LA POESIA CHE C'È IN UNA STELLA-SCIMMIA
Mia mamma è un gorilla, e
allora? Frida Nilsson
Feltrinelli Kids 2014
NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)
"Ogni automobile che arrivava
all'orfanotrofio veniva presa d'assalto dai bambini: tutti si
spintonavano e davano gomitate per arrivare prima e farsi vedere,
nella speranza di potersene andare. Eh, già, quanto desideravamo una
vera casa, con una vera mamma, di quelle belle, con i capelli
raccolti sulla nuca e una nuvola di profumo intorno a sé."
Eppure la persona
che scese quel giorno da quel catorcio di macchina non rispondeva
molto ai canoni estetici dei bambini dell'orfanotrofio perché era un
gorilla. Al cento per cento.
Janna, la
protagonista, impietrita davanti a quella visione, viene scelta tra
gli altri cinquanta bambini da quella mamma scimmione.
Terrorizzata e
convinta di finire presto tra le sue fauci, Janna non può fare altro
che seguirla nella nuova casa che assomiglia molto a un capannone ed
è nella periferia industriale della città. La gorilla, di
professione robivecchi, vive nel disordine e con uno standard di
igiene piuttosto basso, ma a suo modo sa prendere per il verso giusto
quella ragazzina che dal primo giorno di vita nessuno ha mai voluto
con sé.
Tra molte piccole
truffe e molte grandi letture serali, quelle due imparano ad intendersi, a
volersi bene, diventando inseparabili. Nonostante le insistenze di un
imprenditore senza scrupoli che vorrebbe comprare il terreno dove
sorge la strana casa della gorilla e di Janna, quelle due riescono a
superare trappole e raggiri che trovano sul loro cammino e rimangono
insieme perché entrambe sanno farsi guidare dalla stessa stella.
Una grande poesia, un grande senso di
libertà, l'assenza del pregiudizio, certa schiettezza nei rapporti
affettivi, e altrettanta asciuttezza di situazioni e di stile
narrativo, così come la complicità crescente tra le due
protagoniste rendono questa storia rara e piuttosto bella.
La prima
circostanza a disorientare il lettore è la gorilla stessa; per molte
pagine ci si aspetta che essa sia un espediente narrativo della
Nilsson per raccontare, sotto metafora, una donna in cerca di
figlia. Invece no: in cerca di maternità è un vero gorilla che
però conduce una, seppur strampalata, vita da umano, con tutte le
difficoltà del caso: guidare una macchina, avere una motilità fine,
ma anche con alcuni impagabili vantaggi, come per esempio la capacità
di cambiare una ruota a una roulotte senza ricorrere al crick...
Libertà di
pensiero, autonomia di azione, affettività senza smancerie (la prima
carezza arriva a circa metà del libro) sono ad evidenza retaggio di
una cultura nordeuropea e potrebbero risultare quanto meno insolite
ad un lettore autoctono. Tuttavia esse offrono così tanti e
interessanti spunti di riflessione sulla relazione genitori-figli,
che sarebbe un peccato giudicarle troppo frettolosamente estranee al
nostro modo di sentire.
Affetto e
complicità sono sentimenti che si costruiscono con il tempo e con
impegno, costanza e cura da ambo le parti: nella storia della Nilsson
questo si percepisce molto bene, laddove Janna e la gorilla imparano
a capirsi e a volersi bene solo attraverso il loro vivere la vita. E
tutto accade con il sorriso sulle labbra che, spesso e volentieri, si
trasforma in una gran risata.
Carla
Noterella al
margine. Il titolo scelto dall'editore italiano non fa onore al
poetico titolo svedese che si riferisce a quella stella-scimmia che,
nella temporanea separazione tra bambina e gorilla, ha il compito di
guidarle verso il loro destino comune.
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