martedì 9 febbraio 2016

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


UN MESTIERE DIFFICILE


Le Avventure di Jacques Papier. Storia vera di un amico immaginario non si segnala per originalità delle situazioni raccontate: storie di amici immaginari ne abbiamo già incontrate, avventurose, drammatiche, paurose. L'universo fantastico dei bambini ha ispirato diversi autori, ma il romanzo di Michelle Cuevas ha qualcosa di speciale: la leggerezza, la garbata ironia con cui racconta le vicissitudini di un amico immaginario alla ricerca del suo vero io. Cosa difficile, considerando che non è altro che il frutto della fantasia dei suoi diversi creatori. Innanzi tutto lui è Jacques Papier perché una bambina, Fleur, dal sorriso luminoso, gli ha dato quel nome; comprendere di essere un amico immaginario è cosa davvero dura, accettare di essere visti da una sola persona in tutto l'universo può far uscire di senno, considerando, poi, che Jacques si è convinto di essere 'vero' tanto da costruirsi un proprio amico immaginario.
Ma poi il nostro etereo protagonista, grazie al gruppo di auto-aiuto cui si rivolge, riesce ad accettare questa triste verità, come riesce ad accettare l'idea che, nel tempo, dovrà cambiare forma ad ogni fantasia di bambino cui dovrà dare vita. Diventare cane pulcioso di una bambina vivacissima, o il consigliere di un ragazzino timidissimo.
Ma quello che più lo smarrisce è chiedersi cosa resta di lui quando nessuno lo pensa; finisce nel limbo, una zona oscura dove la sua essenza si riduce al minimo necessario e i ricordi svaniscono. Fino a quando una bambina, Alice, lo pensa e guarda caso lo pensa proprio come Grande Drago Aringa, il suo sogno di amico immaginario. Non svelo il finale, ma non è difficile intuire dove il destino lo sta portando.
Come dicevo, non è nella trama il punto di originalità di questa storia, ma è nell'inconsueta capacità dell'autrice di raccontare il mondo bambino con levità, un senso dell'umorismo complice con l'universo infantile, cui guarda con partecipazione.
Le disavventure di Jacques sono molteplici, spesso assolutamente stravaganti, il confine fra realtà e immaginazione sempre molto labile; disarmante la semplice accettazione dei bambini, frequentatori assidui di un mondo fantastico non stereotipato; esilarante lo sconcerto degli adulti di fronte all'alleanza incrollabile fra i piccoli e i loro impalpabili compagni di avventura. Aver scelto questa chiave, non drammatica, non seriosa e nemmeno marcatamente comica, rende il romanzo originale, gradevole, con una particolare cura del linguaggio, fitto di imprevedibili neologismi, resi perfettamente dalla traduzione di Giuseppe Iacobacci.
La giovane autrice, americana, al lavoro per il suo primo picture book, illustrato da Erin Stead, dimostra di conoscere bene l'universo fantastico dei bambini e di saperlo rendere con delicatezza e con brio.
Lettura divertente e un po' poetica per lettrici e lettori che amino la fantasia, a partire dai dieci anni.

Eleonora

“Le avventure di Jacques Papier. Storia vera di un amico immaginario”, M. Cuevas, De Agostini 2016




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