LA FENOMENOLOGIA DELL'UMANO
L'uomo bonsai,
François Roca, Fred Bernard (trad. Francesca Del Moro)
Logos edizioni 2015
ILLUSTRATI PER MEDI
(dagli 8 anni)
"Le radici
dell'albero affondavano nelle viscere della nave e da tempo avevano
sollevato e bucato assi e travi. I rami avevano strappato i pennoni,
reciso le sartie, e si slanciavano verso il cielo, immensi. Io mi
interrogavo in silenzio.
'Eccovi
finalmente! Benvenuti, chiunque voi siate!' disse
l'albero."
Un
veliero fantasma, dal cui scafo deserto e inanimato si innalza il
tronco possente di un albero secolare. Una nave arborescente. Questo
è quello che si presenta agli occhi increduli dell'equipaggio del
Narvalo. È la mattina del 24 aprile del 1894 quando il capitano
O'Murphy con due suoi uomini sale a bordo del veliero per cercare di
capire.
Un
albero che da più di duecento anni cresce nel mezzo di una nave e
naviga solitario per gli oceani. Un albero parlante.
Questa,
la sua storia.
Al
principio di tutto c'era Amedeo il vasaio che, contro la sua volontà,
fu imbarcato su una nave mercantile. Assalita dei pirati, la nave
venne affondata e pochi si salvarono. Amedeo era fra questi ma per
lui non fu una fortuna aver salva la vita perché dopo poco fu
abbandonato su un'isola deserta, la cui unica ombra era data da un
grande albero cresciuto nel suo centro. E proprio da quest'albero, o
meglio da un suo seme che radicò sulla testa di Amedeo, ebbe origine
la lenta ma inesorabile metamorfosi di un uomo in albero.
Cresciuto
lentamente e curato da esperti potatori cinesi, l'albero sulla testa
di Amedeo, con il passare del tempo si impadronì di tutto il suo
corpo e così il destino umano di Amedeo si fuse con quello
dell'albero. Amedeo ne guadagnò l'altezza, la forza, la resistenza a
ogni ferita e attacco, a tal punto da diventare temuta polena della
giunca cinese e leggenda dei mari.
Resistente
e invincibile, Amedeo incontra sulle sue rotte il pirata che lo aveva
abbandonato sull'isola e la vendetta nei suoi confronti è esemplare.
Tuttavia
la sofferenza di questa creatura, metà albero, metà uomo non sembra
cessare. La lenta metamorfosi del suo corpo implica per lui sempre
maggiore fatica nel movimento. I marinai cinesi, che se ne sono presi
cura fino a questo momento, capiscono che il suo destino è segnato,
così allestiscono per lui una nave tomba, riempiendola di terra
fertile e piantandovi il suo corpo fino all'altezza del collo, lo
lasciano andare alla deriva per il suo ultimo viaggio.
Ed
è così che la metamorfosi si completa: dell'uomo resta l'anima, il
pensiero e la voce, dell'albero resta l'aspetto e la potenza.
Dopo
duecento anni di vita e di navigazione sul mare, Amedeo è stanco.
Non ha più pensieri, né sogni, ma solo un unico grande desiderio di
farla finita. Amedeo cerca la morte attraverso il fuoco, l'unica
forza che può sopraffarlo.
Spetta
al capitano O'Murphy e ai due della ciurma che lo hanno seguito il
compito di appiccare l'incendio.
Nessuno
di loro però si accorge che prima di abbandonare la nave in fiamme,
dall'albero secolare tre semini rimbalzano sulle loro teste....
I
libri di questa coppia di autori si distinguono sempre per la loro
potenza immaginativa.
La domanda qui è: cosa c'è di umano in un albero e cosa c'è di arboreo in un uomo? In questa immagine, la risposta.
Come
è accaduto già in passato, le storie che l'uno scrive e l'altro
illustra sono delle perfette 'lanterne magiche'. Al loro interno
ruotano, illuminate, immagini della fantasia e immagini della realtà
in armonica alternanza, come è giusto che sia in ogni marchingegno
del genere. Ciò che l'occhio vede e ciò che l'orecchio sente ha il
carattere del fantastico, ma in tale girare in tondo di continuo, il magico è nel contempo reale.
Le
voci di Bernard e di Roca, in questo racconto di un racconto di un
racconto, narrano una storia che prende l'avvio da elementi che
posso essere intesi come leggendari o fiabeschi, addirittura epici,
ma che poi si rivelano di stringente realismo, di umanissima consistenza.
Anche
negli altri libri che li vedono assieme, i personaggi, in una
galleria da Wunderkammer, sono creature speciali, ragazzi cui mancano
gli arti e cantano con una voce celestiale, marionette che si
animano per danzare sul palco dell'Opèra di Parigi, pompieri
lillipuziani che diventano sindaci di New York e, ora, uomini che diventano alberi.
Nel loro essere unici
e magici, essi, nel loro sentire, sono nel contempo espressione della sconfinata fenomenologia dell'umano.
Carla
Noterella
al margine: l'idea dell'Uomo Bonsai, così come lo vediamo oggi
pubblicato da Logos, vide la luce in Francia nel 2003, ma in Italia
comparve, come trascrizione a fumetti del solo Bernard, nel 2011.
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