UN MESTIERE DIFFICILE
Le
Avventure di Jacques Papier. Storia vera di un amico immaginario
non si segnala per originalità delle situazioni raccontate: storie
di amici immaginari ne abbiamo già incontrate, avventurose,
drammatiche, paurose. L'universo fantastico dei bambini ha ispirato
diversi autori, ma il romanzo di Michelle Cuevas ha qualcosa di
speciale: la leggerezza, la garbata ironia con cui racconta le
vicissitudini di un amico immaginario alla ricerca del suo vero io.
Cosa difficile, considerando che non è altro che il frutto della
fantasia dei suoi diversi creatori. Innanzi tutto lui è Jacques
Papier perché una bambina, Fleur, dal sorriso luminoso, gli ha dato
quel nome; comprendere di essere un amico immaginario è cosa davvero
dura, accettare di essere visti da una sola persona in tutto
l'universo può far uscire di senno, considerando, poi, che Jacques
si è convinto di essere 'vero' tanto da costruirsi un proprio amico
immaginario.
Ma
poi il nostro etereo protagonista, grazie al gruppo di auto-aiuto cui
si rivolge, riesce ad accettare questa triste verità, come riesce ad
accettare l'idea che, nel tempo, dovrà cambiare forma ad ogni
fantasia di bambino cui dovrà dare vita. Diventare cane pulcioso di
una bambina vivacissima, o il consigliere di un ragazzino
timidissimo.
Ma
quello che più lo smarrisce è chiedersi cosa resta di lui quando
nessuno lo pensa; finisce nel limbo, una zona oscura dove la sua
essenza si riduce al minimo necessario e i ricordi svaniscono. Fino a
quando una bambina, Alice, lo pensa e guarda caso lo pensa proprio
come Grande Drago Aringa, il suo sogno di amico immaginario. Non
svelo il finale, ma non è difficile intuire dove il destino lo sta
portando.
Come
dicevo, non è nella trama il punto di originalità di questa storia,
ma è nell'inconsueta capacità dell'autrice di raccontare il mondo
bambino con levità, un senso dell'umorismo complice con l'universo
infantile, cui guarda con partecipazione.
Le
disavventure di Jacques sono molteplici, spesso assolutamente
stravaganti, il confine fra realtà e immaginazione sempre molto
labile; disarmante la semplice accettazione dei bambini,
frequentatori assidui di un mondo fantastico non stereotipato;
esilarante lo sconcerto degli adulti di fronte all'alleanza
incrollabile fra i piccoli e i loro impalpabili compagni di
avventura. Aver scelto questa chiave, non drammatica, non seriosa e
nemmeno marcatamente comica, rende il romanzo originale, gradevole,
con una particolare cura del linguaggio, fitto di imprevedibili
neologismi, resi perfettamente dalla traduzione di Giuseppe
Iacobacci.
La
giovane autrice, americana, al lavoro per il suo primo picture
book, illustrato da Erin Stead, dimostra di conoscere bene l'universo
fantastico dei bambini e di saperlo rendere con delicatezza e con
brio.
Lettura
divertente e un po' poetica per lettrici e lettori che amino la
fantasia, a partire dai dieci anni.
Eleonora
“Le
avventure di Jacques Papier. Storia vera di un amico immaginario”,
M. Cuevas, De Agostini 2016
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