RARO DISTILLATO
Il succo della sapienza, Roberto
Piumini, Antonio Boffa
Valentina Edizioni 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Tutti sanno che i mandarini
cinesi sono pieni di saggezza e siccome lo sapevano anche i cittadini
di Sciaffusa, fecero questa pensata: mandarono in Cina tre incaricati
a spremere mille mandarini, metterne il succo in una damigiana e
portarlo a Sciaffusa per farlo bere alle autorità, che così
avrebbero governato più saggiamente."
Quanto detto denota già la furbizia
degli abitanti di Sciaffusa...ma se li seguiamo nel loro percorso
apprendiamo che, durante il viaggio di ritorno, finite le scorte di
birra, attaccarono a bere il detto succo per calmare la sete
nell'assolata Russia. Convintisi di essere oramai diventati saggi,
abbandonarono lì resto del succo: quella damigiana era davvero
troppo pesante. Ormai sapienti, a Sciaffusa avrebbero governato loro. Così quel
concentrato di saggezza rimase incustodito, finché non lo trovò un
contadino che, bicchierino dopo bicchierino, lo vendette al mercato.
La sapienza si andava diffondendo e lo stesso contadino, saggiamente,
se ne tornò a casa con le tasche piene di rubli. Nella notte però
la damigiana, ancora piena per metà, si rovesciò perché il
maldestro Ivan ci sbatté contro. Quel poco che riuscì a sorbirne
gli permise però di fare una cosa saggia, ovvero lasciare la sua
fidanzata baffuta che lo picchiava. Il resto del succo invece,
rovesciatosi, al sorgere del sole, cominciò ad evaporare e così fu
il cielo di Russia a diventare il più saggio di tutti i cieli.
Faceva piovere sui campi seminati, soffiare il vento da terra alla
partenza dei marinai, splendere il sole sui frutteti. Ma se il cielo
era saggio non lo erano i governanti della Russia che, volendo fare
un gran botto, spararono l'atomica. L'aria, a quel gran rumore, si
spaventò e si spostò da lì, spargendosi diradandosi per i cieli di
tutto il mondo.
La morale è che ormai la sapienza è
molto rada, per cui solo qualche volta accade un fatto saggio, il
resto delle volte no. Anche in Cina d'altronde sono spariti i
mandarini, concentrato di sapienza. Si è capito che il succo è
meglio spremerlo dalla testa: se si preme dolcemente esce il
pensiero.
La sapienza è cosa rada, la sapienza è
cosa rara. Si sa, ma perché?
Con l'incedere di una ballata che,
strofa dopo strofa, si arricchisce di sempre nuovi elementi; con un
ritmo sempre in crescendo per raggiungere l'assurdo; con il tono di
una fiaba popolare, che racconta di accadimenti fantastici; con
l'ironia di chi sa cogliere i vizi dell'umanità e con il lessico sa
far le capriole, Piumini ci spiega come è andata.
Il punto di partenza stesso di tutto il
suo ragionamento fa vacillare ogni logica ed è divertente stare a
vedere come quegli sciocchi sciaffusani stiano già sbagliando tutto.
Sul grande equivoco di partenza, giocato con sapienza sul doppio
senso che ha nell'italiano la parola mandarino, la storia si dipana e
a ogni pagina Piumini alterna la scioccaggine al buon senso, come a
ribadire che effettivamente essi son sparsi per il mondo in modo
anche un po' casuale. L'ingenuità e la presunzione dei personaggi fa
sorridere, così come pure diverte immaginare che la sapienza sia
qualcosa di tangibile che passa dallo stato liquido a quello gassoso,
secondo una precisa legge della fisica, che non può essere smentita.
A Piumini bisogna credere.
In questo albo di grande formato
Piumini è in società con Antonio Boffa. A quest'ultimo, il compito
di dar forma alla sapienza. Fin dalla copertina, Boffa sposa il senso
ultimo della storia, ovvero che la sapienza è il succo di qualcosa,
un concentrato di bontà, di sapore e gusto, che, nel suo processo di
raffinazione, ha perduto ogni scoria inutile. E allora mette gocce
dappertutto, come simbolo di questo distillato raro. Sui cieli della
Russia, tra gli alberi, fin nei risguardi.
Gli sciocchi di Sciaffusa,
i contadini russi, le donne baffute sono burattini, ritagliati nella
carta come se lo fossero nel legno, con i loro profili spigolosi. Lo
stesso per le venature che attraversano gli incarnati su cui sono
dipinti grandi occhi e guance rubizze.
E sopra ogni cosa c'è sempre
un gran via vai di gambe e zampe che attraversano le pagine e che segnano il
ritmo che incalza.
Carla
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