IL COLORE DEL PRATO
La
poesia ha un proprio linguaggio e proprie regole, talvolta
rigidissime. C'è chi afferma che sia per pochi, e, soprattutto, che
sia lontana dal linguaggio dei bambini, se non nella forma della
filastrocca. Che la poesia 'alta' sia un territorio non praticabile,
nel proporre letture ai ragazzi e alle ragazze. Eppure...
Le
poesie di Antonia Pozzi, selezionate da Teresa Porcella e illustrate
da Gioia Marchegiani per la bella collana Il suono della
conchiglia di Motta junior, sono l'esempio di una strada
percorribile.
Antonia
Pozzi è un personaggio particolare: giovane donna, cresciuta negli
anni '30, all'interno di una famiglia borghese e molto colta che le
ha consentito di avere tutto, tranne quello che più desiderava:
coltivare la sua storia d'amore con l'ex professore che l'aveva
iniziata alla meraviglia della letteratura classica. Colta,
raffinata, intelligente e profondamente sola, la Pozzi in pochi anni
ha scritto, fra l'altro, bellissime poesie che meglio di qualsiasi
biografia ci consegnano il ritratto fedele del suo universo
interiore.
Stati
d'animo, ricordi, immagini che raccontano i momenti di spensieratezza
dell'infanzia affiancati ad altre poesie che raccontano il disagio di
essere se stessa.
La
semplicità è apparente, la costruzione del verso, anche laddove
appare più spontanea, dimostra quanto intimamente presente sia la
lettura dei classici antichi, la lirica greca e latina, così come
per Quasimodo l'uso del frammento, l'immagine che parla per il tutto.
E ci ricorda, per altri aspetti, alcuni componimenti delle Myricae
pascoliane: l'intimismo, l'attenzione per il dettaglio nella
descrizione naturalistica, come specchio dell'anima.
Ma di
tutto questo ai bambini e alle bambine importa ben poco: quello che
conta è potersi specchiare in qualche rima, riconoscere uno stato
d'animo, una nostalgia, un'immagine che evoca emozioni.
La
scelta fatta da Teresa Porcella in Nel prato azzurro del cielo
mi sembra impeccabile, regalando una piccola, preziosa antologia di
versi, tutti da interpretare. Da leggere, rileggere, ascoltando la
propria voce muta, gustando l'uso libero delle parole, gli
accostamenti audaci, le metafore. Condividendo la profonda tristezza,
la malinconia, affiancate agli sprazzi di allegria.
Gioia
Marchegiani si è immersa in queste atmosfere, cercando di renderne
il respiro, l'impronta, come un'immagine ne richiama un'altra. La sua
è, per necessità, un'interpretazione del testo e non potrebbe
essere altrimenti. E' un'interpretazione che con delicatezza entra
nel mondo impenetrabile di una poetessa, grande. Riesce a dare un
colore alle emozioni, alle immagini che emergono dal testo, senza mai
soverchiarle.
Per
questo motivo, vi propongo le immagini con il testo, inscindibili.
Questa,
secondo me è una lettura necessaria, per chi ama la poesia, a
qualsiasi età. Per la bellezza dei versi e per la scoperta, che
credo riguardi molti e molte, di un'autrice troppo poco conosciuta.
…
poesia
che ti doni soltanto
a
chi con occhi di pianto
si
cerca -
oh
rifammi tu degna di te,
poesia
che mi guardi.
Eleonora
“Nel
prato azzurro del cielo”, A. Pozzi, illustrazioni di G.
Marchegiani. Motta junior 2015
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