L'uomo dei
palloncini, Giovanna Zoboli, Simone Rea
Topipittori 2014
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 6 anni)
"L'uomo dei
palloncini conosce ogni bambino di ogni paese e città. È questa la
sua specialità. E per ognuno sa cosa è meglio."
Arriva
nella notte con il suo camioncino che al mattino, con la pioggia o
con il sole, si apre come una valigia. E con lui c'è la sua ragazza
che vende un mondo fatto di torroni, caramelle e mandorle zuccherate.
L'uomo dei palloncini è il signore dell'aria leggera di cui sono
fatti i diversi animali che, attaccati ad un filo, lui lega ai
sottili polsi dei bambini. La sua grande abilità è proprio quella
di saper scegliere per ciascuno di loro il palloncino più adatto. Ad
una bambina offre una stella, due delfini gemelli ai fratelli in
lite. Ad un neonato dà un orso che guarda lontano. La sua sapienza
viene da un tempo lontano, un tempo sospeso, fatto di attesa per il
momento perfetto. E ogni bambino, dopo aver ricevuto il giusto
palloncino, ha davanti a sé un nuovo percorso sul quale avviarsi.
Compiuta la sua semplice e meravigliosa missione, nella notte, l'uomo
dei palloncini riprende il suo camioncino e torna a casa. La sua
ragazza gli dorme accanto mentre lui, unico, veglia e conta le luci
del mondo.
Ci
sono figure, banalizzando potremo forse definirli personaggi, che si
insinuano nella mia anima e da lì non vanno più via. Credo dipenda
dal fatto che la loro esistenza sia sta generata dall'anima prima
ancora che dalla mente. Penso all'Angelo delle scarpe (Topipittori, 2009), penso al Signor Nessuno (Topipittori, 2008), penso all'Omino e
al Dio (Topipittori, 2011) che si incontrarono un giorno. E penso
alla Vecchina che sa fare i pani d'oro (Topipittori, 2012). E allora
mi accorgo che c'è un filo che li tiene uniti, un filo che parte
dalle scelte di un editore.
Il
Signor Nessuno o l'angelo che arriva sul balcone di Simone sono
fratelli dell'uomo dei palloncini. Sono creature che arrivano da
lontano, che passano nel nostro mondo, ci attraversano, e dopo il
loro incontro nulla è più come prima. La luce che emanano crea in
noi stupore perché da un lato li illumina ma dall'altro li rende
anche indefiniti, come se una sorta di aureola li avvolgesse.
Chi
sia in effetti l'uomo dei palloncini, io lo posso stabilire solo per
me. Non sono capace di farne un'esegesi che valga per tutti. Un po'
come accade in poesia, ogni lettore che leggerà questo libro
elaborerà la propria chiave interpretativa. E questa è la potenza
della scrittura!
Dunque
il mio 'personalissimo' uomo dei palloncini assomiglia a colui che
tiene in mano il filo del nostro destino: per chi crede può essere
dio, ma può essere anche un Maestro, o un ladro di bambini, ovvero
un traghettatore di infanzie, come è Felix nel Ci sono bambini a zig
zag di Grossman (Mondadori, 2007).
Simone
Rea sembra darmi ragione nel farlo apparire dal buio, appena uscito
da una galleria del mistero e farlo uscire di scena a 24 ore esatte
di distanza, infilandolo in un tunnel altrettanto misterioso. Tutto
ciò che c'è in mezzo è colore e brulichio di persone. Un crescendo
quasi sonoro che dilaga e 'allaga' la pagina, fatta di mille facce
diverse. Il ricordo che ho dei miei uomini dei palloncini, quelli
veri, era esattamente così: grappoli di colore in perenne movimento
e moltissimi piccoli nasi all'insù.
Unici
momenti sospesi, esattamente come accade in un salto, sono il
coraggio del leone e l'infanzia dell'elefante. E poi c'è lui, quel
piccolino: grandi occhi e grandi occhiali, muto dalla meraviglia
davanti al suo nuovo palloncino.
E
dentro di lui ci siamo stati tutti noi.
Carla
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