UN ABBRACCIO MIGLIORA LA VITA
A giulia che ne ha bisogno...
Chi vuole un abbraccio?
Przemysław
Wecterowicz, Emilia Dziubak
Sinnos
2014
ILLUSTRATI
PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Papà
che ne diresti se adesso andassimo ad abbracciare il Signor Castoro?
Ti direi: figlio che cosa stiamo aspettando?
Mentre
camminano fanno mille discorsi: ammirano il risveglio della natura,
si chiedono se anche sugli altri pianeti vivono gli orsi, discutono
se è più bello essere il papà di un figlio così coraggioso e
sveglio come Orsetto, o figlio di un padre così saggio e forte come
Papà Orso.
E
mentre parlano, sono già arrivati."
Il
Signor Castoro è il primo a beneficiare di quella lunga serie di
abbracci che i due orsi, padre e figlio, inanellano nella loro
passeggiata nel bosco. Dopo di lui Signorina Donnola, quindi due
coniglietti, un lupo, un vecchio alce e persino un bruco, nonché il
cacciatore di passaggio, che, guarda il caso, dopo l'abbraccio si
ritrova disarmato...
Ogni
volta, colti di sorpresa, gli animali che ricevono l'abbraccio
rimangono interdetti e vagamente perplessi, ma ogni volta
-immancabilmente- dopo l'abbraccio si sentono meglio. Sembra quasi
che gli abbracci lascino dietro di sé una scia di buonumore, di
benessere diffuso, di ottimismo. D'altronde Papà Orso lo aveva detto
al principio di questa storia: per fare di una giornata normale una
giornata perfetta occorre abbracciare qualcuno.
Oh,
che bel libro che è questo! Un libro che apre il cuore e che, per
diverse ragioni, mette di buon umore (un po' come gli abbracci che
contiene).
La
prima delle quali è legata al messaggio che in ogni pagina viene
ribadito e declinato secondo diverse varianti: se abbracci un altro,
lasci in lui una piacevole sensazione (che può variare dalla
simpatia nel castoro fino alla commozione nella donnola).
Questo
accade perché abbracciare significa in primo luogo entrare in
contatto (anche fisico) con l'altro: pratica questa non poi così
diffusa ai nostri giorni in cui la diffidenza e la distanza (non solo
fisica) tra persone che non si conoscono è quasi d'obbligo.
Nonostante siamo famosi nel mondo per essere gente espansiva ed
estroversa, da noi l'altro
è potenzialmente un pericolo, un fastidio, un intruso. Impensabile
abbracciarlo. Eppure in altri angoli del mondo le cose vanno
diversamente: negli Stati Uniti spesso, in situazioni di festa
collettiva, c'è il cosiddetto banchetto dei baci, dove ragazzine si
avvicendano nel dispensare baci a chi ne faccia regolare richiesta.
Pratica questa, non molto diversa dalla passeggiata degli abbracci
dei due orsi che, sarebbe auspicabile, potrebbe diventare una buona
abitudine quotidiana per tutti noi: abbracciare (anche in senso
metaforico), oltre ad amici e parenti, qualcuno che ne abbia bisogno.
E se l'abbraccio vi sembra troppo impegnativo, accontentatevi di
regalare almeno un sorriso quotidiano.
Seconda
ragione per amare questo libro: la bellissima relazione tra padre e
figlio, che tra le righe attraversa l'intera vicenda. Un fantastico
rapporto che li lega e che è basato sulla fiducia, sulla stima e
sull'affetto reciproci, confermati in ogni occasione.
Terzo
motivo: i disegni che sono molto classici e insoliti al contempo. A
parte l'ironia e l'espressività di gesti e personaggi, mi hanno
colpito alcune soluzioni compositive: per esempio la cornice
vegetale, ogni volta differente, che è un piacere per gli occhi,
soprattutto perché crea una sorta di effetto cannocchiale sulla
scena e perché contribuisce a determinare il contesto 'boscoso'
dell'intera vicenda. Come pure i risguardi iniziali con i due
faccioni e quelli finali con quell'ultimo saluto al lettore:
meravigliosi orsi, gentili fino in fondo!
Carla
Nessun commento:
Posta un commento