I SÌ CHE AIUTANO A CRESCERE
Liberi tutti!
Arianna Papini
Uovonero 2015
ILLUSTRATI PER
PICCOLISSIMI (dai 2 anni)
"No. La neve.
Sì. Il silenzio.
No. La terra.
Sì. Giocare.
No. La pioggia.
Sì. Le pozze."
No
alla neve che è fredda che può gelare piccole mani. Sì alla
bellezza del silenzio che ha molto a che fare con la neve che tutto
attutisce. No alla terra perché potrebbe infilarsi sotto piccole
unghie. Sì al gioco fatto con polpette di terra che sembran patate.
No alla pioggia che può bagnare piccole teste, sì al gusto di
saltare dentro le pozzanghere con piccoli stivali nei piedi. No al
buio che che inghiotte ogni cosa, sì alla notte con la luna e le
stelle. No al sole che brucia giovani pelli, sì alla luce che
irradia ed è fonte di vita. No al bagno che l'acqua è fredda, è
mossa, è pericolosa. Sì al mare dove anche un gatto può imparare a
nuotare...
I
no e i sì nella prima infanzia dei bambini e delle bambine sono
punti cardinali per orientarsi. Resta da chiedersi quanti siano i no,
rispetto a sì, che puntellano la giornata di un bambino piccolo e
quanto effettivamente essi siano portatori di senso profondo e non
siano invece dettati da esigenze contingenti e si rivelino soluzioni
più veloci e sbrigative in nome di un ipertrofico senso di
protezione nei confronti dei più deboli, dei più indifesi, dei più
piccoli.
Questa
domanda, quanti no diciamo a un bambino o a una bambina, in nome
della sua tutela, in ragione del fatto che noi siamo grandi e
sappiamo come 'si fa', se la sono posta le educatrici dei nidi di
montagna della zona intorno a Cles, in provincia di Trento. La
cooperativa sociale La Coccinella, che è la mente di tutto questo,
ha dato l'avvio a un progetto che, per esempio nel nido di Brentonico, ha avuto esiti significativi: un giardino 'avventuroso'
dove boschetti di bambù sono terreno di esplorazione per bambini con
su cappellini dal muso di panda...
Più
in generale, in molti nidi di montagna di quella zona si è avviata
una riflessione approfondita tra le educatrici e chi si occupa della
formazione, in secondo luogo sono stati progettati e realizzati
luoghi di accoglienza e sperimentazione del progetto stesso (il bosco
di bambù, per esempio) e terzo, ultimo ma non ultimo esito di tutto
questo, è il libro che Arianna Papini ha immaginato. Liberi
tutti!, una narrazione lieve con
i toni della poesia, che ruota intorno al senso ultimo del progetto,
ovvero il diritto al rischio che deve essere garantito anche ai più
piccoli.
Leggero,
ma solido, come le sue illustrazioni, il testo si compone di sette no
e sette sì. L'ottavo no è diverso perché incrinato dal dubbio, e
il sì che lo bilancia ha, invece, il tono del trionfo.
La
conoscenza passa per l'esperienza, questo dovrebbe essere chiaro a
tutti. Spesso però l'esperienza viene sottratta e negata a chi
invece avrebbe bisogno di farla per poi essere in grado di crescerci
sopra. L'imprevisto, lo sconosciuto, sono ponti che vanno
attraversati se si vuole davvero consolidare le competenze, le
sicurezze, le abilità dei bambini ancora molto piccoli. Questo non
vuol dire che l'adulto debba sottrarsi alle proprie responsabilità,
ma che debba piuttosto convogliarle nel creare un corretto equilibrio
tra quello che è il rischio e la possibilità del piccolo di
affrontarlo in sicurezza.
Arianna
Papini, con la sintesi di cui spesso è capace, prova a dare un
suggerimento in tal senso. Accanto ad ogni no, quelli più consueti
che sentiamo dire a molti adulti, mette un sì che assume il valore
contrario di apertura, di possibilità, di cambio di prospettiva.
Nel
suo libro, la tesi che il rischio possa trasformarsi, in questo
ribaltamento prospettico, in opportunità o possibilità da parte
delle bambine e dei bambini di misurare se stessi, e lì a
disposizione di chi la voglia cogliere e fare propria nella pratica
quotidiana.
Al
di là di tutto, non sarebbe buon esercizio ad ogni no affiancare
sempre un sì?
Le
salite e le discese tutti le devono affrontare e i sassi lungo il
cammino tutti li incontreranno e, in caso di bisogno, alcuni di loro,
soprattutto quelli non più alti di un pollice, li metteranno in
tasca per tornare a casa...
Carla
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