LIBRO CHE VA...
Pupupidù. Orsi in
pista, Benjamin Chaud
Franco Cosimo Panini
2014
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Che gioia
sgranchirsi finalmente le zampette! Orsetto sa bene che non deve
allontanarsi troppo dalla tana, ma che cos'è che brilla dietro gli
alberi? È il sole che illumina il sentiero, un sentiero che Orsetto
non ha mai visto prima. Come profuma di nocciola quel sentiero e che
voglia incredibile di percorrerlo! Hop hop hop. Orsetto trotterella
nel bosco, rincorre una farfalla, tuffa il musetto nel muschio..."
Ci risiamo: Orsetto è
di nuovo all'inseguimento di qualcosa. La prima volta seguì un'ape
che lo portò sul tetto del teatro dell'Opera. Adesso è attratto da
odori, colori e buchi, svariati buchi che lo portano lontano da casa.
In solitudine, circostanza insolita, visto che nel precedente libro
era tampinato da papà Orso, Orsetto si infila in grotte, tubi rossi
gocciolanti, e poi esce all'aperto di nuovo da un oblò di una
lavatrice. È la lavatrice di una compagnia di artisti circensi che
hanno appena steso il loro bucato accanto al grande tendone rosso.
All'interno, sulla pista del circo Papà Orso, Mamma Orso e un altro
orsettino minuscolo, un fratellino, stanno facendo il loro numero
acrobatico. Cerchi infuocati, biciclettine, trampoli, piattini
rotanti e in mezzo a tutto questo, Orsetto fa la sua parte e si fa
lanciare dal cannone, mentre papà Orso sul monociclo corre sul filo
e mamma Orsa è in equilibrio su una falce di luna.
Il numero,
applauditissimo, si conclude con un numero di alto equilibrismo sul
naso! Basta girar pagina e dal frastuono di un circo si passa al
silenzio della foresta. E lì, nanna per tutti!
Hop hop hop, hip hip
hip, tip tap top, Puuum! Questo è il ritmo dei libri di Orsetto.
Libro che va, suonando
e battendo, pagina dopo pagina, a ritmo serrato. Nella consueta
giostra di personaggi che saturano porzioni consistenti delle pagine,
Benjam Chaud ci ha abituato a questi libri così sonori, così
movimentati, così energetici.
L'andamento è lo stesso di Una canzone da orsi: si parte, si va, si vede, si accelera e poi ci si ferma di nuovo.
Si tratta di un altro
bel libro 'ad angolo piatto'. Un libro, cioè, che va letto
tenendolo aperto 'ad angolo piatto' perché più lettori insieme
possano godere, appieno della quantità di dettagli raccontati nelle
parti più affollate delle pagine.
Ogni spazio utile sul
foglio permette di raccontare una miriade di piccoli episodi: una su
tutte, la pagina del gran bucato dove a stendere ci troviamo elefanti
e pappagalli, nonché pacifici uomini sui trampoli che sul capo
sostengono la moglie equilibrista che a testa in giù stende un altro
po' di magliette sul suo trespolo...
In una sorta di horror
vacui ogni spazio è buono per raccontare. Gli occhi, così, vanno di
qua e di là attratti da mille particolari, da mille personaggi
curiosi, da mille situazioni buffe. E a questo consueto modo di
raccontare per immagini consueto per i libri di Chaud, qui si
aggiunge la variante del buco, del taglio della pagina che ha la
funzione di aprire un varco visivo su quel che sta per succedere al
giro del foglio.
Sarà che il letargo
deve essere così pieno di silenzio e di staticità, fatto sta che
quando gli orsi si svegliano vanno incontro ad un crescente e sempre
più brulicante e rumoroso mondo, popolato di bestioline o di esseri
umani, sempre piuttosto appiccicati tra loro. Siamo di fronte a due
fatti incontrovertibili: la natura, in effetti, non dorme mai e nelle
grandi città si sta molto stretti. Ed è per questo che ad ogni fine
di storia, gli orsi riconquistano la quiete della loro tana. Beati
loro!
Carla
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