TENERLO PER SEMPRE
Papà sulla Luna,
Adrien Albert
Babalibri, 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"La navicella
si posa sulla superficie lunare, alzando un nuvolone di polvere. Papà
è lì che l'aspetta. Con un salto Maia è tra le sue braccia. 'Ho
rischiato di partire senza il mio peluche. Era nascosto sotto il
letto, non riuscivo a trovarlo. Sarebbe stato un peccato perché non
avresti potuto vedere la pettinatura che gli ho fatto per venire
sulla Luna.' 'Mi mostrerai tutto dentro la stazione spaziale',
risponde papà."
Maia
vive con la mamma sulla Terra, in una casetta vicino al parco. Il
papà, invece, abita in una stazione spaziale sulla Luna. Maia per
questo fa sempre su e giù. Ormai è una esperta astronauta e parte
ogni volta con la sua astronave parcheggiata nel parco: si accomoda
sul suo seggiolino, sua madre accende i reattori del razzo e
l'emozione della partenza è di nuovo lì. Decollo riuscito,
attraversamento dell'atmosfera senza problemi e, raggiunto lo spazio
profondo, una volta che il razzo lascia libera l'astronave, essa
'veleggia' nel nero del cielo verso la Luna.
Breve merenda in assenza
di gravità, quindi la navicella con Maia si stacca dalla grande
astronave a alluna. La stazione spaziale non pare molto diversa da
una casa terrestre e anche la vita che si fa là dentro non sembra
tanto inconsueta: si mangia, si dorme si gioca, si fa il bagno, si
guarda un bel film. Ma una cosa è molto diversa: quel grande
telescopio con cui Maia, zoomando, riesce a vedere la sua mamma
lontana. Proprio sbirciando lì attraverso Maia vede sua mamma con in
braccio un gattino. Maia lo vorrebbe per sempre. Non resta che
chiederglielo, una volta tornata alla base.
Tra
mamma e papà ci sono 384.000 chilometri e rotti. Bisogna essere
organizzati per fare questo continuo su e giù. Maia è una bambina
con la valigia in mano che divide il suo tempo tra la casa di mamma e
la casa di papà. Al pari di tanti bambini come lei, Maia riesce a
trarre da questa distanza, da questa separazione, il meglio che può.
La sua allegria e spensieratezza mi pare sia frutto di una serenità
raggiunta tra la mamma terrestre e il papà lunare e anche da una
sicurezza affettiva che entrambi sanno trasmettere alla piccola
viaggiatrice. Tale armonia generale è a tal punto evidente che viene
anche il dubbio che tale distanza un giorno non possa essere di nuovo
colmata e l'astronave messa per sempre in garage.
Poco
importa che Papà sulla Luna
racconti di due genitori separati per sempre, o che racconti solo di
un loro distacco temporaneo, il fuoco della questione sta proprio
nella capacità che gli adulti dovrebbero avere nei confronti dei più
piccoli nel tutelarli e difenderli dalla sofferenza che i distacchi
portano con sé. Vibra tra le cose non dette un'inquietudine di fondo
che anche le migliori pratiche sembrano non poter cancellare del
tutto: "Ma quel gattino però lo terremo sempre con noi, vero?
Come a dire, in un sotto testo, da lui non ci separeremo, vero?
Palpabile
e non fittizia è tuttavia una buona armonia che regna tra i tre. E
che, a vederla, trasmette la stessa gioia che si prova quando si
incontrano famiglie disgiunte che hanno saputo costruire così bene
la loro sfera affettiva che nessun distacco ha potuto minare.
Minuziosa
la precisione, pur semplificata, delle procedure astronautiche, quel
bel cielo nero lunare che contrasta con quello azzurro terrestre. I
risguardi di copertina che alludono al panorama in andata e a quello
in ritorno.
Il
mare della tranquillità del testo ha un suo corrispettivo nelle
tavole che, con il suo segno lineare, le sue ambientazioni piuttosto
essenziali e l'attenzione minuziosa al dettaglio, senza mai cadere
nella leziosità, mi pare tenga presente i libri di Yuichi Kasano.
Originali le prospettive e le inquadrature che passano dalla grande
tavola a piena pagina alla sequenza accelerata della striscia del
fumetto.
Il continuo passaggio dal primissimo piano alla panoramica
movimenta ogni sequenza: se lo leggessimo in penombra potremmo
pensare di essere al cinema.
Carla
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