venerdì 4 marzo 2016

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

UN MARE DI SOLITUDINE


La storia di Michelle Talent, detta Shell, è una storia di dolore, solitudine, delusioni, paura, devozioni. Siobhan Dowd, l'autrice del romanzo ora tradotto da Uovonero Edizioni col titolo Le rose di Shell, costruisce una storia coinvolgente, che racconta la povertà e la religiosità della terra irlandese.
Shell è una ragazza di sedici anni, orfana di madre, con un padre che mescola alcolismo e questue per la chiesa, rosari e prepotenze; la ragazza si occupa dei fratelli più piccoli, marina la scuola, ma frequenta la chiesa in cui è arrivato un giovane prete, Padre Rose. Si fa incantare dalle sue prediche e coltiva le sue ingenue visioni, in cui ancora una volta la fede si mescola al ricordo della madre.
Non sarà tutto questo a metterla nei guai, ma una normale storia di sesso fra adolescenti, mentre l'amore non compare mai, se non quello materno.
Il giovane scapestrato del paese mette nei guai sia Shell sia la sua amica Bridie, che in tempi diversi partoriscono due bimbi, uno abbandonato in una grotta, l'altra, la piccola di Shell, nata morta.
La gravidanza e il parto si svolgono in assoluta solitudine; Shell non riesce a trovare la forza di chiedere aiuto, continua a cullarsi nelle sue fantasie infantili, a confondere ostinatamente i confini fra realtà e immaginazione. Pensa di cavarsela, ma non ce la fa.
Con la morte della piccola Rose, sepolta in un campo, lo scandalo invade il paese; due neonati morti, il sospetto dell'incesto, tutto sembra accanirsi contro la famiglia Talent. Ma l'aiuto di padre Rose e le indagini della polizia chiariranno definitivamente la situazione.
Padre Rose, in crisi vocazionale, parte, il padre di Shell sembra aver ritrovato un senso alla propria esistenza e lei, sola, si ritrova adulta, capace di portarsi il peso del suo passato e di guardare al futuro con un po' di fiducia.
E' un romanzo complesso, in cui la Dowd attinge ad alcune tematiche fondamentali: la religiosità che impregna la vita irlandese, la solitudine dei più fragili, i più poveri; e, sullo sfondo, il mare. Come dicevo all'inizio, l'adolescenza della protagonista ha ben poco a che fare con quella delle ragazze di oggi: da sola costretta a proteggersi dal padre, a vivere il proprio lutto, a subire il diventare grandi essendo ancora bambina.
La storia si sviluppa con un ritmo sorprendente, la lettrice o il lettore sono trascinati dentro la storia, il cui linguaggio ondeggia fra il realismo più crudo e la dimensione onirica, che tutto stempera. Ed è sorprendente l'uso del linguaggio, che segue l'andamento del racconto con immagini inconsuete, accostamenti di parole originali, ben rese dalla traduzione di Sante Bandirali.
Non lo vedo come un romanzo pensato per i più giovani, non solo per la distanza dalla condizione contemporanea, ma anche per il groviglio di tematiche 'difficili': religione, sesso, povertà, ignoranza e, sopra tutto, la morte. L'assenza incolmabile della madre, la morte inconcepibile di due neonati.
Questo non significa che non possa essere proposto ai ragazzi e alle ragazze più mature, così come è sicuramente una lettura coinvolgente anche per chi giovane non lo è più.

Eleonora

“Le rose di Shell”, S. Dowd, Uovonero edizioni 2016

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