IL DIAVOLO A NESSUNO HA FATTO TORTO...
L'Isola
del Tesoro, Andrea Rauch (da R.L. Stevenson), Roberto
Innocenti
Gallucci 2015
NARRATIVA
PER MEDI (dai 9 anni)
"Non
è mia intenzione raccontare tutti i particolari del viaggio.
L'Hispaniola si rivelò un ottimo legno, l'equipaggio e il capitano
all'altezza del loro compito. Qualche parola invece val la pena di
spenderla sul nostro cuoco: Long John Silver."
Facciamo
un gioco e immaginiamo che a pronunciare queste parole non sia stato
Jim Hawkins, il ragazzo che Stevenson volle come voce narrante del
suo capolavoro, ma Andrea Rauch, il narratore di oggi. Quindi la
dichiarazione di intenti, quella di non voler raccontare tutti i
particolari del viaggio e della avventurosa vicenda, è chiara: in
questo libro non troverete tutto. Ma se Rauch è Jim, l'Hispaniola -
l'ottimo legno- potrebbe essere la sua casa editrice, Principi &
Princìpi, che quando navigò nell'editoria fu davvero ottima e con la
quale pubblicò nel 2012 anche questo romanzo di Stevenson, nella
preziosa collana che fu Biblioteca dell'immaginario, con queste
stesse illustrazioni di Innocenti. E il capitano all'altezza del
compito potrebbe essere proprio lui, Roberto Innocenti, il perché
spero sia sotto gli occhi di tutti. Il ruolo del cuoco, Long John
Silver, diamolo invece a Gallucci che ha saputo cucinare questo libro
con sapiente ricetta.
Spendiamo
dunque 'qualche parola' sul cuoco e sui piatti che prepara. Un
domanda preliminare va fatta: ma dove risiede il successo di una
ricetta? Negli ingredienti, in una buona idea e nell'abilità di
saper accostare le due cose.
Gli
ingredienti qui sono ottimi: Stevenson, magnifico costruttore di
un'avventura perfetta; Innocenti, maestro indiscusso
dell'illustrazione mondiale; Rauch, che si rivela narratore navigato
(d'altronde se sei stato un buon editore, di narrazione te ne devi
intendere per forza) nel ricostruire la trama, attraverso le parole
stesse di Stevenson
La
buona idea, quella dell'editore attuale, sta nell'aver confezionato
questo oggetto.
Quest'oggetto,
appunto, a me pare sia da considerarsi cosa a sé rispetto all'Isola
del Tesoro di Stevenson. È una narrazione estremamente più
riassuntiva di qualsiasi pericolosa edizione tagliuzzata qua e là.
Nonostante il testo sia costruito con le parole di Stevenson, mi pare
abbia il tono di un racconto orale. Come se a farlo fossero un padre
o un nonno, i quali, passeggiando con il proprio figlio o nipote,
sentano il desiderio di raccontar loro una storia perfetta, un
classico appunto, per trasmettergli quel gusto che essi provarono nel
leggerlo tanto tempo prima e che non hanno mai dimenticato.
Per
questa ragione mi pare che questo libro abbia un suo valore
soprattutto nell'essere propedeutico a una futura lettura del
romanzo di Stevenson. Del romanzo originale sono rispettati il tono,
le suggestioni, il ritmo e, in qualche misura, anche la complessità
della trama. Ma soprattutto mi pare riconoscibile e salvo nel testo
di Rauch quel magnifico gusto per i colpi di scena, i bruschi cambi
di prospettiva che hanno fatto dell'isola del tesoro, un capolavoro
di romanzo d'avventura. Anzi, il romanzo di avventura per
antonomasia.
Per
questo mi pare consigliabile metterlo in mano a ragazzini di 8 o 9
anni proprio allo scopo di creare in loro la curiosità e il
desiderio di leggere, quando avranno l'età giusta per farlo, il
romanzo di Stevenson in tutta la sua magnifica estensione.
Le
tavole di Innocenti, invece, io personalmente le utilizzo in uno dei
miei percorsi di lettura che faccio nelle scuole medie, dopo aver
presentato ai ragazzi L'isola del tesoro come uno dei libri da
leggere se si vuole diventare grandi sul serio.
Esse,
come pure la scelta dei testi, segnano con meticolosa precisione,
come in una mappa, i punti fondamentali per orientarsi. Il Capitano
Billy Bones, la locanda dell'Ammiraglio Benbow e il mendicante cieco,
la mappa di Flint, Long John Silver, il barile delle mele, l'isola,
Ben Gunn, il fortino, Israel Hands....Tutto serve per segnare l'unico
percorso utile per arrivare al tesoro che altro non è che il romanzo
di Stevenson stesso.
Carla
Nessun commento:
Posta un commento