GENERAZIONI IN CRISI
Ancora
famiglie disastrate e ancora ragazzini e ragazzine, come nel caso di
Questa sono io, in grado di far fronte ai disastri del mondo
adulto.
La
protagonista del romanzo di Ludovica Cima e Annalisa Strada è Viola,
tredicenne dalla vita molto complicata: vive con la nonna, i genitori
sempre lontani; a fianco a lei Arianna, l'amica del cuore con grandi
capacità organizzative e un segreto doloroso; c'è una classe
scolastica, con il suo repertorio di galline, ovvero il gruppo di
fanatiche che si considerano leader, e qualche maschio belloccio e
taciturno.
Il vero
problema di Viola è che sa ben poco della vita dei suoi genitori,
sempre lontani, sa solo che lavorano in teatro, un lavoro che li
prende totalmente. Per saperne di più, le due ragazze organizzano un
viaggio a Parma, dove risiede il padre; lì il castello di mezze
verità e altrettante bugie va in mille pezzi, il padre ha un'altra
famiglia, quella vera. Viola comprende dunque di essere la figlia di
una relazione clandestina, quasi un inciampo nelle vite professionali
dei suoi genitori; per questo porta il cognome della madre, per
questo le visite del padre sono così sporadiche.
Anche
Arianna, l'amica del cuore, ha il suo bagaglio segreto, la
consapevolezza di essere stata adottata in tenerissima età.
Dunque
famiglie diverse, in cui non è la generazione biologica il dato
fondamentale, ma l'amore scelto consapevolmente: la nonna di Viola,
che si è sempre presa cura di lei, cercando di farle vivere una vita
normale, e i genitori adottivi di Arianna, che non le hanno mai fatto
mancare l'effetto e la presenza costante.
Mi
sembra un discorso ben condivisibile, e che potrebbe ampliarsi ancora
di più, nel tema delle diversità. E se è senz'altro interessante
questo discorso, in tempi di trasformazioni così radicali della
dimensione familiare, lo è ancora di più ribaltando l'angolazione
di questo racconto: ovvero qui, come in altri romanzi, ci viene
restituito un ritratto di genitori inconsistenti, spesso
irresponsabili, ricordiamoci dell'ampia bibliografia sull'argomento,
carenti, incapaci di comprendere il mondo dei figli.
Se
davvero le trasformazioni culturali degli ultimi trent'anni ci hanno
portato a questo, come stupirsi di avere per figli degli sdraiati?
La mia è ovviamente una provocazione, ma credo sia vero che tanta
letteratura con questa ottica ci restituisca l'immagine credibile di
generazioni in crisi, sia i genitori sia i figli, alla ricerca di un
nuovo ruolo, una nuova prospettiva di vita.
Le due
autrici hanno il merito di costruire una storia credibile, raccontata
con la giusta misura e con quel pizzico d'ironia che allegerisce il
dramma; è una lettura scorrevole, molto complice con il mondo degli
adolescenti, adatta dai dodici anni in poi.
Eleonora
“Questa
sono io”, L. Cima e A. Strada, Il Castoro 2014
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