ARRENDITI, ADULTO!
A cena dalla
Regina, Rutu ModanGiuntina 2014
FUMETTO PER MEDI (dai 7 anni)
"Stai dritta!
Smetti di dondolarti sulla sedia!
Non parlare quando hai la bocca piena!
Te l'ho già detto, non con le mani!
E non dar da mangiare a Sami!
Uffa! Tutte queste buone maniere a cosa servono?
E se la regina ti invitasse a cena a Buckingam Palace, cosa faresti?
Ding Dong."
Così, da una sedia di cucina la ragazzina viene sbalzata su un seggiolino di un aeroplano e quindi in una sala da pranzo larga come una piazza, dove, accanto a numerose altre persone elegantissime e blasonate, la regina in persona l'ha invitata.
Tutti a tavola e Nina, come ospite d'onore, siede alla destra della padrona di casa.
A Nina la aspettano nove portate: dalle beccacce farcite ai pasticci di asparagi, fino all'immancabile pudding. E nulla le piace. Lei vorrebbe mangiare i suoi soliti spaghetti al ketchup e li vorrebbe mangiare con le solite modalità, ovvero con le mani (d'altronde tra le otto forchette che a sinistra del suo piatto si trovano in bell'ordine, nessuna è una forchetta da pastasciutta).
E così fa, generando disappunto in tutti i convitati. La regina stessa l'apostrofa sgridandola, ma Nina le spiega con candore che il cibo mangiato con le mani ha più sapore...provare per credere.
I ragazzini che
rovesciano il mondo! E il mondo si fa rovesciare. Questo è il grande
merito di questa storia che racconta la realtà (riprodotta con
fedeltà assoluta fin nel dettaglio più piccolo) e poi, con un colpo
di teatro, la rivolta a testa in giù facendo diventare normale
l'assurdo.
Da una cucina in una
città israeliana (forse) si passa a Buckingam Palace girando solo
due pagine. E da una cena di gran gala al cospetto della sovrana
britannica si passa a una grande abbuffata girando solo una pagina.
Potere della narrazione. Maestri assoluti di questo modo di raccontare la realtà sono i bambini.
Nelle loro teste, saltare al di là e al di qua della linea di confine che esiste tra il normale e il fantastico è piuttosto usuale. Noi adulti ci limitiamo a ispirarci a questo tipo di 'pensiero bambino' come espediente narrativo perché ne riconosciamo l'efficacia. Funziona sul passaggio tra una situazione impensabile nei fatti ma evocata a parole ad una materializzazione della stessa che sposta all'istante la chiave di lettura verso l'assurdo.
Arrenditi, adulto!
Carla
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