COME PANE E BURRO
Rico, Oscar e la
Pietra Rapita, Andreas Steinhöfel, Peter Schössow
Beisler 2014
NARRATIVA PER GRANDI
(dagli 11 anni)
"Orsi è stato
il nostro primo morto, per questo eravamo un po' agitati. Era
sdraiato su un fianco, con le gambe piegate di fronte alla porta
chiusa del suo appartamento, vestito con il suo puzzolente pigiama
blu a righe grigie. aveva gli occhi chiusi. Per fortuna. Mi sarei
preso una gran strizza se il suo cadavere mi avesse fissato."
Esterno
berlinese. Piove. Uno sparuto gruppo di persone si è riunito di
fronte a una fossa aperta, nel cimitero della città. È il funerale
del signor Orsi. Quel vecchio scontroso che abitava al quarto piano di un palazzone berlinese, è stato trovato morto stecchito da due
ragazzini, Rico e Oscar.
Così
comincia la terza e ultima, ahinoi, avventura di questi due curiosi
amici: uno, lungo lungo e lento di cervello (sempre meno, a dir la
verità) l'altro, basso basso basso pieno di inventiva e di fobie
(sempre meno, a dir la verità). Perfetti, insieme: come pane e
burro.
Le
trame delle loro avventure sono complesse e avvincenti. Qui basti
sapere che i due sono all'inseguimento, fino sulle coste del
Baltico, di due ladri di sassi. La mitica collezione di pietre da
allevamento che riempiva la solitudine dello scontroso Orsi ora è
diventata oggetto del desiderio da parte di una presunta ereditiera e
del suo poco raccomandabile fidanzato. La meravigliosa 'pietra
vitellina' che il vecchio ha lasciato per testamento a Rico è
sparita e con lei un altro paio di altri sassi 'interessanti'.
Per
il ponte di Pentecoste, complici una serie di circostanze favorevoli
i due ragazzi partono (in verità a partire sono in parecchi, come al
solito).
Direzione:
Costa d'Ambra, Prerow. E poi tornano e, come dopo ogni viaggio che
si rispetti, al loro rientro sono cambiati, sono cresciuti. E noi con
loro.
L'intreccio
serrato della storia non permette sosta nella lettura e fa sudare il
blogger che cerca invano di raccontarla. Succede a un mucchio di
personaggi un mucchio di cose che vanno a posizionarsi ordinatamente
come pezzi un puzzle per ricomporre un quadro di insieme che non ha
sbavature o cedimenti. Tutto torna alla perfezione. Neanche per un
momento perdiamo il gusto di seguirli, tanto è robusta la
costruzione e non dubitiamo mai neanche un momento che quello che
leggiamo non sia potuto accadere davvero. E così finiamo per essere
'complici' di questi due ragazzini così speciali. Ma se questo è
quello che ci succede nella testa, scoprendoci a ragionare con loro
su cosa sia meglio fare per arrivare prima a Berlino a smascherare la
ladra, o su cosa sia meglio fare per evitare che il controllore sul
treno si accorga dei due clandestini, ben altro succede nel nostro
cuore, leggendo quello che Steinhöfel infila tra le righe.
Sottilmente, siamo attratti a livello emotivo dalle ingenuità di
quei due, dalle loro paure, dalle loro insicurezze, in sistesi dal
loro essere bambini in un mondo di adulti. Inevitabilmente prendiamo
le distanze da alcuni personaggi, ci leghiamo ad altri, ne
apprezziamo o ne critichiamo le scelte, in sistesi diventiamo parte
di quella comunità sulle pagina. Questo variegato e meraviglioso
intreccio di diversissima umanità che nei libri di Rico e Oscar mi
ha sempre molto colpito e affascinato è di nuovo qui. Esso, nella
sua poliedricità, rappresenta una rete a maglie più o meno strette
su cui questi due bambinetti cercano di arrampicarsi per diventare
grandi.
Ci
riusciranno, ve lo anticipo.
Ma
non saranno i soli a dover fare strada. Come nella vita vera, anche
molti adulti devono arrampicarsi per arrivare a trovare la loro
personale felicità. Così andrà per il fragile Lars, così per la
bella madre di Rico e per il magnifico Celli, così per la dolce
signora Dolci e il goffo signor De Brocchis, o ancora per il seducente
Rubini.
Solo
Mommsen continua ad affogarsi nell'alcol, ma va bene anche così.
Carla
Noterella al margine: lo sospettavo e oggi ne ho avuto la conferma. Le pietre preziose, nella realtà come nella finzione di un libro, si nascondono. Mai fidarsi delle apparenze. Lo stesso si può dire per i personaggi di questa storia. Opachi all'esterno, preziosi dentro.
Noterella al margine: lo sospettavo e oggi ne ho avuto la conferma. Le pietre preziose, nella realtà come nella finzione di un libro, si nascondono. Mai fidarsi delle apparenze. Lo stesso si può dire per i personaggi di questa storia. Opachi all'esterno, preziosi dentro.
Altra noterella
al margine: chiudo il libro con gli occhi lucidi (non faccio testo
perché sono una dalle lacrime in tasca) e disperatissima realizzo
che di quel palazzo e dei suoi abitanti non potrò sapere più
niente. Steinhöfel, d'altronde, ha dato un futuro a tutti, pietre
comprese, e ora, leggero, gira lo sguardo altrove.
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