ELOGIO DELL'ONESTÀ
Che ne
sanno i più giovani di Mani Pulite? Ovviamente non mi riferisco ai
bambini, ma ai ragazzi e alle ragazze più grandi, che frequentano la
scuola media o le superiori. In ogni caso, la risposta è niente,
o giù di lì. E capisco bene
come uno dei protagonisti di quella drammatica stagione della vita
politica italiana, Gherardo Colombo, senta il bisogno di raccontare e
di spiegare, cosa che per altro fa già da anni, andando nelle
scuole.
Lettera
a un figlio su Mani Pulite è in primo luogo una puntuale
ricostruzione storica dei fatti, operata da uno dei protagonisti
delle indagini giudiziarie che portarono al disvelamento di un esteso
sistema di corruzione e di finanziamento occulto dei partiti della
cosiddetta Prima Repubblica. Vengono raccontati gli esordi del pool,
con Antonio Di Pietro e Piercamillo Davigo, alla procura di Milano,
sotto la guida di Borrelli; le diramazioni delle indagini, gli esiti
anche drammatici.
Se
magari può sembrare anche troppo dettagliato questo resoconto, ci si
rende conto con il procedere della narrazione quanto invece sia
necessario ricostruire i passaggi che portarono agli arresti di noti
personaggi della politica e della finanza. Col il risultato ultimo di
determinare la parziale e momentanea uscita di scena di un intero
ceto politico. Alcuni partiti furono letteralmente spazzati via
dall'ondata di arresti e dallo scandalo conseguente.
Il
secondo aspetto è, secondo me, ancora più interessante, perché nel
raccontare le difficoltà incontrate, i depistaggi e le
delegittimazioni, si arriva a definire un bilancio, a confermare una
scelta, quella del rispetto della legge, all'apparenza smentita dai
fatti.
Se
l'entusiasmo e l'appoggio popolare si sono via via esauriti, a
partire dal '94, quello che è seguito non è stato altro che una
prosecuzione con altri mezzi dello stesso sistema corruttivo. E la
cronaca recente ha mostrato quanto la corruzione sia penetrata nel
sistema economico e politico italiano. Quanto pervada, in alcuni
casi, ogni aspetto della cosa pubblica.
Dunque
il messaggio della legalità, del rispetto delle regole, quel La
Legge è uguale per tutti sono principi definitivamente
sconfitti? Non posso e non voglio crederlo. Continuo a pensare, come
credo faccia ancora l'autore, che la nostra ostinata resistenza, la
denuncia del malaffare, il rifiuto di ottemperare alle leggi non
scritte delle mafie e combriccole di varia natura, siano l'unico modo
a nostra disposizione per riaffermare la nostra dignità, la dignità
del nostro onesto lavoro. Senza questo, consegneremmo alle nostre
figlie, ai nostri figli un'eredità negativa, senza speranza.
Quindi
il ricordo, la storia, le connessioni che permettono di denunciare
chi sapeva e non ha fatto, sono elementi indispensabili per la
ricostruzione di una coscienza civile. A partire dai più giovani.
Per
questo motivo invito non solo i ragazzi e le ragazze, ma anche i
genitori e gli insegnanti a leggere questo piccolo, denso e
importante libro.
Leggere
per ricordare, leggere per spiegare.
Eleonora
“Lettera
a un figlio su Mani Pulite”, G. Colombo, Garzanti 2015
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