PROFUMO D'AFRICA
Una
bella novità, che poi novità non è, avendo circa venticinque anni
nell'edizione originale tedesca, proposta con intelligenza
dall'editore Giunti: Said e il tesoro del deserto, di Sigrid
Heuck, scrittrice e illustratrice di libri per ragazzi, ben poco
tradotta in Italia.
Said,
scritto nel 1987, è un libro anomalo per i nostri ragazzi: per i
tempi lenti e la complessità della narrazione, e per l'ambientazione
esotica.
L'autrice
tedesca ha molto viaggiato in Africa e per tutto il libro affiora la
conoscenza e l'amore per questo continente, così come è
preponderante il riferimento alle Mille e una notte,
non solo nei richiami al mondo magico, ma anche nella struttura della
narrazione. E' come se Sherazade venisse in qualche mondo trasportata
in un passato molto più recente, portandosi dietro il profumo di
magia e la circolarità della narrazione.
Si
intrecciano dunque due racconti, quello principale che accompagna una
carovana tuareg nel deserto del Sahara, il cui più giovane
partecipante è Abouli; durante il faticoso viaggio, i tuareg si
imbattono in un hakayati, un cantastorie, che si unisce a
loro, allietandoli, la sera, dopo la preghiera e dopo il tè, con il
racconto di Said. Si tratta di un bimbo trovato da una peri,
una sorta di fata madrina, che gli regala una serie di oggetti
magici, potente protezione dai jinn, spiriti maligni e
dispettosi. Fra i doni della peri, c'è una perla che consente
di comprendere e parlare tutte le lingue, comprese quelle degli
animali, uno specchio che allontana le streghe e gli spiriti malvagi,
una coperta magica. Il bimbo viene di volta in volta adottato da
famiglie diverse, nel corso del suo lunghissimo viaggio attraverso
mezzo continente. Ovviamente c'è un tesoro da trovare, cinque prove
da superare e una bella fanciulla da conquistare.
Dunque,
come Sherazade, anche il nostro hakayati tesse una trama
complessa, piena di digressioni, in cui il viaggio della carovana
entra dettando ad ogni sosta la svolta che la narrazione deve
prendere. Un oggetto trovato, un animale sono lo spunto che il
cantastorie usa per costruire lo sviluppo della storia. Il
protagonista Abouli e il lettore entrano ed escono dalla dimensione
magica del racconto, mentre si dipana il viaggio attraverso il
deserto. Il grande patrimonio delle Mille e una notte, con i
suoi spiriti, i mercanti, i luoghi leggendari dell'Africa sub
sahariana e del Nordafrica, rivivono nello splendore del passato e
del racconto favolistico: Timbuctu, Marrakech, Casablanca,
Alessandria e ancora Sana'a, Agadez, Bamako. Nello stesso tempo il
fascino di quei luoghi, il sapore esotico del viaggio in luoghi
leggendari, abitati da popoli affascinanti e misteriosi, come i
tuareg e i dogon, entrano di prepotenza nell'immaginario che questo
libro nutre.
Qui sta
la sua bellezza e il suo limite: una struttura narrativa complessa e
un'ambientazione inconsueta rendono questo romanzo adatto a lettori
consolidati, per niente pigri e che amino il sapore del viaggio e
dell'avventura, accompagnati dal racconto di un cantastorie. E' una
lettura che comunque consiglio, per l'approccio rispettoso e ammirato
nei confronti di culture poco conosciute dai nostri ragazzi e per le
suggestioni di un'ambientazione cosi precisa e nello stesso tempo
così esotica. Profumo d'Africa, insomma.
Eleonora
“Said
e il tesoro del deserto”, S. Heuck, Giunti 2014
Nessun commento:
Posta un commento