lunedì 21 marzo 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


BREAKING THE SURFACE

La regina del trampolino, Martina Wildner (trad. Anna Patrucco Becchi)
La nuova Frontiera 2016


NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Alcuni si chiederanno come si potesse essere amica di una come Karla. Non è che fosse proprio uno spasso stare con lei. Però facevamo tutto insieme e, benché lei sapesse fare tutto sempre un pochino meglio di me, avevo l'impressione che avesse bisogno di me e che fosse così brava soltanto perché c'ero io."

Due ragazzine che stanno facendo 'strada' assieme. Sono parecchie le cose che condividono. Primo fra tutti, lo sport. Entrambe selezionate (o forse si dovrebbe dire visionate) all'età di sei anni come promettenti talenti atletici, finiscono sui trampolini della piscina di tuffi. Sono vicine durante gli allenamenti alla scuola di tuffi, sono nella stessa classe di scuola e continuano ad essere insieme anche nella scuola sportiva. Quest'ultima, contesto e sfondo dell'intera storia che Nadja racconta, è una scuola per talenti sportivi, una sorta di collegio in cui sono ammessi solo ragazzi e ragazze che stanno studiando per diventare campioni.
Lo sport agonistico e la disciplina che esso prevede, sono la routine quotidiana di queste due ragazzine e dei loro compagni e compagne. 
Ma la loro amicizia cresce anche su altro. Entrambe vivono in un medesimo palazzone alla periferia di una città tedesca, entrambe vivono in piccoli appartamenti dalle pareti troppo sottili, entrambe non navigano nell'oro. Se Nadja mal sopporta il fratello maggiore Kirill con cui deve dividere la camera ed è insofferente verso l'eccessivo buon senso di sua madre, troppo spesso farcito di proverbi russi, retaggi della sua infanzia, la situazione a casa di Karla, non pare molto migliore. Orfana di padre, vive con la madre spesso assente per i turni di lavoro da infermiera. Ossessionata dalla presenza del nuovo compagno della madre, che lei identifica con la radice di ogni male, Karla costruisce intorno a sé un muro di silenzio.
Ed è proprio il silenzio la sua arma più tagliente. Nel silenzio Karla fortifica le sue fragilità e nei tuffi, in quei meravigliosi e perfetti salti nel vuoto, cerca di fare i conti con il proprio passato.
Ruvida e piena di talento è Karla mentre Nadja è affettuosa e insicura. L'attrazione tra loro è inevitabile.
In una quotidianità fatta di allenamenti, obiettivi sportivi, piscine coperte e spogliatoi e poco altro, in questo meccanismo piuttosto monotono che vedeva già segnato il destino di molti, campioni e gregari, si introducono una serie di varianti impreviste e la prospettiva cambia.
Chi doveva salire sul podio si ritira e chi pensava per sé un futuro da eterno secondo, vince.

Questa storia a bordo vasca ha, come ogni buon tuffo, il merito di non essere 'abbondante' e nemmeno 'scarsa'. Entra nella testa del lettore con la stessa potenza che hanno i tuffatori nel bucare l'acqua, non facendo troppi schizzi.
Appartiene al filone 'rigoroso' di certa letteratura contemporanea per ragazzi di matrice tedesca, e come tale lascia pochi margini all'immaginazione.
Racconta con quello sguardo analitico, logico (di cui il pensiero tedesco dei primi del Novecento si è nutrito) l'amicizia tra due ragazzine e poco concede alla digressione. E lo fa, breaking the surface, prendendo a prestito il titolo del dvd importante per Karla.
 Resta da chiedersi se la scelta del contesto sportivo in cui la storia si dipana, il rigore, la disciplina, l'autodisciplina e il duro lavoro che c'è dietro ogni giovane atleta che vuole diventare campione, non siano poi in fondo i due elementi che abbiamo favorito elettivamente una scrittura del genere. 
Ma poi in fondo, cosa importa?
Il romanzo vale proprio per questo, per le sue linee di contorno nette, per aver raccontato un mondo che non è di tutti e che non è per tutti, per aver raccontato una Germania con ancora tanto sapore dell'Est. 
Ma soprattutto, ed è qui che arriva il tuffo perfetto, per aver raccontato a ragazzi e ragazze che nella vita è importante concedersi la possibilità di scegliere quando essere gregari o quando campioni.
E magari fermarsi a sedere proprio sul bordo di un trampolino, mentre l'ombra, in piedi, esulta (applauso alla Resmini per l'idea e la sensibilità nel renderla immagine).

Carla



Nessun commento:

Posta un commento