IL
MIRACOLO DELLA YURTA
Il
nuovo romanzo di Marie-Aude Murail non è recentissimo, è stato
infatti pubblicato in Francia nel 2009 e viene ora tradotto dalla
Giunti nella collana Extra, col titolo Crack!
Un anno in crisi;
eppure descrive con incomparabile maestria e con la consueta,
complice, ironia lo spirito del tempo, di questi tempi incerti e del
futuro che tarda ad affacciarsi.
Protagonisti
i quattro membri della famiglia Doinel: il papà, Marc, dirige una
filiale di autotrasporti, protegge come può i suoi collaboratori da
una feroce ristrutturazione aziendale; la mamma, Nadine, lavora in
una scuola materna, è sovrastata dal lavoro e dalla responsabilità
e affronta quotidianamente la sua orda di piccoli barbari, cercando
di catturarli con le canzoncine e i riti quotidiani; non riesce ad
essere una madre presente come lo vorrebbe. La figlia più grande,
Charline, detta Charlie, è letteralmente persa nei manga, il filo
conduttore delle sue giornate sono le vicissitudini dei personaggi
ambigui, un po’ perversi, dalla sessualità incerta e il più delle
volte posseduti da demoni. Esteban, il figlio minore, mingherlino, è
vittima del bullismo dei compagni, fino a quando interviene una
psicologa dall’aspetto quasi inquietante.
Insomma
qui si parla di noi, del lavoro in cui non ci si riesce a
riconoscere, del lavoro che perde dignità e senso, di ragazzi
lasciati anche un po’ soli ad affrontare un mondo spiazzante e che
si rifugiano dove possono, anche nell’immaginario fasullo di un
mondo lontano. Tutti molto fragili, incerti su ciò che si vorrebbe
essere. Ma, si sa, le cose cambiano, la vita irrompe, costringe ad
affrontare le cose che non vanno, propone nuovi incontri, suggerisce
svolte.
A
questo punto il sogno che ciascuno di loro ha nascostamente
coltivato, e che è lo stesso per tutti e quattro, può
improvvisamente prendere forma, modularsi in modo realistico. Il
sogno? Una yurta mongola, una grande tenda piantata in mezzo alla
natura, simbolo neanche tanto nascosto di un’altra possibile vita.
Un chiamarsi fuori collettivo e plurale dalle regole insostenibili
della modernità. Il bello è che questo sogno apparentemente
irrealistico prenderà poi una forma più che concreta.
Se
l’idea guida, lasciare tutto e andare via, non è ovviamente
originalissima ed è stata trattata in molti modi, lo diventa nella
penna della Murail, come sempre abilissima nel raccontare con penna
leggera, con garbo e delicato umorismo, le contraddizioni e le
angosce del nostro presente. Così l’incerta identità sessuale di
molti/e adolescenti viene raccontata attraverso le iperboliche,
implausibili, grottesche vicende dei personaggi manga; il bullismo,
sempre più diffuso, si risolve con l’intervento di una tristissima
ma efficace psicologa; e il mondo del lavoro, la sua
disumanizzazione, i miti dell’efficienza e della produttività che
macinano le vite delle persone, viene descritto con realismo e, nello
stesso tempo, con un umorismo che sconfina nel grottesco.
E’
facile specchiarsi in questo romanzo e lo è sicuramente anche per
ragazzi e ragazze alle soglie dell’adolescenza; si ride spesso, ci
si riconosce, si finisce la lettura con un pizzico di pessimismo in
meno; il messaggio, per quanto non originale, va sempre bene e più
che mai oggi va sottolineato e ribadito: i sogni, o se vogliamo
l’utopia, aiutano a vivere, proprio perché suggeriscono un diverso
modo, e possibile, di stare al mondo, senza fuggire, senza piegarsi.
Eleonora
“Crack!
Un anno in crisi”, M.A. Murail , Giunti 2014
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