto, mentre il fenomeno del maialino grufolante si
sparpaglia su alcuni libri e tanti meravigliosi e inutili oggettini.
Anche il topo Stilton nel mese di dicembre è ricomparso, sospinto da
letterine di Natale inconfutabili.
Ma
le nostre vendite hanno anche premiato libri come Il mistero del
London Eye, per il secondo anno consecutivo, o L'indimenticabile
estate di Abilene Tucker, i bellissimi Mappe e Zoottica,
l'intramontabile Libro selvaggio, il sognante Una splendida
notte stellata. Piccoli editori e grandi editori, novità fresche
di stampa e long seller, narrativa, divulgazione, libri illustrati.
Quindi
tanta fatica, nell'andare ostinatamente contro corrente, è stata
premiata; ancora una volta, in una grande libreria indipendente,
abbiamo dimostrato che si può essere indipendenti per davvero,
facendo il nostro lavoro al meglio.
Non
posso che ringraziare Alba, la magica libraia che a tutto resiste,
ringrazio Carla per il fondamentale aiuto nel proporre 'letture
diverse', ma ringrazio anche tutti gli autori e illustratori di libri
buoni, discreti, ottimi, gli autori di capolavori mai dimenticati,
perché loro sì, ci aiutano davvero a crescere nuove generazioni di
lettori. Storie incantate, viaggi avventurosi, scoperte straordinarie
che arricchiscono e allargano orizzonti. Immagini suggestive e
raffinate, che fanno crescere bambini e bambine nella bellezza.
Mentre
aspettiamo con gratitudine l'arrivo del nuovo Greg e il suo nuovo
Diario di una schiappa, altro nemico mortale delle
Violette, chiediamoci però il vero motivo per cui carta malamente
stampata, personaggi stereotipati, storie inconsistenti e tanto
glitter facciano presa soprattutto su bambine e ragazzine. Il
bicchiere mezzo vuoto sta proprio nell'incredibile risposta che
proposte 'editoriali' di tal fatta trovano ancora . Sappiamo bene che
per molti librai, i libri che si vendono da soli, che non richiedono
grande lavoro, che fanno entrare in libreria anche i non lettori,
sono una manna dal cielo, anche se nessuno lo ammetterebbe mai
pubblicamente. C'è solo un particolare: chi cresce con la sola
proposta avvilente e stereotipata dei prodotti commerciali,
difficilmente andrà ad ingrossare le schiere di coloro che tengono
in piedi l'intera catena della produzione editoriale, i lettori e le
lettrici.
Per
costruire lettori ci vogliono buoni libri, anche libri difficili,
come dice Beatrice Masini nella sua bella intervista.
I
buoni libri dobbiamo individuarli, apprezzarli, sostenerli, proporli,
difendendo la trincea della qualità.
E,
cari amici editori, care lettrici e lettori, le libraie e i librai,
quando sono messi in grado di espletare il loro difficile mestiere,
fanno ancora la differenza.
Eleonora
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