IL RAGAZZO CHESSÀ RIANIMARE IL MONDO
La vera storia
del mostro Billy Dean, David Almond
Salani 2014
NARRATIVA PER GRANDI
(dai 13 anni)
"Tempera la
matita e parti dallinizio e aspetta la parola.
Che parola cè
allinizio?
Non ti fermare.
Scrivila.
Buio.
Buio con umbambino
dentro."
Questo è 'linizio', ma
anche la fine della storia di Billy Dean. La storia che lui stesso
scrive per raccontare agli altri la sua infanzia, fatta di buio,
tanto buio.
Nato in un giorno di
tragedia, tra i colpi assordanti di diverse esplosioni, Billy Dean è
un bambino che porta su di sé il peso di una grave colpa. Non sua.
Veronica questo bambino
lo ha avuto da un uomo che un figlio proprio non può permetterselo,
perché è un prete. Lei, ingenua, giovane e piena d'amore, non
rinuncia alla sua maternità ma è costretta dalle circostanze a
segregare questo bambino e ad allevarlo in segreto, in una soffitta
sempre chiusa a chiave. Solo un'altra persona, oltre a Veronica e a
Padre Wilfred sanno dell'esistenza di questa creatura, la signora
Malone che lo ha aiutato a venire al mondo.
Undici anni passati in
una soffitta a guardare solo il cielo e le stelle, ad aspettare le
rare visite di suo padre, ad essere accudito da quella madre-ragazza
che lo riempie di mille attenzioni ma che ne sacrifica a tal punto
l'infanzia, Billy Dean, cresce. Come quelle piantine che nascono
nelle fessure di una pietra, lui tenacemente va avanti. Si crea un
suo mondo fatto intorno alle poche cose che ha e gioca ad essere Dio
per dare la vita ai suoi animali di legno. La vita, quella vera, però
è dietro a una porta e Billy Dean può coglierne solo minimi
accenni. Tuttavia è in grado di dare forma e senso al suo tempo
imparando a scrivere in una lingua che suona come quella che parlano
gli altri, ma che a leggerla è ben diversa. Tutto in lui è un po'
diverso. E lo sarà anche quando finalmente sua madre, con l'aiuto del signor McCaufrey, il macellaio, deciderà di
aprire la porta di quella soffitta.
Come una sua seconda
venuta al mondo, Billy Dean comincia così la nuova vita, a Blinkbonny, in quel
mondo che fino ad allora aveva solo potuto immaginare.
Per paradosso, i lunghi
silenzi, la solitudine e la sua infanzia rinchiusa hanno fatto di
Billy una persona di grande sensibilità, con un innata capacità di
comunicare. Assetato di mondo, dialoga con le creature che lo
circondano e con la natura in generale, entro cui si immerge spesso e
volentieri. Ma, a parte le poche persone che lo amano, il mondo in
cui vive è fatto di violenza, crudeltà, morte, inganno. È la
risultante di grandi tragedie che lo hanno colpito e lentamente, ai
suoi occhi si delinea un passato che può solo turbarlo. La sua dote
di comunicare con i defunti lo mette in relazione con quanto è
accaduto il terribile giorno in cui lui è nato.
Tutto converge: il
passato che ritorna è l'ultima grande prova a cui Billy deve
sottoporsi.
David Almond si
confronta con un grande tema: il Peccato.
Una vicenda umana che
nasce dall'aver violato la legge di Dio, è lo spunto per ragionare
su di esso e sul senso ultimo del Cattolicesimo. Ma se è
principalmente questo, non è solo questo. Lo dico, onestamente, per
non spaventare il futuro lettore.
Mediato attraverso una
narrazione avvincente, misteriosa, struggente, in alcuni tratti
lirica, Almond costruisce il romanzo secondo un'impalcatura tutta
umana che però è capace di toccare e di chiamare in causa molti
dei cardini su cui fonda la religione cattolica.
La figura dell'Angelo
bambino come messaggero tra due mondi separati, le molte statue di
santi in frantumi che con pazienza Billy e sua madre ricompongono con
intenti agiografici sono elementi che rinforzano il contesto.Ma Almond si spinge ben oltre: i dogmi della
Creazione, del Peccato originale, dell'Incarnazione di Dio nel figlio
Gesù, della Resurrezione ci sono tutti e costituiscono
effettivamente il reticolato intorno a cui la storia terrena di Billy
Dean si organizza. Ma proprio nella loro definizione di dogmi essi
portano con sé, inevitabilmente, grandi domande, che sembrano essere
la molla intima ed ultima che ha spinto Almond a scriverne. Credo.
La vera storia del
mostro Billy Dean, però, è anche un grandissimo romanzo, al di
là di ogni lettura esegetico-religiosa che se ne voglia fare. È,
prima di essere divina, una storia tutta umana, laddove si racconta
di un bambino che è in grado di crearsi un proprio mondo (a sua
immagine e somiglianza), laddove un prete pecca e una ragazza ama,
laddove in un ragazzo vengono riposte le speranze di rinascita di un
mondo che non funziona, laddove una donna ricomincia a vivere grazie
a una manovra di respirazione artificiale.
Il senso ultimo è
ancora una volta in quel mostro che occhieggia in copertina:
un'altra creatura speciale (che le racchiude tutte un po'), un po' come Mina che da un albero ragiona della 'bellissima bellezza del mondo',
come Skellig che ha le ali, come Paul che è arrivato a toccare la
luna, come Stephen che crea con l'argilla, come Kit che dialoga con i
morti e come David che ha contato più di cento stelle...
Carla
Noterella al margine. Qui e qui note sull'importante intervista rilasciata da Almond alla fiera del libro di Bologna, lo scorso marzo.
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