martedì 23 settembre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


 SE MANCANO LE PAROLE


Ah, le parole...viviamo avvolti nelle parole, troppe, poche, isterilite, ridondanti. Erik Orsenna nel suo lungo e fertile percorso all'interno del nostro parlare approda ad un'isola in cui un oscuro dittatore abolisce tutte le parole, con l'eccezione di dodici verbi.
Prime ad essere espulse, inutile dirlo, le parole di origine straniera. La Resistenza si organizza, una brava maestra prepara i suoi allievi all'insurrezione e per farlo, li guida in diversi luoghi: da Capataz, custode di antichi dizionari, da due vecchie insegnanti esperte in etimologie, in radici greche e latine, infine nella fabbrica delle parole, dove nascono i neologismi.
Ovvero la lingua è un essere vivente, le parole hanno un'origine, una storia, un continuo arricchimento dato dall'uso; mentre il rutilante mondo contemporaneo provoca la nascita di nuove parole, o l'ingresso di parole provenienti da altre lingue.
Cosa resterebbe della nostra capacità d'espressione se davvero, per esempio, eliminassimo le parole di origine araba, dallo zucchero al cotone, allo zero fino all'azzurro?
Così come la conoscenza delle radici delle parole, per noi soprattutto greche e latine consente davvero di comprendere meglio, per esempio, le parole della scienza.
Facile a dirsi, molto più difficile spiegarlo ai ragazzini e alle ragazzine, che considerano l'uso di un buon vocabolario come qualcosa di assolutamente superfluo e che si accontentano di una lingua parlata gergale e autoreferenziale, adatta cioè a riconoscersi nel gruppo di amici. Verrebbe da dire Scialla, Erik, le cose stanno così, viviamo in un mondo che dà poco valore alle parole.
Ma Orsenna evidentemente prende sul serio la sua missione, iniziata con La grammatica è una canzone dolce, proseguita con I Cavalieri del congiuntivo e la Danza delle Virgole. Parlare bene è pensare bene, è uscire dall'imprecisione e dall'approssimazione, dal gergo, che pure ha una sua ragion d'essere, e dalla banalità. La sua è una bella sfida, far comprendere il senso della grammatica corretta o di un buon lessico, divertendo i giovani lettori e le lettrici attente con una cornice narrativa che consente di presentare le diverse tematiche con leggerezza e una buona dose di ironia. Forse sono testi che acquistano valore soprattutto nelle mani di insegnanti intelligenti, che li sappiano usare come introduzione divertente ad uno studio che può sembrare astratto e noioso.
Ma come dice giustamente l'autore, Cosa sarebbe l'amore, senza parole d'amore?
Condivido in pieno e, presa dall'entusiasmo, potrei quasi esprimere il buon proposito d'inizio anno: parlare italiano, almeno provarci.

Eleonora

La fabbrica delle parole”, E. Orsenna, Salani 2014

Nessun commento:

Posta un commento