BREAKING THE SURFACE
La regina del trampolino, Martina
Wildner (trad. Anna Patrucco Becchi)
La nuova Frontiera 2016
NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)
"Alcuni si chiederanno come si
potesse essere amica di una come Karla. Non è che fosse proprio uno
spasso stare con lei. Però facevamo tutto insieme e, benché lei
sapesse fare tutto sempre un pochino meglio di me, avevo
l'impressione che avesse bisogno di me e che fosse così brava
soltanto perché c'ero io."
Due ragazzine che
stanno facendo 'strada' assieme. Sono parecchie le cose che
condividono. Primo fra tutti, lo sport. Entrambe selezionate (o forse
si dovrebbe dire visionate) all'età di sei anni come promettenti
talenti atletici, finiscono sui trampolini della piscina di tuffi.
Sono vicine durante gli allenamenti alla scuola di tuffi, sono nella
stessa classe di scuola e continuano ad essere insieme anche nella
scuola sportiva. Quest'ultima, contesto e sfondo dell'intera storia
che Nadja racconta, è una scuola per talenti sportivi, una sorta di
collegio in cui sono ammessi solo ragazzi e ragazze che stanno
studiando per diventare campioni.
Lo sport agonistico
e la disciplina che esso prevede, sono la routine quotidiana di
queste due ragazzine e dei loro compagni e compagne.
Ma la loro
amicizia cresce anche su altro. Entrambe vivono in un medesimo
palazzone alla periferia di una città tedesca, entrambe vivono in
piccoli appartamenti dalle pareti troppo sottili, entrambe non
navigano nell'oro. Se Nadja mal sopporta il fratello maggiore Kirill
con cui deve dividere la camera ed è insofferente verso l'eccessivo
buon senso di sua madre, troppo spesso farcito di proverbi russi,
retaggi della sua infanzia, la situazione a casa di Karla, non pare
molto migliore. Orfana di padre, vive con la madre spesso assente per
i turni di lavoro da infermiera. Ossessionata dalla presenza del
nuovo compagno della madre, che lei identifica con la radice di ogni
male, Karla costruisce intorno a sé un muro di silenzio.
Ed è proprio il
silenzio la sua arma più tagliente. Nel silenzio Karla fortifica
le sue fragilità e nei tuffi, in quei meravigliosi e perfetti salti
nel vuoto, cerca di fare i conti con il proprio passato.
Ruvida e piena di
talento è Karla mentre Nadja è affettuosa e insicura. L'attrazione
tra loro è inevitabile.
In una quotidianità
fatta di allenamenti, obiettivi sportivi, piscine coperte e
spogliatoi e poco altro, in questo meccanismo piuttosto monotono che
vedeva già segnato il destino di molti, campioni e gregari, si
introducono una serie di varianti impreviste e la prospettiva cambia.
Chi doveva salire
sul podio si ritira e chi pensava per sé un futuro da eterno
secondo, vince.
Questa storia a
bordo vasca ha, come ogni buon tuffo, il merito di non essere
'abbondante' e nemmeno 'scarsa'. Entra nella testa del lettore con la
stessa potenza che hanno i tuffatori nel bucare l'acqua, non facendo
troppi schizzi.
Appartiene al
filone 'rigoroso' di certa letteratura contemporanea per ragazzi di
matrice tedesca, e come tale lascia pochi margini all'immaginazione.
Racconta con quello
sguardo analitico, logico (di cui il pensiero tedesco dei primi del
Novecento si è nutrito) l'amicizia tra due ragazzine e poco concede
alla digressione. E lo fa, breaking the surface, prendendo a prestito il titolo del dvd importante per Karla.
Resta da chiedersi se la scelta del contesto
sportivo in cui la storia si dipana, il rigore, la disciplina,
l'autodisciplina e il duro lavoro che c'è dietro ogni giovane atleta
che vuole diventare campione, non siano poi in fondo i due elementi
che abbiamo favorito elettivamente una scrittura del genere.
Ma poi
in fondo, cosa importa?
Il romanzo vale
proprio per questo, per le sue linee di contorno nette, per aver
raccontato un mondo che non è di tutti e che non è per tutti, per
aver raccontato una Germania con ancora tanto sapore dell'Est.
Ma
soprattutto, ed è qui che arriva il tuffo perfetto, per aver
raccontato a ragazzi e ragazze che nella vita è importante
concedersi la possibilità di scegliere quando essere gregari o
quando campioni.
E magari fermarsi a
sedere proprio sul bordo di un trampolino, mentre l'ombra, in piedi,
esulta (applauso alla Resmini per l'idea e la sensibilità nel
renderla immagine).
Carla
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