DAL DISAGIO ALL'OPPURTUNITÀ
Un drago in salotto, Pierdomenico Baccalario, Claudia Petrazzi
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 6 anni)
"Nessuno si
ricorda perché la Principessa e il Principe iniziarono a essere
infelici, né esattamente quando. Forse iniziò perché la
Principessa voleva sempre dipingere il castello di bianco, un colore
che le piaceva moltissimo. O forse perché il Principe voleva
dipingerlo tutto di nero, perché era così che si era sempre
fatto..."
Tuttavia, se si fosse fermato, avrebbero potuto fare merenda assieme. E il drago si fermò.
Si sa, draghi e principi non vanno d'accordo, e questa situazione si presentava piuttosto ingarbugliata, con quella bambina tra loro. Drago, Principe, Principessa e Bambina però trovarono modi di vita che permettessero loro di stare tutti insieme. E ci riuscirono.
Ecco raccontata, un po' apologo un po' fiaba, la storia di una separazione tra marito e moglie. Dopo un primo momento di spaesamento, di tristezza, di solitudine ognuno recupera le proprie autonomie, che, volenti o nolenti, in un rapporto di coppia si contraggono necessariamente. Con l'arrivo di un nuovo amore diviene necessario un riassestamento di relazioni, affetti, abitudini.
Tutto, come nella vita vera, quando ci si separa con civiltà.
Sebbene raccontata da un narratore esterno, la storia si focalizza sull'elemento 'delicato' dell'intera vicenda: la bambina. Come nella realtà, anche tra Principe e drago, si tenta di instaurare un ménage di civile rispetto con il fine di creare intorno a quella piccolina un 'cuscino' di protezione fatto di affetto sincero e armonia di rapporti. Se cercata con la volontà di tutelare i più indifesi, i piccoli, una nuova organizzazione familiare è possibile. Sebbene non sia sempre facile cedere il posto ad altri, sebbene sia difficile dimenticare la sofferenza, sebbene rinnamorarsi non significhi non sentire le bruciature pregresse, ciò nonostante un modo civile di convivenza è possibile trovarlo, o quanto meno è cosa buona e giusta cercare di perseguirlo, per il bene di tutti.
I disegni in bianco e nero di Claudia Petrazzi che vagheggiano il 'tetro' mondo di Gorey, pur non raggiungendo ovviamente quei livelli di sapienza e humour graffiante, sono interessanti perché offrono una lettura delle circostanze raccontate nel testo molto libera e indipendente. Nel suo DNA mi pare ci siano ironia e crudeltà sufficienti perché me la rendano 'naturalmente' simpatica.
Carla
Noterella
al margine: sabato in libreria una bambina mi ha raccontato con
sincera felicità la sua famiglia allargata. È stato bello leggere
nei suoi occhi il risultato di un gran lavoro di adulti sensibili e
intelligenti che da un disagio hanno saputo creare un'opportunità.
Bravi.
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