giovedì 17 marzo 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IL GRANDE SOGNO

Il primo ippopotamo sulla luna, David Walliams, Tony Ross
(trad. Simone Barillari)
L'Ippocampo junior 2016


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Così gli amici di Sheila si misero al lavoro per costruirle un razzo. Tina l'elefantessa tornò con il più grosso tronco che riuscì a trovare. Joyce il gorilla portò la più lunga liana della foresta. E a Derek lo struzzo fu affidato il compito di raccogliere una puzzolentissima montagnola di sterco di rinoceronte. Dopo molti giorni e molte notti il razzo spaziale costruito dagli animali fu finalmente pronto."


Tutto questo accadde perché l'ippopotamo Sheila voleva a tutti costi realizzare il suo sogno che era quello di essere il primo ippopotamo sulla luna. Dall'altra parte del globo, però, c'è qualcun altro che ha il medesimo desiderio e un bel po' di quattrini in più da investire nel progetto. Così quando Sheila decollerà con il suo razzo fatto di materie prime 'naturali', da un altro angolo del mondo, e precisamente dal nuovissimo centro Ippospaziale, è appena partito il razzo di Herkues-Rockfeller-Einstein III.
Lo sterco di rinoceronte è un ottimo propellente e spinge il razzo in orbita ma poi un meteorite pone fine alla sua corsa, scaraventando Sheila, fortunatamente per lei, proprio sulla testa Herkues-Rockfeller-Einstein III, appena allunato. Anche se tecnicamente a Sheila non spetterebbe il primato del primo ippopotamo sulla luna, a lei è comunque toccata tutta la gloria dell'impresa. Come mai? Un piccolissimo dettaglio...


Di nuovo Walliams e Ross alle prese con una storia se possibile ancora più assurda di quella dell'elefante in adozione al povero bambino Sam che si vede demolire la casa sotto gli occhi da un elefante arrogante e maleducato (L'ippocampo 2014).
Il punto di partenza è un desiderio, quasi un sogno, di poter arrivare sulla luna. Il non sense si ha quando si scopre che i due sognatori in questione sono entrambi ippopotami. Cresce di pathos quando vediamo la grande disparità di mezzi tra i due. Tuttavia, necessariamente, il piatto della bilancia della simpatia pende con forza verso Sheila e a Herkues-Rockfeller-Einstein III non resta che sublimare il suo insuccesso in ambito sociale attraverso una efficienza e una disponibilità di mezzi davvero inarrivabile per il gruppo di amici delle giungla.
Eppure, se da un lato la grande organizzazione messa su da Herkues-Rockfeller-Einstein III pare vincente, dall'altro la totale incompetenza che sfiora la dabbenaggine di Sheila & co. si rivela ben più efficace. 
Una squadra di amici lavora meglio di una squadra di yes men prezzolati.
Il resto, come sempre nella vita, lo fa il caso, la 'buona' sorte e un pizzico di destrezza nei modi.


Visti i due contendenti, è evidente la metafora che, anche se non si dichiara a parole, è evidente e salta agli occhi del lettore: nella vita tanto più si è capaci di credere in un sogno, tanto più ci si avvicina al traguardo. Tanto più si fa squadra, tanto più la vittoria si avvicina.
Sheila non ha strumenti: è seduta e sogna di notte sotto la palma, mentre Herkues-Rockfeller-Einstein III sfoggia già la sua tuta da astronauta in piedi in una postura da Ventennio.
Sheila è piena di amici volenterosi che al suo fianco rendono possibile il suo sogno. Herkues-Rockfeller-Einstein III con il denaro pensa di avere già in tasca il successo.
Da che parte stare, Tony Ross e David Walliams, lo stanno dimostrando in tutti modi. 


Addirittura il destino decide di pendere da una parte, facendo transitare un meteorite al momento opportuno su una traiettoria perfetta. Il resto lo fa la bontà di sentimenti di Sheila alla quale poco importerebbe ottenere un pari merito con Herkues-Rockfeller-Einstein III. Ma a chi per tutto il libro ha impartito ordini ai suoi sottoposti è impossibile declinare il verbo condividere. Quindi non se ne parla neanche di spartire la gloria, il primato.
Esilarante nei disegni, costruiti con la solita confusione creativa di Ross che dissemina lungo la storia principale, mille altre piccole gag. Ma divertente anche la lettura ad alta voce del testo, in questo continuo gioco sul suffisso ippo che in modo ossessivo si attacca dovunque.


Carla

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