Fesso,
di Mark Goldblatt, edito da poco da Il Castoro, è un romanzo
complesso, dal titolo accattivante e fuorviante, che potrebbe
alludere alle tante serie di successo dedicate ai ragazzini delle
scuole medie. E con una vistosa copertina che si comprende solo alla
fine.
La
narrazione parte con mano leggera nel descrivere il diario del
protagonista, Jullian, messo in punizione dal professore di lettere e
costretto a descrivere le sue giornate.
Che
sono poi le giornate normalissime di un ragazzino, il più veloce
della Scuola Pubblica n.23, alle prese con le amicizie, i difficili
rapporti con l'altro sesso e con il perverso meccanismo che trasforma
un ragazzino normale in un bullo.
Jullian,
dunque, è la normalità fatta persona, ha un gruppo di amici, di cui
uno, Lonnie, è davvero un amico speciale, per il quale vale la pena
scrivere una lettera d'amore fasulla per una ragazza, Jillian, che
forse piace anche al protagonista. Ne deriva una complicata
situazione, piena di equivoci, 'tradimenti', nuovi amici, come il
gigantesco Eduardo, proveniente dal Guatemala.
Sono
gli anni Sessanta e la socialità dei ragazzi non è virtuale, come
ora, ma molto fisica; ci sono i muretti, gli spiazzi abbandonati,
come il Ponzini, dove i nostri ragazzi passano il tempo e combinano
guai. Quel genere di guai, come giocare con i petardi, che fanno
venire i capelli bianchi alle mamme.
Jullian
ci descrive, dunque, le sue amicizie, le sue delusioni, gli incontri,
le dinamiche all'interno del gruppo di amici; quelli che davvero ti
sostengono e quelli che ti mettono nei guai. Organizzando, magari, la
Giornata del Tontolone Strapazzato, l'episodio all'origine del diario
e che spiega perché Jullian si senta così in colpa.
Senza
svelare il colpo di teatro finale, va detto che man mano che ci si
avvicina al momento clou della narrazione, il tono perde la sua
leggerezza e l'aura di beata incoscienza che permea i primi capitoli.
E si finisce col chiedersi come dei bravi ragazzi possano diventare
dei piccoli mostri. Salvo poi redimersi, perché siamo pur sempre in
un libro per ragazzi. E' sicuramente la parte più originale ed
incisiva di tutto il racconto, con la descrizione precisa del
meccanismo mentale che porta un gruppo di persone ad avere
comportamenti che i singoli non avrebbero mai.
Bella
materia di riflessione, descritta in modo non moralistico, al
contrario molto aderente alla realtà psicologica dei gruppi di
ragazze o ragazzi: l'esclusione e l'inclusione, il farsi trascinare
in situazioni sbagliate, il senso di colpa e, perché no?, la presa
di coscienza, che può essere il passaggio al diventare grandi.
Mi
sembra che il romanzo di Goldblatt, che scorre leggero per buona
parte del libro, descriva bene il mondo dei ragazzini, maschi
soprattutto, alle prese con la fatica di crescere e di costruirsi i
propri legami sociali. Peccato solo qualche lentezza, qualche
digressione troppo lunga, che appesantisce il buon ritmo del
racconto.
Lettura
impegnativa per ragazzi e ragazze a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Fesso”,
M. Goldblatt, Il Castoro 2016
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