mercoledì 15 luglio 2015

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

CAPPUCCETTI

Pare proprio un destino, quello della fiaba di Cappuccetto Rosso, di ritrovarsi rivisitata in un numero impressionante di riletture. Le versioni che vi propongo oggi sono all'insegna della serenità e del divertimento.
Il primo Cappuccetto che vorrei sottoporvi è stato tradotto di recente da La Margherita: Cappuccetto e il viaggio in autobus, di Marianne Dubuc. L'impianto ripercorre un'interpretazione, quella urbana, già visitata, ma con un approccio diversissimo, per esempio da Roberto Innocenti.
La nostra Cappuccetto deve prendere l'autobus per andare dalla nonna e tutto l'illustrato è ambientato lì, all'interno del mezzo, descrivendo con serena pacatezza i diversi passeggeri che salgono e scendono alle fermate: un orso enorme, un bradipo dormiente che a un certo punto, misteriosamente, si sposta; una famiglia di lupi, con tanto di lupetti, con cui Cappuccetto fa subito amicizia, dividendo i suoi gustosi biscotti al cioccolato, una famiglia di talpe.


Molto del divertimento sta proprio qui, nel vedere, pagina per pagina, chi si sposta, chi esce di scena e chi diventa protagonista di un siparietto: come la volpe, marrana, che tenta un furto senza successo e poi, soprattutto, il passaggio nel tunnel, che con la sua oscurità consente misteriosi spostamenti, del bradipo che, pur continuando a dormire, riesce ad abbracciarsi la Signora Civetta, e della stessa Cappuccetto, che, sempre con il sorriso sulle labbra, cambia di posto continuando a raccontarsi le meraviglie di questo viaggio.


E' vero, un viaggio in autobus può essere visto come un'avventura, una sorta di rito d'iniziazione con cui un piccolo affronta la selva oscura della città. Ma viene rappresentato dalla Dubuc con una soavità e una leggerezza che sembra appartenere a un altro mondo. E' sicuramente un mondo in cui sono bandite la paura e la diffidenza, in cui tutti, anche la volpe, ladra cialtrona, al massimo suscita la riprovazione generale. Come sempre, l'immagine accompagna con delicatezza il racconto, i colori pastello non possono che sottolineare quest'impronta di divertita serenità; ma i dettagli sono forse l'aspetto più divertente, che consente al piccolo lettore di perdersi nell'interpretazione di ogni passaggio.
Il secondo libro dedicato a Cappuccetto l'ho 'pescato' l'anno scorso a Bologna: Lo que no vio Caperucita Roja, di Mar Ferrero, pubblicato da Edelvives.


I due protagonisti, il Lupo e Cappuccetto ci raccontano ciascuno la propria versione della storia; il lupo, tapino, non ha cuore di rubare le succulente salsicce contenute nel paniere della bimba, anzi quando si accorge di averlo preso per errore corre a casa della nonna per restituire il mal tolto. Ma gli altri animali del bosco, malfidati, gli tendono una trappola e lo riempiono di botte. Così il nostro lupo arriva assai malconcio a casa della nonna, che, impietosita, lo accoglie amorevolmente. Qui ritorna la voce di Cappuccetto che nel letto vede, anzi non vede...

Tutto si gioca sull'equivoco: la nostra bambina infatti, non vede bene e la frase, ma che occhi grandi hai e che bocca grande..., è frutto di un imbarazzante fraintendimento; Cappuccetto vede tutto confuso e davvero non sa chi sia nel letto della nonna. Avete presente Signorina-si-salvi-chi-può? Ecco, una situazione simile, solo che invece di sottolineare il ribaltamento della storia in chiave comica, anzi grottesca, qui si gioca più sull'ironia, con una Cappuccetto miope, che troverà conforto e soluzione in un negozio di ottica, mentre il lupo curerà i dispiaceri con una discreta quantità di salsicce.


Come dice bene l'autrice in chiusura, una storia cambia a seconda del punto di vista da cui la si racconta: quello di Cappuccetto, confusa, o del lupo nemmeno troppo cattivo, della nonna compassionevole, o degli animali del bosco decisamente impiccioni.
Delicate, divertenti letture estive per piccoli e meno piccoli, comunque dotati di spirito d'osservazione e di ironia.



Eleonora

Cappuccetto e il viaggio in autobus”, M. Dubuc, La Margherita 2015
Lo que no vio Caperucita Roja”, M.Ferrer, Edelvives 2013




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