SENZA SPIGOLI
In una famiglia di topi, Giovanna Zoboli, Simona Mulazzani
Topipittori 2016
ILLUSTRATI PER PICCOLI
"IN UNA FAMIGLIA DI TOPI CI SI
SVEGLIA PRESTO
E CI SI DÀ IL BACIO DEL BUONGIORNO,
MA C’È SEMPRE QUALCUNO CHE SI
SVEGLIA
UN PO’ DOPO O UN PO’ PRIMA.
IN UNA FAMIGLIA DI TOPI SI FA UNA BELLA
COLAZIONE INSIEME
E OGNUNO FA LA SUA PARTE, ANCHE SE
SPARECCHIARE
NON PIACE A NESSUNO.
"
La famiglia di topi vive in una casa a
misura di topo, con entrata a misura di topo, con arredo e
suppellettile a misura di topo. Ma non sono a misura di topo alcuni
oggetti che forse vengono dal mondo di sopra, se il mondo di sotto è,
convenzionalmente, quello dei topi.
Nella famiglia di topi le cose vanno
come in molte altre famiglie, anche di non topi. Si litiga un po', ci
si lava, si mangia assieme, qualcuno fa un po' più di cose, qualcun
altro ne fa un po' meno. Tutti quanti sanno che durante il giorno si
sta lontani: chi a scuola, chi al lavoro, chi a occuparsi dei neonati
e chi a far la spesa o a curare il giardino. E questo è un bene
perché quando ci si riunisce, la sera, tutti hanno qualcosa da
raccontare agli altri. E fa bene anche pensare qualche volta che è
bello stare lontano dalla propria famiglia di topi. Così poi, la
sera, quando si è di nuovo tutti insieme è bello godere dell'essere
di nuovo tutti lì e che è una gran cosa, unico e insostituibile,
l'odore della propria casa.
I mezzi di locomozione che la famiglia
dei topi usa sono la bicicletta, gli sci se ha nevicato, l'autobus
giallo groviera se si vuole risparmiare. Nella casa dei topi magari
non tutti hanno la loro stanza personale, ma di certo tutti hanno
almeno un angolo riservato e gli altri per accedervi devono chiedere
permesso.
Per quanto anche nella famiglia dei
topi non manchino occasioni per il battibecco, quando è il momento
di sedersi a tavola, tutti si rasserenano perché mangiare insieme è
sempre una gran cosa.
Quando è il momento di andare a letto, chi
prima e chi dopo, i gesti sono gli stessi per tutti: si legge una
storia per aprirsi la testa per fare entrare aria fresca ché fa
dormire meglio e ci si dà il bacio della buonanotte. Quello non può
mancare, perché ha il senso di suggellare la fine come l'inizio.
Come può andar male in quella famiglia
dei topi se la giornata si apre con un bacio e con un altro si
conclude? Certo, come in molte famiglie, ci sono alti e bassi, ci
sono litigate e cose un po' noiose da fare, ci sono obblighi e
doveri, ma c'è anche tanto gusto nel condividere spazi, cibo, tempo,
storie...
E viene da chiedersi di conseguenza: e
come può andare male un libro in cui autore e illustratore hanno
tanta convergenza di vedute?
Dico un'ovvietà:
se c'è una buona
intesa tra autore e illustratore, e questo mi pare il caso, le cose
poi vengono da sé, con naturalezza.
Una famiglia di topi mi pare che
sia un libro senza spigoli, come spesso lo sono i libri di questa
accoppiata vincente (penso a Vorrei avere, Al supermercato degli
animali, Il grande libro dei pisolini).
Scorre secondo un calendario naturale,
che spesso e volentieri chiama dentro le giornate dei bambini e delle
bambine, permettendogli di riconoscersi, dietro quei musi grigi. E a
sancire questo patto di fratellanza e sorellanza tra la storia dei
quattro zampe e quella dei bipedi concorre il disegno. I topi, ma
anche l'arredo e il contesto, sono specchio del mondo che ci
circonda. Topette in mutande e reggiseno, lampade di stoffa a
cilindro, polacchine con le stringhe, pandistelle a colazione. Il
contagio è avvenuto.
Ma a questo si aggiunge quel 'quid' di
cui Simona Mulazzani è padrona incontrastata. E alludo a quella sua
naturale (anche questa) capacità di intenerire lo sguardo di chi
spigola tra i dettagli dei suoi disegni. Una rete fitta di dettagli
che vanno dai pattern dei tessuti, agli autobus, i letti e le case
con le orecchie, dai gesti sempre composti e gentili al senso della
Natura, con la enne maiuscola.
In questa agenda quotidiana di una
famiglia di diversi individui è possibile cogliere una buona dose di
spunti di riflessione su quelle che sono le nostre abitudini, le
nostre idiosincrasie, il nostro modo di metterci in relazione con gli
altri, il nostro modo di cercare la felicità...
Carla
Noterella al margine. Resta da capire
quanto noi che amiamo Giovanna Zoboli, in veste di autore ed editore,
dobbiamo effettivamente cominciare a preoccuparci di questa sua
predilezione per i libri che contengono roditori.
Ossessione? O solo stretta ortodossia
editoriale? O né l'una né l'altra?
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