PSST... PSST...
Telefono senza
fili, Ilan Brenman, Renato Moriconi
Gallucci 2014
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"L'idea del
libro mi è venuta un giorno che ero a tavola con un sacco di bambini
chiassosi e di adulti irritati in un ristorante al mare. Ho proposto
di provare il telefono senza fili e ci siamo messi a giocare tutti
quanti: adulti e bambini dai due ai dieci anni di età. Venti minuti
dopo...era tornata la pace. Mi è rimasta impressa nella mente
l'immagine di quei bimbi che sussurravano nelle orecchie degli
adulti..."
Generato da un pensiero
in un ristorante brasiliano, è facile immaginarlo crescere in un
altro passaggio di idee, forse in un altro ristorante brasiliano, tra
autore e illustratore e così via andare, passando per un editore,
chissà se in altro ristorante brasiliano, fino ad arrivare, dopo
enne passaggi, a diventare un libro, un libro che, senza parole,
arriva alle nostre orecchie.
Con il Telefono senza
fili funziona così.
Il Telefono senza fili
è un gioco sonoro, seppur sussurrato: si parte con una parola o una
frase, e le si fa fare il giro, di bocca in bocca e di orecchio in
orecchio, e la si fa viaggiare per poi farla tornare al punto di
partenza.
Ma questo libro, per
paradosso, è muto, senza parole. Eppure è proprio in questo che sta
una delle sue bellezze.
Una figura di profilo,
sussurratrice, soffia nell'orecchio della figura successiva,
'ricevente', sempre ritratta di fronte. Con il giro di pagina questa
figura frontale è ritratta di profilo ed è diventata a sua volta
sussurratrice.
Questo dondolio tra
profili e immagini frontali, crea un andamento regolare che si
interrompe ogni volta nella sorpresa dell'avvicendarsi di personaggi
tra loro molto diversi e legati in sequenza da nessi inaspettati e
molto divertenti.
Qui alla Macli (Brasilia, 2012) le tavole di Moriconi in esposizione |
Siamo di fronte a una
vera e propria galleria di ritratti (d'altronde la dedica a Piero
della Francesca non è casuale), sottolineata ulteriormente
dalle grandi cornici bianche, create dal bordo del foglio. Sfogliando
il libro abbiamo la sensazione di camminare nel corridoio di una
pinacoteca e, di pagina in pagina, colleghiamo con facilità il re
con il suo cavaliere, il pirata con il suo pappagallo, la nonna con
il lupo. Ci lasciamo sorprendere invece, ad ogni giro di pagina,
laddove l'armatura dialoga con un palombaro, il pappagallo con un
aborigeno che ha le sue penne per copricapo.
Ma ciò che sembra una
galleria di ritratti è una illusione ottica perché, a ben vedere le
tavole di Moriconi, le cornici bianche del foglio di carta separano
solo la superficie dei personaggi che, invece, sembrano avere una
loro presenza fisica in uno spazio reale, come testimoniano i giochi
di luce su ciascuno dei personaggi (illuminante quanto scrive Anna
Castagnoli qui).
Raffinatezze cromatiche
e piccoli ulteriori dettagli accendono il nostro immaginario: il
cambio di abbigliamento del lupo o la felpa rossa di quella
cappuccetto moderna, o l'uncino così 'stridente' nella specularità
con il guanto rosso del palombaro.
Ma la meraviglia più grande è
nel gran finale dove l'abitudine al quadro si infrange, qui in modo
eclatante, in quel cagnone affettuoso che 'sconfina' oltre la cornice
per andare a 'dire', come sa fare lui, la parola misteriosa che ha
viaggiato di bocca in bocca, di orecchio e in orecchio.
Quale sia la parola, lo
lascio indovinare a voi.
Carla
Norerella al margine.
Questo libro, uscito per Companhia das Letrinhas nel 2010, è il
primo di una meravigliosa trilogia in cui Brenman e Moriconi ruotano
intorno al tema del ritratto. Il secondo è dedicato allo Sbadiglio
(Bocejo, 2012) e il terzo alle somiglianze tra umani e animali (Caras
animalescas, 2013)
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