UN MARE DI SOLITUDINE
La
storia di Michelle Talent, detta Shell, è una storia di dolore,
solitudine, delusioni, paura, devozioni. Siobhan Dowd, l'autrice del
romanzo ora tradotto da Uovonero Edizioni col titolo Le rose di
Shell, costruisce una storia coinvolgente, che racconta la
povertà e la religiosità della terra irlandese.
Shell è
una ragazza di sedici anni, orfana di madre, con un padre che mescola
alcolismo e questue per la chiesa, rosari e prepotenze; la ragazza si
occupa dei fratelli più piccoli, marina la scuola, ma frequenta la
chiesa in cui è arrivato un giovane prete, Padre Rose. Si fa
incantare dalle sue prediche e coltiva le sue ingenue visioni, in cui
ancora una volta la fede si mescola al ricordo della madre.
Non
sarà tutto questo a metterla nei guai, ma una normale storia di
sesso fra adolescenti, mentre l'amore non compare mai, se non quello
materno.
Il
giovane scapestrato del paese mette nei guai sia Shell sia la sua
amica Bridie, che in tempi diversi partoriscono due bimbi, uno
abbandonato in una grotta, l'altra, la piccola di Shell, nata morta.
La
gravidanza e il parto si svolgono in assoluta solitudine; Shell non
riesce a trovare la forza di chiedere aiuto, continua a cullarsi
nelle sue fantasie infantili, a confondere ostinatamente i confini
fra realtà e immaginazione. Pensa di cavarsela, ma non ce la fa.
Con la
morte della piccola Rose, sepolta in un campo, lo scandalo invade il
paese; due neonati morti, il sospetto dell'incesto, tutto sembra
accanirsi contro la famiglia Talent. Ma l'aiuto di padre Rose e le
indagini della polizia chiariranno definitivamente la situazione.
Padre
Rose, in crisi vocazionale, parte, il padre di Shell sembra aver
ritrovato un senso alla propria esistenza e lei, sola, si ritrova
adulta, capace di portarsi il peso del suo passato e di guardare al
futuro con un po' di fiducia.
E' un
romanzo complesso, in cui la Dowd attinge ad alcune tematiche
fondamentali: la religiosità che impregna la vita irlandese, la
solitudine dei più fragili, i più poveri; e, sullo sfondo, il mare.
Come dicevo all'inizio, l'adolescenza della protagonista ha ben poco
a che fare con quella delle ragazze di oggi: da sola costretta a
proteggersi dal padre, a vivere il proprio lutto, a subire il
diventare grandi essendo ancora bambina.
La
storia si sviluppa con un ritmo sorprendente, la lettrice o il
lettore sono trascinati dentro la storia, il cui linguaggio ondeggia
fra il realismo più crudo e la dimensione onirica, che tutto
stempera. Ed è sorprendente l'uso del linguaggio, che segue
l'andamento del racconto con immagini inconsuete, accostamenti di
parole originali, ben rese dalla traduzione di Sante Bandirali.
Non lo
vedo come un romanzo pensato per i più giovani, non solo per la
distanza dalla condizione contemporanea, ma anche per il groviglio di
tematiche 'difficili': religione, sesso, povertà, ignoranza e, sopra
tutto, la morte. L'assenza incolmabile della madre, la morte
inconcepibile di due neonati.
Questo
non significa che non possa essere proposto ai ragazzi e alle ragazze
più mature, così come è sicuramente una lettura coinvolgente anche
per chi giovane non lo è più.
Eleonora
“Le
rose di Shell”, S. Dowd, Uovonero edizioni 2016
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