'ABBIAMO NUOVI AMICI'
La città che sussurrò, Jennifer Elvgren, Fabio Santomauro
Giuntina 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"'Ci sono dei nuovi amici in cantina, Anett' mi disse la mamma quando mi svegliai. 'È ora di portargli giù la colazione'. Mi fermai in cima alle scale: la cantina mi faceva paura a causa del buio, ma le voci che sussurravano, mi dettero coraggio."
Ebrei. Amici. Nascosti,
un ragazzino e sua madre, avvolti nella penombra, aspettano seduti su
una branda. Anett porta loro pane e uova sode.
Sono di passaggio, non più di tre notti, perché altrimenti per la famiglia che li ospita e per loro medesimi il rischio di essere scoperti si centuplicherebbe. Tra tre notti, con l'oscurità, madre e figlio prenderanno una barca per raggiungere la Svezia neutrale. Ma nel frattempo devono rimanere nascosti e in assoluto silenzio perché i tedeschi li stanno cercando. Di casa in casa, il pericolo si sta avvicinando a pesanti passi. Più pane, più uova, più libri occorrono ad Anett e alla sua famiglia per 'sfamare' i due fuggitivi.
'Abbiamo nuovi amici', ripete ogni volta e sembra quasi una parola d'ordine che questa ragazzina sussurra al fornaio al contadino e alla bibliotecaria per avere più pane, più uova e più libri. Tutti indistintamente fanno parte dello stesso gioco sotterraneo, gioco di resistenza e di autodifesa nei confronti dell'invasore tedesco.
Un sussurro che di vicolo in vicolo, di svolta in svolta, li salverà.
Ecco, questa fu la Danimarca durante la Seconda Guerra Mondiale.
Terra di piccoli e
grandi eroi. A partire dal re Cristiano X che divenne simbolo per il
paese di fronte alla tracotanza degli occupanti tedeschi, nel non
volere che la bandiera tedesca sventolasse accanto a quella danese
sul parlamento. Accanto a lui, tutto il suo popolo seppe
dimostrare altrettanta lealtà e sangue freddo nell'aiutare i molti
ebrei danesi in fuga verso la Svezia.
La Danimarca, terra
occupata dall'esercito nazista, si difese così. In sordina,
attraverso una rete fittissima di brave persone che rischiarono in
prima persona ogni giorno (bellissimo il romanzo di Lois Lowry che
uscì nel 1995 con il titolo Colpi alla porta, quindi
ripubblicato nel 2012 con il titolo Conta le stelle).
Ognuno faceva la propria parte, nascondendo in casa, o aiutando la
fuga dei molti ebrei danesi, ma anche di quelli tedeschi in transito:
in tal modo i danesi non vennero meno alla loro dignità di esseri
umani e riuscirono a salvare molte vite. Per semplicità e chiarezza di trama, che si ripete tre volte come in un racconto a spirale, il libro è comprensibile anche dai più piccoli che, anche se non ancora del tutto consapevoli di come andò il mondo in quei terribili anni, potranno comunque cogliere sensi ulteriori del libro. Per sopravvivere servono pane, uova e libri e se si fa rete è più facile riuscire a salvarsi dal male.
Le tavole di Santomauro sono come il testo della Elvgren: potenti, semplici e belle. Potenza e semplicità nel tratto che sembra sempre non finito, passato e ripassato sullo stesso punto, più simile a uno storyboard che a una tavola completata eppure perfetto per equilibrio interno e per inquadrature. Come sono poche le parole che raccontano sono pochi anche i colori, tanto nero e tanto bianco, il grigio/blu profondo del mare di Danimarca si spalma sui tetti, mentre il mare salvifico diventa rosso cupo.
Nelle tavole fedelissime al testo, Santomauro si concede piccole digressioni personali, lievi 'sussurri'. Penso ai 'piccoli fumi' di parole pronunciate come un soffio, a candele spente, tazze di caffè bollente, che preannunciano il crescendo dei sussurri finali di un intero villaggio. E penso anche a soprattutto a quel corvo, accento nero al principio e muto testimone alla fine.
Ombra tra le ombre.
Noterella al margine. Il titolo del post si riferisce alla frase ricorrente di Anett, ma anche al fatto che Giuntina ci pare una casa editrice da considerare amica perché sta pubblicando qui e là libri molto belli.
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