BAMBOLE INQUIETANTI
Nel
vasto mondo della narrativa di genere dedicata ai più giovani la fa
da padrone il fantasy, in tutte le sue articolate varianti; un
posticino viene occupato però anche dall'horror, depurato delle
descrizioni più macabre. In questo filone, capostipite è stata la
collana dei Piccoli Brividi, con derivazioni ed emuli,
produzione seriale dedicata ai ragazzini, soprattutto, ma anche
ragazzine, intorno ai nove/dieci anni. Tale genere di produzione è
in netto calo di lettori, così come sono praticamente spariti i già
fortunatissimi libri game. Qua e là nella produzione si affacciano,
però, titoli che introducono lettrici e lettori ad un genere che
annovera moltissimi fan e autori come Stephen King. Fra questi,
recentissimo, Doll Bones. La bambola di ossa, di Holly
Black, conosciuta soprattutto come coautrice della serie Spiderwick.
La
storia ruota intorno a tre amici, un ragazzo, Zach, e due ragazze,
Polly e Alice, tutti dodicenni, che condividono la passione per il
gioco, oggi si direbbe di ruolo, in cui ciascuno impersona diversi
soggetti e la trama si sviluppa di volta in volta secondo le
invenzioni dei partecipanti. Una dei tre, Polly, possiede
un'inquietante bambola di porcellana, che nel loro gioco impersona la
Regina. La bambola in qualche modo prende vita, o almeno questo
pensano i tre, e chiede loro di essere sepolta in una determinata
tomba del cimitero di una cittadina vicina. Perché in realtà quella
porcellana è fatta, forse, con le ossa di una bambina, Eleanor,
morta tempo prima. I tre si mettono in cammino, scontrandosi con
mille difficoltà e mettendo a dura prova la loro solidissima
amicizia.
Storia
ben costruita, con la giusta dose di mistero, l'aleggiare forse
malefico di spiriti inquieti, l'oscillazione continua dei tre eroi
fra una realtà prosaica e la dimensione avventurosa e fantastica. I
personaggi rappresentano bene il senso di solitudine che accompagna
la crescita e la progressiva presa di coscienza della realtà del
mondo adulto, così come rende bene il ruolo insopprimibile
dell'amicizia, del patto di solidarietà che è fondante
dell'adolescenza.
Ma
quello che più mi è piaciuta è proprio la descrizione della
relazione fra i tre mediata dal gioco, che è poi il gioco della
vita: condividere un'avventura fantastica, dettarne le leggi e i
confini, diventare qualcun altro, che dà voce a parti di sé
inespresse e consente di esplorare i territori del possibile, con il
solo ausilio di qualche pupazzo ereditato dall'infanzia; mettersi
alla prova e nello stesso tempo tenere il filo che riporta alla
realtà.
Grande
esercizio di fantasia, solo in parte si è trasformato nei giochi di
ruolo e nei games attuali che impazzano sul web, giocati spesso fra
sconosciuti, che non condivideranno mai non solo una vera avventura,
ma nemmeno un piatto di ciambelle calde.
La
scrittura lineare e l'assenza di risvolti realmente horror consentono
la lettura a partire dagli undici anni. Sempre che non si abbia paura
dei fantasmi.
Eleonora
“Doll
Bones. La bambola di ossa”, H. Black, Mondadori 2014
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