SENZA PAROLE
Il barbaro, Renato Moriconi
Gallucci 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"C'era una volta un coraggioso
guerriero che montò sul suo fiero cavallo e partì per una terribile
impresa. Combattè contro i serpenti, ciclopi e giganti, sopravvisse
alle frecce, affrontò mostruosi leoni, evitò le piante carnivore e
infine..."
Quarta di copertina di un libro lungo e
stretto. Un libro verticale che ha il raro formato di un albo
illustrato a cui è stata tagliata via una fetta. Questo accentuato
rettangolo ha una copertina piuttosto enigmatica: un cavaliere armato
che galoppa da sinistra a destra attraversato da una sottile linea
scura.
Il mistero continua sfogliando il libro
che è un senza parole. Nella prima tavola, all'accentuato
verticalismo si oppone il gesto del personaggio che attraversa la
sottile pagina da sinistra a destra per arrivare alla sua
cavalcatura. Nella pagina successiva, il cavaliere si è spostato
nella pagina di destra, ma soprattutto è posizionato al limite
superiore del foglio, probabilmente in ragione del salto che ha
compiuto per scavalcare il burrone.
Si gira la pagina e il cavaliere è di
nuovo nella pagina di sinistra, in basso, a combattere contro uno
stormo di uccelli. Giriamo ancora ed è di nuovo in alto per sfuggire
ai moltissimi serpenti famelici. Quindi, ancora una volta, è sceso
in basso, come schiacciato dalle frecce incombenti. Su giù, sinistra
e destra, su giù, sinistra destra. Fino ad arrivare all'ultima
sequenza che si scopre solo leggendolo.
Dalle piante carnivore alle fiamme, dai
ciclopi ai leoni, il cavaliere si trova davanti - uno dopo l'altro -
tutti i pericoli che insidierebbero un cavaliere leggendario. Vestito
da unno con un elmo in testa e uno scudo al braccio, l'eroe impavido
attraversa la pagina da un lato e dall'altro, con una regolarità
ciclica. Le uniche impercettibili variazioni sono nella postura delle
braccia. Occhi chiusi, impavido, affronta ogni pericolo con la
medesima sicurezza, l'eroe leggendario di Renato Moriconi. Le
immagini ci stanno portando altrove, rispetto a quello che poi sarà
la sorpresa finale. Ma non sarebbe la prima volta che Moriconi ci
'spiazza' con il suo colpo di scena finale. Manipolatore
dell'attenzione del lettore, Moriconi inserisce uno scarto finale che
lascia il lettore nello stupore e lo costringe a una rilettura
generale del libro, ma questa volta, in una chiave diversa e più
consapevole. E allora troveranno una loro ragion d'essere la sottile
linea che attraversa la copertina e questo ritmico spostarsi
all'interno del foglio da parte del cavaliere.
Il gioco cui ci invita Moriconi è
sottile e doppio perché si muove nella completa finzione e
nell'immaginazione. Finzione, che da un lato è puramente visuale, e
immaginazione che dall'altro dà senso a ciò che si nasconde
dietro l'immagine. Senza voler svelare troppo, si potrebbe dire che
il cavaliere che vediamo con gli occhi si finge vero cavaliere, ma
nello stesso tempo immagina fortemente di esserlo.
E' un gioco meraviglioso
sull'immaginazione di chi guarda e di chi agisce sulla scena, è un
piccolo capolavoro sulla meraviglia. E' un libro senza parole,
l'ennesimo quest'anno alla Fiera del libro di Bologna, che racconta
in poche tavole la serietà del gioco, la potenza della finzione, la
durezza della realtà. Il tutto attraversato da quel registro ironico
cui Moriconi ci ha abituato e che qui ribadisce l'indomabilità
'barbara' dell'infanzia.
Bello e perfetto.
Carla
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