venerdì 27 marzo 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

FORSE...

La nonna addormentata, Roberto Parmeggiani, João Vaz de Carvalho


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"La mia nonna dorme tutto il giorno, da un mese.
La mia mamma dice che è come la Bella Addormentata, aspetta un principe azzurro che le dia un bacio per svegliarla."

Forse dietro tutto questo gran dormire si nascondono anche dei bei sogni, annidati in quei capelli così voluminosi: tutte le cose che a lei sono sempre piaciute molto. Mare, limonata, pane e aquiloni. 
Il bambino che ci racconta tutto questo è lì che guarda dormire la sua nonna e si interroga su cosa stia accadendo. E allora mette insieme quei pochi elementi che ha a disposizione: le cose strane che la nonna faceva prima di cadere addormentata. Ricorda quando aveva ballato il valzer in salotto con il suo cappello di fiori, oppure quando aveva deciso di fare la zuppa con i fiori del giardino odi quando progettava di andare sulla luna. E ora tutto questo insolito gran dormire.


Ma ancora prima di tutte queste cose strane, la nonna era quella che gli raccontava molte storie, gli comprava molte figurine e gli preparava molte pizzette per merenda e lo abbracciava con molto amore. Tutto questo 'molto' che c'era prima, fa sentire ancora di più il vuoto di questo suo silenzio attuale e lo rende inspiegabile ai suoi occhi. Ma la nonna è lì e lui la guarda con i suoi occhi grandi, sperando di vedere un movimento in lei al sentire che lui cucinerà come lei la miglior pasta al pomodoro al mondo. 


La nonna dormiva da un mese. Poi è arrivato il principe e l'ha svegliata e ora non sogna più. Ora può volare in alto con gli aquiloni, può nuotare nel mare, bere un sacco di limonata e mangiare un sacco di pane....

Va in direzione contraria, la nonna addormentata. Lei ha dormito prima, per poi svegliarsi. Lei da viva sogna e poi parte perché il sogno si realizzi.
Lei se ne va perché un principe azzurro l'ha baciata.
Libri che cercano di spiegare il grande mistero della morte di un nonno, così come deve apparire agli occhi dei bambini, ce ne sono molti. Più o meno riusciti, perché la retorica intorno al tema è sempre in agguato. A parte questo, noi italiani siamo un popolo che dialoga malvolentieri con il tema della morte. Ci piace tanto parlar di malattie, ma quando si tratta di morte, tra grandi, ci ammutoliamo volentieri. Non ci piace parlarne o sentirne parlare: per paura o per scaramanzia cerchiamo sempre di svicolare dal discorso. Riguardo al compito di spiegarlo ai bambini, le cose un poco cambiano. Siamo sempre molto prudenti e scaviamo nel nostro immaginario per trovare metafore sempre nuove per spiegare la scomparsa e per far trovare loro un po' di sollievo nel lutto. I nonni che, di norma, sono i primi a uscire di scena nella vita dei bambini, vanno in cielo e da lì vegliano, si trasformano in ciliegi, diventano piccoli e i bambini li respirano, oppure ammettono la loro stanchezza per aver vissuto intensamente e hanno solo un gran bisogno di fermarsi...
Qui Roberto Parmeggiani (concedetevi due passi nel suo blog) va in direzione contraria: morire è per quella nonna svoltare e andare verso la liberazione. Per quel bambino che rimane, l'assenza assume così un senso diverso e addolcisce il peso della perdita senza ritorno. Forse.
Sono principalmente due le cose che mi hanno colpito di questo libro. 
La prima: l'attentissimo uso del linguaggio e in particolare dell'uso dei tempi dei verbi che, da soli, hanno il potere di cambiare il verso della storia. Ad un presente e a un futuro che portano in sé la prospettiva del bambino proiettato verso un domani, si contrappone con ferma delicatezza un imperfetto che inverte il nostro pensiero in avanti e lo riporta all'indietro. Girando quella pagina, tutti percepiscono (perché nessuno glielo dice espressamente) che la nonna è andata. 

La seconda cosa, invece, la noto nei disegni di João Vaz de Carvalho e, più nel dettaglio, nel gioco espressivo di quel bambino, dai grandi occhi sgranati. Quello sguardo, apparentemente sempre uguale, passa dallo stupore iniziale per questo sonno senza risveglio, dalla perplessità per le stranezze della nonna, alla speranza di riuscire a svegliarla con le sue letture, allo spaesamento davanti a quel letto vuoto e infine al dubbio tanto grande che le cose siano effettivamente andate come gli hanno raccontato. 

Roberto Parmeggiani finisce il suo racconto lasciando la nonna in mezzo a tonnellate di pane che se la gode, Carvalho, invece, si prende una tavola in più -l'ultima- dove quel bambino, come tutti i bambini avrebbero fatto al posto suo, nel silenzio e nella solitudine, guarda la luna e con gli occhi sembrerebbe dire: Forse...

Carla


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