ESEGESI DELLA BRAGHETTA
Le mie mutande,
Alan Mets (trad. Tommaso Gurrieri)
Edizioni Clichy 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Stamattina mi
sono messo le mutande rosse.
Il sole brillava,
evviva!
Ed ecco che vedo un
delizioso cosciotto d'agnello...
Fatti abbracciare,
piccolino, che ti sgranocchio!
Ma quello stupido
fugge a gambe levate.
Cento metri più in
là lo colgo come un fiore.
Urrà! Viva me!"
Il lupo dalle mutande
rosse tiene stretto sotto il braccio l'agnellino e, arrivato a casa,
lo chiude a chiave in gabbia con tanto bel timo intorno. Il destino
dell'agnello è segnato: finire cucinato per un pranzetto galante che
il lupo ha in progetto per l'indomani con la sua fidanzata.
È ora di andare a
dormire e il lupo, incauto, lascia le sue sgargianti mutande sulla
sedia accanto alla gabbia dell'agnello che, morso dopo morso, si
vendica e le divora.
Alle otto del mattino
successivo, al suo risveglio il lupo, che ha in mente solo la cottura
del cosciotto, non trova più le mutande e pensa a un furto.
Disperatissimo e in lacrime, non se la sente di accogliere il suo
amore, così in déshabbillé. Il suo pranzo, però, sembra avere una
soluzione per lui, in cambio della libertà: un nuovo paio di mutande
lavorate ai ferri, con la lana nera e gialla del suo vello, valgono
bene l'apertura di quella gabbia.
E la morale in fondo
qual è? Non sempre si possono avere nello stesso momento mutande e
cena nel forno...
Tre colpi tonanti spara
Edizioni Clichy con i tre albi di Alan Mets (Draghetto; Che belli i
miei occhiali! e Le mie mutande).
Tra questi, scelto come
vessillo di un modo di scrivere e illustrare, Le mie mutande sventola
alto.
Autore di culto in
Francia, 'tenuto a battesimo' da Tomi Ungerer, solo con L'école des loisirs ha pubblicato più di trenta
titoli come autore/illustratore e altrettanti come illustratore di
altri autori importanti quali Brigitte Smadja o Christian Oster, Alan
Mets fino a oggi è stato ignorato dall'editoria italiana.
Troppo crudele? Troppo
esplicito? Troppo politicamente scorretto per i bambini nostrani?
Eppure il suo segno appare nel solco di autori molto amati, come
Solotareff, in ogni caso pienamente in quella tradizione francese che
è una costante presenza nel panorama degli albi illustrati tradotti
in Italia. Ma, anche nel disegno, con un quid che lo rende
'pericoloso' e 'dissacrante' agli occhi dei più tradizionalisti.
Tuttavia, sebbene anche
il disegno prenda direzioni inaspettate, come per esempio quel bel
sedere a cuore che corona l'ultima tavola di questo libro, sono
piuttosto convinta che la remora che ci ha privato di Mets finora
dipenda principalmente da cosa scrive e da come lo scrive.
In primo luogo
prendiamo in esame il 'cosa'. Un lupo cattura un agnello e se lo
vuole mangiare in buona compagnia: il fatto in sé non costituisce
una novità assoluta. L'agnello dimostra una inaspettata scaltrezza e
abilità nell'organizzarsi la salvezza: anche in questo caso siamo
nella norma. Il lupo, dimostratosi più ingenuo del previsto, fa buon
viso a cattivo gioco: nulla di insolito. E allora dove si nasconde la
scabrosità? Ma è ovvio: in quelle mutande, o meglio in ciò che le
mutande rappresentano nell'immaginario collettivo. Esse sono pezzetti
di stoffa che hanno la funzione 'sociale' di coprire le parti intime.
Parlare di mutande, intese proprio nell'accezione di 'contenitori del
nostro sesso' e farlo con tanta schiettezza ha tenuto lontano Alan
Mets dagli scaffali di librerie e biblioteche italiane fino al 2015.
D'altronde non siamo noi quelli che per mano di Daniele da Volterra
abbiamo rivestito di braghette l'intera volta sistina?
Alan Mets, poco meno di
venti anni fa, disegnava culetti al vento a forma di cuore nella
pagina in cui si legge: Ciao, amore mio! Ho una sorpresa per te...
e poche pagine prima
faceva dire a quello stesso lupo in lacrime per la sparizione delle
sue sgargianti mutande: "Tra poco arriva la mia fidanzata e non
voglio che mi veda il pisellino...(insomma non oggi)".
Nel 2015 forse i tempi
sono maturi e possiamo immaginare che un bambino italiano possa
sentirsi leggere un albo del genere e divertirsi come i bambini
francesi che nel frattempo però vanno già all'università...
Se il 'cosa scrive'
Alan Mets perturba gli animi, il 'come lo scrive' li spiazzerà
altrettanto. Un linguaggio sincopato, fatto di frasi telegrafiche,
volutamente un po' 'sgrammaticate' per farle sembrare ancora più
vicine al parlato nella vita di tutti i giorni. Un continuo passaggio
dal discorso diretto a quello indiretto, un po' di slang, un po' di
sintassi sconnessa, un po' di giochi di parole, un po' di onomatopea
da fumetto: insomma un fuoco d'artificio continuo, un ritmo così
dinamico che si rivela una festa per chi lo legge ad alta voce. In
sostanza, una traduzione sensibile.
E dietro tutta questa
sapiente capacità di essere provocatori, si cela una grande e
raffinata capacità di costruzione narrativa attraverso l'albo illustrato e una profonda ironia. Quest'ultima pervade l'intera storia e si coglie nei piccoli dettagli, come per esempio nell'affermazione che le
mutande saranno proprio della misura giusta, salvo poi lasciare fuori
una parte considerevole del didietro del lupo o ancora nella trasformazione della timidezza del lupo in un fortunato successo, ribadito
da quel cuore azzurro che sancisce il trionfo dell'amore, nonostante
tutto!
Libro imperdibile!
Carla
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