venerdì 17 luglio 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


E/O
Essere o apparire, Jorge Luján, Isol (trad. Sara Ragusa)
Terre di mezzo 2015


ILLUSTRATI

"Sono la cosa più diversa da me
che tu possa immaginare
ho la fronte spaziosa
e qualche idea
che ci naviga dentro
come in un acquario."

È una ragazzina a raccontare quanta differenza lei riscontri in sé tra il suo essere e il suo apparire. E lo racconta un po' al lettore, un po' a se stessa e, stando alle illustrazioni, lo racconta anche ad alcuni esserini che la stanno esplorando, come se fosse una terra sconosciuta, cercando di 'leggerla' come si fa con una mappa.
In pochi versi la bambina racconta come, nostante le sue grandi orecchie, lei non sia capace a distinguere le note, nonostante il suo naso piccino, abbia un grande 'fiuto' per scovare i biscotti, nonostante la sua bocca sempre chiusa, sia capace di dire le parole meno adatte, nonostante gli occhiali da miope, veda molto bene nel cuore delle persone. La sua gioia maggiore è quella di essere 'esplorata' e 'scoperta' nei suoi lati più profondi anche se lei ben sa che il viaggio sarà lungo tra l'essere e l'apparire.


Essere e apparire. La chiave della bella poesia di Lujan e proprio nella consapevolezza che ognuno di noi è contemporaneamente entrambe le cose: si impara a conoscersi e a capire (e meglio ancora ad accettare) ciò che si è nell'intimo, ma nello stesso tempo il nostro essere ha una sua facciata esteriore, che è quella con cui si va in giro per il mondo e che gli altri hanno sotto gli occhi. E anche con essa occorre convivere e misurarsi.
Noi siamo e allo stesso tempo appariamo e molto spesso la differenza tra queste due condizioni dell'anima non è poca cosa. E il bello sembra essere proprio lì, scrive Lujan. 


Il bello sta nella scoperta dell'altro e nel piacere di farsi scoprire. In questa prospettiva, il piccolo albo illustrato di Isol e i versi di Jorge Lujan assumono un valore talmente universale che non mi sento di trovargli un lettore ideale tra i piccoli escludendo i grandi o viceversa.
La scelta di Isol di dare un corpo femminile a dei versi che sono, in linea di principio, asessuati, mi sembra condivisibile. La storia e l'esperienza mi ha convinto che spetti alle bambine e poi alle ragazze una più precoce consapevolezza di sé e quindi mi sembra naturale che tutto si sia incarnato in questa ragazzina dai grandi occhi e dai capelli al vento. Spero con tutto il cuore che non sia stata la parola 'apparire' a dettare la scelta di mettere una bambina in scena, perché se così fosse segnerebbe una caduta di stile da parte di Isol e una volgarizzazione di un pensiero, al contrario, molto raffinato. 


Molto meno condivisibile è le scelta del titolo italiano che trasforma lo spagnolo originale Ser y parecer, essere e apparire, in essere o apparire. Lo scarto di senso non è impercettibile, anzi. Mi pare che nel cambiamento di senso si vada sminuendo la complessità del pensiero di Lujan che, da poeta, sa molto bene che essere e apparire sono in stretta relazione tra loro e affatto in contrapposizione o, peggio, antitesi, come invece l'avversativo 'o ' sembra voler sottolineare. Le parole, soprattutto quando si tratta di poesia, sono portatrici di senso profondo e non dovrebbero essere 'maltrattate'.

Carla

Noterella al margine: libro che, messo in mano, a un giovane in crescita potrebbe accendere belle riflessioni. Ancora una buona mappa per orientarsi nell'animo umano.

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