L'OCCHIO DI SHAUN TAN
Regole
dell'estate, Shaun Tan (trad. Beatrice Masini)
Rizzoli 2015
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 7 anni)
"Questo è ciò
che ho imparato l'estate scorsa: Mai lasciare un calzino rosso appeso
ad asciugare. Mai mangiare l'ultima oliva a una festa. Mai lasciar
cadere il barattolo. Mai lasciare aperta la porta sul retro di
notte."
Due
fratelli, in una estate assolata australiana. E alcuni fatti insoliti
che accadono.
Li
vediamo che si fanno coraggio, rannicchiati contro un muretto di
recinzione, guardando il calzino rosso rimasto appeso ad asciugare,
perché percepiscono che dietro di loro incombe il Grande Coniglio,
rosso come il calzino. Anche mangiare l'ultima oliva non è cosa da
farsi, perché gli occhi indagatori di innumerevoli rapaci alle loro
spalle li stanno per incenerire. E quando, con il retino, si sale sul
serbatoio dell'acqua per catturare pesci volanti che attraversano
l'azzurro del cielo occorre ricordarsi di legare al collo il
barattolo, altrimenti precipiterà al suolo. E se si commette
l'errore di lasciare aperta la porta sul retro della casa, la mattina
dopo il soggiorno sarà pieno di insolite creature.
Altre
regole da non dimenticare: non pestare le lumache, né dare ad
estranei le chiavi di casa. Potresti trovarti spazzato via da una
tromba d'aria o rimanere relegato al di là della finestra, mentre in
televisione passa un bel film e sul divano, accanto a tuo fratello,
un enorme gatto sta mangiando i popcorn che erano per te.
Diciassette
fondamentali norme da conoscere. In caso contrario, l'estate di quei
due ragazzini, fratelli, si rivelerà mozzafiato, piena di emozioni e
di incognite. Esattamente come dovrebbe essere ogni infanzia e ogni estate.
Fin
dal principio, sfogliando le pagine del libro, siamo testimoni
increduli di situazioni che avvengono in un mondo che assomiglia al
nostro ma non lo è (e non solo perché l'Australia è dall'altra
parte del globo): conigli e gatti giganti, sottomarini in città,
muri altissimi che tengono al di là l'estate e ancora altri muri
che tengono nello scuro chi vorrebbe raggiungere la sua porzione di
vita luminosa, ma non ricorda la parola d'ordine per accedervi.
Ecco
a voi l'immaginario di un bambino.
In
un silenzio apocalittico, rotto solamente dal clangore di creature di
latta in parata, robot giganti con la carica a chiave sulla schiena
che attraversano campi assolati di grano maturo, succedono cose mai
viste. Una città deserta (sono tutti partiti?) talvolta grigia,
talaltra abbacinata da un sole potente, è lo scenario delle azioni
di questi due fratelli, che seppur non parlandosi, raccontano
attraverso l'eloquenza dei gesti la loro relazione reciproca: una
soggezione del più piccolo rispetto al maggiore, come di norma,
carismatico agli occhi del fratellino. Fin dai risguardi si notano le
loro due velocità: un grande che pilota sicuro un siluro spaziale a
qualche metro dal suolo e uno più piccolo che lo insegue a terra con
una cartella in mano che ne rallenta la corsa tra l'erba alta.
E'
una storia di fratelli: c'è l'emulazione, la protezione,
la complicità, l'indifferenza, la perfidia, la lotta, la prevaricazione,
l'inesperienza e l'esperienza. Ma soprattutto c'è un indissolubile
legame che li tiene insieme, nonostante tutto.
È
una storia d'estate, ovvero di quella meravigliosa porzione dell'anno
in cui ai ragazzini è dato modo di assaporare il proprio tempo e la
propria libertà. Ci sono i colori, il gusto, la luce, l'atmosfera di quella
stagione.
Ma
è anche e soprattutto una storia di infanzia: un inno
all'immaginario sconfinato che è nella testa dei piccoli e a cui
quel grande e unico occhio in copertina si rivolge.
È
l'occhio di Shaun Tan.
Carla
Noterella
al margine. L'aria che si respira dentro Regole dell'estate è
la stessa che ricordo in uno dei libri più cari che ho, Storie
di periferia, che Rizzoli ha messo ormai fuori catalogo. Per i
cultori di Shaun Tan, un vero sacrilegio.
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