IL BENE E IL MALE
Più di
una volta ho sottolineato come nella letteratura per ragazzi,
soprattutto quella in chiave fantasy, la tematica della lotta fra il
Bene e il Male avesse una sottolineatura forte. Che dire poi delle
fiabe, dove il Male si incarna direttamente in figure familiari. Nel
nuovo ciclo fantasy di Silvana de Mari, apprezzata autrice, fra
l'altro, de L'ultimo Elfo, questa tematica viene esplicitata
senza mediazioni, così come è esplicito l'intendimento di dare un
corpo al Male, affermandone con forza la realtà e la presenza nel
mondo.
Nel
Regno delle Sette Cime, luogo in cui si ambientano i romanzi, il Male
dunque prende vita nel corpo di Haxen, giovane principessa erede al
trono, dall'apparenza fragile, in realtà allenata al combattimento
con la spada dal giovane fabbro Dartred, poi divenuto il coraggioso
guerriero detto il Temerario.
Da lei,
dunque, nasce Hania, una bimba segnata da un destino drammatico: in
quanto figlia del Signore delle tenebre, è destinata a essere
uccisa, così ha stabilito il Re Mago dopo una visione che gli costa
la vita; ma commettere questo infanticidio non può che dannare per
sempre il mondo umano, terreno di conquista delle forze opposte del
Bene e del Male. Se il Male si incarna nell'Oscuro Signore nella sua
creatura, Hania, il Bene
vive nella leggenda del Cavaliere di Luce e in tutti quei cavalieri
che al suo codice si attengono.
Il
primo breve romanzo, Il Regno delle tigri bianche, costituisce
l'antefatto della storia, mentre in Il Cavaliere di Luce
seguiamo la fuga di Haxen e Hania, una buffa creatura, muta, ma dai
grandi oscuri poteri, destinata ad una morte certa voluta dal suo
stesso creatore; parallelamente, seguiamo la metamorfosi della stessa
Hania, combattuta fra la sua natura malvagia e il fascino del mondo
del bene così come si esprime nei racconti materni sul Cavaliere di
Luce.
Forse
il Male non è così seducente, forse il Bene non è così stupido;
fra combattimenti e introspezioni, vediamo Hania alle prese con la
fragilità del mondo umano, che lei guarda con disappunto e
disprezzo, salvo poi farsene salvare.
Che i
bambini e ragazzi apprezzino la chiarezza dello scontro fra buoni e
cattivi è testimoniato nel passato dalla fortuna dei film western,
poi dalla fortuna ancor più grande delle saghe fantasy. E' giusto
dichiararlo questo scontro titanico, è giusto descrivere la
dedizione e il tradimento, l'inganno e la sapienza, perché è
esattamente con questo che si dovranno misurare: dovranno giudicare,
valutare e lottare, decidere da quale parte stare, orientarsi in un
orizzonte morale, ancorandosi a dei principi etici fatti propri.
Un ma
in fondo al cuore però lo sento; una visione così manichea, così
netta, forse, e dico forse, non aiuta ad orientarsi in un mondo che
rende tutto ambiguo e indistinto. Quello che è difficile, credo, è
orientarsi in un mondo di falsi idoli e di inganni, di
dissimulazioni, di falsità declamate per essere accettate come
verità; e in questo mare di menzogna, più che un cavaliere di luce
li potrebbe aiutare un sano spirito critico, il formarsi di una
autonoma capacità di discernimento.
Ma
detto questo, che è un punto di vista personale, va soprattutto
sottolineato che Silvana de Mari riesce pienamente nell'intento di
costruire un fantasy che asseconda i suoi canoni, ma con una
struttura lineare, adatta ai ragazzi e alle ragazze più giovani, che
non avranno difficoltà ad identificarsi nella giovane Haxen,
principessa con la spada, o in Dartred, rozzo ma potente guerriero.
Particolare la commistione di drammaticità ed ironia, di linguaggio
alto e di descrizioni prosaiche, di furore bellico e di sentimenti;
un linguaggio mai banale, al contrario accurato senza essere
'difficile'.
La
lettura scorre agilmente trainata da una trama incalzante,
l'apprezzeranno sicuramente giovani lettrici e lettori a partire
dagli undici anni.
Eleonora
“Hania.
Il Regno delle tigri bianche”, S. De Mari, Giunti 2015
“Hania.
Il Cavaliere di Luce”, S. De Mari, copertina di N. Ceccoli, Giunti
2015
Nessun commento:
Posta un commento